WWE Vintage Critic – Countdown to WrestleMania #16

Salve a tutti e scusate il ritardo! Eccoci qua per metterci in viaggio di nuovo. L’anno 2000 è forse uno degli anni più interessanti, se andiamo a vederlo per intero. La WWF stava stravincendo contro la WCW, che ormai faceva fatica a mettere su degli show decenti. Dall’edizione precedente a questa parte c’erano stati vari cambiamenti: la nascita di SmackDown in primis, ma soprattutto il programma proposto, che tornava a puntare anche sul lottato. La WWF mise sotto contratto molta gente di un certo calibro, come Chris Jericho, i Dudley Boyz, Eddie Guerrero, Dean Malenko e/o colui che non deve essere nominato. Ma anche alcuni talenti di casa dimostrarono grandi qualità sul quadrato, come Edge & Christian, gli Hardy Boyz, Triple H e Kurt Angle. Insomma, le cose andavano veramente bene.


A qualche genio sembrò una buona idea, per quest’edizione, fare a meno del numero romano e di affiancare al nome l’anno corrente. Idea talmente geniale che non si è mai ripetuta. Sono molto sentite le assenze di Undertaker e Steve Austin, entrambi ai box per gravi infortuni. Inoltre, è la prima WrestleMania dal lontano 1989 che non vede apparire Mr. WrestleMania, Shawn Michaels. La cosa che contraddistingue quest’edizione da tutte le altre, è una card totalmente priva di Singles Match. L’unico incontro 1 contro 1 è quello femminile che non importava a nessuno. Nel main event, i contendenti erano addirittura quattro, con un McMahon ciascuno nel proprio angolo, che fa quasi pensare che questa WrestleMania sia stata costruita come una sorta di “saga della famiglia McMahon”. Molti avrebbero voluto un Singles Match tra Triple H e The Rock, che sarebbe stata l’unica cosa giusta da fare, ma è comprensibile l’aver voluto aggiungere Mick Foley dopo aver visto le sue prestazioni nei due PPV precedenti. Big Show invece, c’era… perché sì.

Ricordo che lo show, in Germania, andò in onda su un emittente in chiaro e che fu la prima WrestleMania che vedevo “dal vivo” dopo 5 anni. In America e Canada, gli acquisti furono 824.000, quindi ancora in aumento. L’hype era enorme, e ormai ci aspettavamo qualche colpo di scena che ci avrebbe lasciati a bocca aperta. È andata così, poi? Scopriamolo insieme! Dall’Arrowhead Pond di Anaheim, California…

WrestleMania 2000

È il 2 aprile dell’anno 2000, e ancora non è arrivata l’Apocalisse. Gli spettatori sono 19.776. Al tavolo di commento, come sempre, ci sono Jim Ross e Jerry Lawler, mentre al commento spagnolo, sono Hugo Savinovich e Carlos Cabrera. L’inno nazionale, stavolta, lo canta Lilian Garcia, che costa meno di una celebrità esterna ma ne vale due.

Per l’opener, arriva Ice-T che si esibisce con il suo nuovo brano “Pimpin ain’t easy”, che è una versione hip-hop della musica d’entrata di The Godfather, tratta dal nuovo album “WWF Aggression”. Godfather e D’Lo Brown se la vedono con Big Boss Man e Bull Buchanan. Il match serve, infatti, solo a mettere in mostra quest’ultimo come chissà quale sorta di talento. Il match è di qualità mediocre, volendo essere generosi, e di certo non il modo giusto per aprire uno show come questo, e con una vittoria degli heel, per giunta. D’altro canto, i face sono Godfather e D’Lo Brown. No, dico, i face sono Godfather e D’Lo Brown. C’è altro da aggiungere? Ma come sì? I FACE SONO GODFATHER E D’LO BROWN!!!

