WWE Vintage Critic – Countdown to WrestleMania #12

Se dico WrestleMania 12, tu cosa dici? Esatto: l’Ironman Match! Ed è per quello che è ricordato questo evento. Le cose andavano piuttosto male per la compagnia, gli acquisti PPV sono calati a 290.000, per cui Vince McMahon pensò bene di puntare sui suoi due lottatori migliori, che erano Bret Hart e Shawn Michaels. Quest’edizione vede anche il debutto del kickoff in chiaro, all’epoca denominato “Free for All”, nel quali si disputarono due match: uno era la finale di un torneo per i titoli di coppia, con i Bodydonnas (Skip e Zip) che conquistano le cinture grazie alla vittoria contro i Godwinns, che sono Henry O. e Phineas I. (H.O.G. e P.I.G.). L’altro “match” finisce in No Contest. A scontrarsi, sono The Huckster e Nacho Man, parodie delle due star degli anni ’80 Hulk Hogan e Randy Savage, che militano in WCW. Un’altra storia di punta è il ritorno di Ultimate Warrior, che non saliva su un ring WWE dal 1992. Nel main show, si disputano solo 6 incontri essendo uno già in partenza della durata di un’ora. Com’è andata la serata? Scopriamolo insieme. Dall’Arrowhead Pond di Anaheim, California…


WrestleMania XII

Sono 18.853 gli spettatori che sono giunti a vedere quest’edizione dal vivo il 31 marzo 1996. Al commento, anche quest’anno ci sono Vince McMahon e Jerry Lawler. Niente inno nazionale, che soldi non ce ne sono.

L’opener vede il Camp Cornette, che sono Vader, British Bulldog e Owen Hart, affrontare Jake “The Snake” Roberts (di ritorno dopo anni di assenza), Ahmed Johnson e Yokozuna, con la stipulazione speciale che, in caso di vittoria, a Yoko vengono concessi cinque minuti sul ring con Jim Cornette. Yoko è fa poco passato tra le fila dei face e non sfigura in quel ruolo. Ma la vittoria va agli heel in quanto Vader riceverà presto un grosso push, mentre Yoko viene pian piano allontanato a causa del suo peso che continua ad aumentare vertiginosamente e nel backstage, ci si preoccupa molto per la sua salute.

Il secondo match, che è un “Hollywood Backlot Brawl”, inizia nel parcheggio dell’arena e dura qualche minutino, con Roddy Piper che sembra avere la meglio, ma Goldust sale a bordo di una Cadillac e se la dà a gambe. Piper prende una Ford Bronco e inizia l’inseguimento.

In mancanza di azione da seguire, si continua con il prossimo match, che vede l’importante debutto allo Showcase of the Immortals di Stone Cold Steve Austin, che – accompagnato da Ted DiBiase – deve vedersela con Savio Vega. Durante l’incontro vediamo da un elicottero quello che dovrebbe essere l’inseguimento di Roddy Piper. Ma si tratta in realtà di filmati veri dell’inseguimento di O.J. Simpson di due anni prima. Austin si aggiudica la vittoria per KO tecnico grazie al Million Dollar Dream.

Successivamente, assistiamo al debutto a WrestleMania di Hunter Hearst Helmsley (accompagnato da Sable), qui ancora con la gimmick da aristocratico, ancora imbattuto dal suo debutto a questa parte. Sotto un forte boato, arriva di gran carriera il rientrante Ultimate Warrior, che sconfigge il futuro Triple H in quello che è un nettissimo squash. Come vedete, non sempre una figura di m… è il declino totale per un lottatore, se andiamo a pensare la carriera che ha avuto il buon Paul Levesque. Nel post-match, un debuttante Marc Mero se la prende con Hunter – nella vita reale, lui è il marito di Sable.

È il momento dei big men della compagnia. The Undertaker affronta Diesel (ormai heel) per concludere una faida raccontata in modo magistrale, con i mind games di Taker che toccano un livello mai visto, facendo sì che Big Daddy Cool trovi il proprio cadavere in una bara. In quello che è finora il miglior match di Undertaker in carriera, match che sfiora le 5 stelle ma ci va appena sotto, il Deadman si porta sul 5-0, sconfiggendo Diesel grazie ad un Tombstone sbalorditivo (vista l’altezza di Kevin Nash) e dopo essersi rialzato dopo DUE Jackknife Powerbomb.

Solo adesso, Goldust e Piper tornano in arena, dove concludono il loro match. Se volessimo contare dall’inizio alla fine, il match sarebbe di circa 50 minuti, se non ho sbagliato a contare. La vittoria va a Roddy Piper, dopo che Goldust, ridotto in mutande (femminili), scappa un’altra volta. La durata ufficiale del match è di 16:47, anche se sul ring ci hanno passato sì e no 6 minuti.

Ed ecco che è ora del main event. Shawn Michaels arriva in modo spettacolare, calandosi dal tetto.

Ha inizio il main event più lungo della storia, e anche il primo da sei anni in cui si affrontano due face. I due iniziano molto lentamente e vanno aumentando il passo a poco a poco, arrivando al top delle loro capacità solo dopo