Il secondo match è una Hardcore Battle Royal con 13 uomini e con 15 minuti di tempo. Funziona così: chi schiena il campione in carica, diventa campione temporaneo, e chi lo è al termine dei 15 minuti, vince. Ma bisogna schienare il campione e nessun’altro. Il titolo Hardcore passa di mano dieci volte nel giro del quarto d’ora, il finale è palesemente botchato e i partecipanti sono deficienti perché, se per vincere devi schienare il campione, perché ti metti a perdere tempo per pestare gli altri? Questo, giovani, è un esempio del perché la Hardcore Championship sta bene dove sta: nel dimenticatoio.

Il terzo match sembrerebbe un Tag Team Match qualsiasi, ma alcune cose sono degne di nota. La prima è che il team face è il classico team da “non sapevamo cos’altro far fare a questi due”, anche se Al Snow ce la mette tutta per rendere il tutto divertente. Lui e Steve Blackman sono i Head Cheese. Per l’incontro, Al Snow presenta la loro mascotte, Chester McCheeserton, che è un midget travestito da formaggio. Avete letto bene. I loro avversari, T & A, sono Test e Albert (Matt Bloom), dividono la stessa sorte di Snow e Blackman, cioè che non sapevano cosa fargli fare. Eppure, Test, alcuni mesi prima, era ancora protagonista della storyline che lo vedeva fidanzato di Stephanie McMahon. La storyline finì di punto in bianco quando Stephanie turnò heel e iniziò la McMahon-Helmsley Era. Ma torniamo al match: il vero highlight è il debutto della bellissima Trish Stratus! Ehi, giovanotti, le mani a posto! Si guarda, ma non si tocca. T & A vincono il match che è una mer*a e di cui non importava niente a nessuno, e per tutta risposta, Blackman e Snow massacrano di botte il formaggino con le gambe.

Per chi pensava di vedere uno show mediocre fino ad arrivare al main event, eccovi invece smentiti: è ora del Triangle Ladder Match tra i Dudley Boyz (D-Von e Buh Buh Ray), Edge & Christian e gli Hardy Boyz (Matt e Jeff). Da notare che, per non farsi querelare dalla ECW (almeno si direbbe), Bubba Ray si scrive Buh Buh Ray. Qui le opinioni si dividono, ma a parlare sono io e vi dico che assistiamo a un 5 Star Classic bello e buono con mosse innovative, voli spettacolari, grande alchimia fra tutti e sei i partecipanti e storytelling davvero geniale, tant’è che il match si guadagna uno standing ovation. Alla fine, la spuntano Edge & Christian, laureandosi campioni di coppia, ma poco conta, perché stasera hanno vinto tutti. Molti tendono a dimenticare quanto fosse grandioso quest’incontro, anche perché, solo pochi mesi dopo, fecero anche meglio con il primo TLC a SummerSlam e ancora molto meglio nel secondo TLC dell’edizione successiva. Tra questi tre citati, forse questo è quello “meno” bello, ma nessuno può togliere a questo match le meritatissime lodi che ha ricevuto in passato. E ricordate che una scena rivista e riproposta migliaia di volte è proprio Jeff Hardy che si lancia con una Swanton Bomb da una scala altissima, per schiantarsi su di Buh Buh Ray Dudley che era sdraiato su un tavolo, che va in frantumi. Se vi siete persi questo match, guardatelo assolutamente. È il primo grande match tra questi tre storici team.

Arriva il cooler perfetto: Terri Runnels, accompagnata da Fabulous Moolah, se la vede con The Kat, accompagnata da Mae Young, in un Catfight, arbitrato da Val Venis. Per vincere l’incontro, bisogna gettare l’avversaria fuori dal ring. Quasi tutte le donne dentro e fuori dal ring si sbaciucchiano con Val Venis per distrarlo. Alla fine, la spunta Terri, grazie all’aiuto di Moolah. Nel post-match, Mae Young attacca Moolah e Terri e va a segno con un Bronco Buster contro Moolah. Vince McMahon, guardando questa scena dalla gorilla position, si assenta un attimo e torna indietro tutto sudato. Peccato che lui creda che siamo tutti come lui.

Nel prossimo match, i Radicalz debuttano al Granddaddy of them All. Si tratta di Eddie Guerrero, Dean Malenko e Perry Saturn. I loro avversari sono Too Cool (Scotty Too Hotty e Grandmaster Sexay) e Chyna, che da alcuni mesi a questa parte, si batte solo ed esclusivamente con gli uomini. La faida riguarda innanzitutto proprio Chyna ed Eddie, che cerca in tutti i modi di fare il piacione con lei. Vincono Chyna e Too Cool per schienamento di Chyna su Eddie. Di lì a poco, Chyna cedere alle avances di Latino Heat e turnerà heel, ma la coppia non funziona come heel e quindi diventeranno presto face. Con il passare dei mesi, Chyna avrà sempre più un aspetto femminile.

Il match numero 7 è un Triple Threat Match a due round. Il primo round vede in palio il titolo intercontinentale, il secondo la European Championship. Entrambi i titoli sono detenuti da Kurt Angle. Gli sfidanti sono Chris Jericho e Chris Benoit. Il primo round se lo aggiudica Benoit, schienando Y2J, mentre il secondo round finisce con il risultato opposto. In un match buono, ma al di sotto delle capacità di questi tre Signori Wrestler, Kurt Angle perde quindi tutte e due le cinture senza essere schienato. Visto che la sua gimmick è basata interamente sul suo successo olimpico e sulla sua imbattibilità, lui si ritiene ancora tecnicamente imbattuto, benché a batterlo, finora, sono stati addirittura in due: Tazz prima e The Rock dopo.

Nel penultimo match, Kane e Rikishi se la vedono con la D-Generation X, rappresentata da X-Pac e Road Dogg. A bordo ring per la DX, c’è Tori, che alcune settimane fa, turnò heel ai danni di Big Red Machine dopo avere avuto con lui una breve storia d’amore. La faida tra Kane e X-Pac va ormai avanti da alcuni mesi, e adesso è arrivata la resa dei conti. Kane chiude la questione proprio grazie ad un Tombstone Piledriver contro X-Pac. Dopo il match, arrivano i Too Cool che invitano Rikishi e Kane a ballare. Il fratello di Undertaker è però troppo cattivo per divertirsi. Dal nulla, arriva di nuovo un uomo travestito da San Diego Chicken che si mette a ballare con il trio Too Cool. Kane lo crede un agguato di Pete Rose e attacca il pollastro, per poi essere preso d’assalto dal vero Pete Rose. Kane sventa subito l’attacco e manda Rose al tappeto con un Chokeslam. Paul Bearer fa il gesto del Crotch Chop, poi Pete si becca lo Stinkface di Rikishi. È così che si conclude la trilogia di Pete Rose a WrestleMania.

È ora del main-event, per il quale non c’è nessun video package, nonostante tutti gli intrecci che la storia ha avuto. In POCHE parole: Big Show era diventato campione dopo essere subentrato come sostituto per Steve Austin, messo fuori gioco da una macchina alle Survivor Series 1999. Il conducente verrà svelato quasi un anno dopo, e lo ha fatto per Da Rock. Triple H si riprese il titolo con l’aiuto dei suoi compari della DX, per poi metterlo in palio contro Cactus Jack in un match imperdibile alla Royal Rumble 2000. Cactus Jack si tenne il cruccio di dover sconfiggere The Game a tutti i costi, mettendo in palio la propria carriera in un fantastico Hell in a Cell Match a No Way Out 2000. Nel frattempo, The Rock ha vinto la Royal Rumble eliminando per ultimo Big Show, ma i piedi di Rocky hanno toccato per primi. Shane McMahon si mise dalla parte di Big Show, proclamandolo nuovo campione. Stephanie stava dalla parte del marito, Triple H. Linda McMahon decise di avverare il sogno di una vita di Mick Foley e Vince McMahon appoggiò The Rock perché avevano un nemico in comune: Triple H. Ed eccoci qui.

Big Show viene eliminato entro cinque minuti perché non serve. È degno di nota il fatto che, durante il match, non effetti nessun turn. Mick Foley ci riprova, ma soccombe per l’ennesima volta contro The Game, che è al massimo della forma. Dopo quasi venti minuti, assistiamo a quello che avrebbe dovuto essere il main-event in partenza. The Rock ha la folla dalla sua parte e non si arrende. Durante la fase finale, Shane McMahon attacca suo padre Vince, picchiandolo a sangue. The Rock sembra essere vicinissimo alla vittoria, ma Shane lo ferma. Arriva quindi Vince McMahon di gran carriera, che con un pugno, scaraventa Shane fuori dal ring. Poi prende una sedia e colpisce The Rock! Colpo di scena che lascia i fan increduli. Ce ne vogliono due, ma alla fine, Triple H conserva il titolo ed è il primo heel a chiudere una WrestleMania. I tifosi lanciano bicchieri e spazzatura nel ring, tanto era grande la speranza di vedere The Rock vincere. Nel post-match, The Rock si riprende e fa piazza pulita sul quadrato. Sotto un boato assordante, si becca un Rock Bottom anche Stephanie, poi Rock infierisce con il People’s Elbow e chiude lo show con un happy-end. Sono sicuro che nessuno di noi condoni la violenza sulle donne, ma cavolo, se sono saltato dalla gioia quando l’ho visto. Ho sempre seguito gli spettacoli con occhi da mark, e non immaginate quanto aspettavamo vedere qualcuno suonarle alla Million Dollar Princess. Un momento indimenticabile. E così si conclude lo show con The Rock festante benché perdente. Il titolo WWF arriverà solo un mese dopo, per lui.

Questo show è durato 3:18:24 sul WWE Network, con 2:02:32 di lottato, che corrisponde a 61,8%. Due ore su tre di puro wrestling, cos’altro si può desiderare?

WrestleMania 2000, locandina dell’evento

Da questa locandina è evidente che, al posto di Mick Foley, i piani originari vedevano Chris Jericho nel main event. L’idea fu poi accantonata in favore di Mick Foley. Possibilmente, hanno fatto anche bene, perché Jericho era sì un bravissimo lottatore, ma non era ancora al livello degli altri tre. Con Foley, lo starpower era decisamente più grande.

Che voto diamo a questo show? Considerando che, a parte il main event e quella cannonata di Triangle Ladder Match, abbiamo visto tre match che non servono, due decenti e uno buono. Certo, quando lo show chiude in bellezza, lo si percepisce come uno show molto ben riuscito, ma bisogna vedere tutto nella qualitá complessiva. Io credo che con 5,5/10 andiamo benissimo, il mezzo punto è meritato per via dei colpi di scena e, soprattutto, per il 5 Star Classic a cui abbiamo assistito. Voi cosa ne dite?

Per lodi, critiche, minacce, percosse, tangenti, domande, suggerimenti o parolacce potete utilizzare i commenti oppure contattarmi via FacebookTwitterInstagram oppure via E-Mail scrivendo a wwevintagecritic@gmail.com. L’archivio dei numeri precedenti lo trovate qui. Per chi volesse lasciare un like al mio blog tedesco, faccia un salto qui.

Domani (questa sera) ci aspetta un appuntamento imperdibile: WrestleMania X-Seven!

Io sono il WWE Vintage Critic, e viaggio nel tempo al posto vostro!

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WrestleMania Ratings (su 10):


WrestleMania 10
  – 7

WrestleMania 3 – 7

WrestleMania 14 – 6,75

WrestleMania 8 – 6,5

WrestleMania 7 – 6

WrestleMania 12 – 6

WrestleMania 16 – 5,5

WrestleMania 6 – 5,5

WrestleMania 15 – 5,25

WrestleMania 1 – 5

WrestleMania 11 – 5

WrestleMania 13 – 4

WrestleMania 5 – 3,25

WrestleMania 2 – 3

WrestleMania 4 – 2

WrestleMania 9 – 1,5

Scritto da Fabio Barbuscia
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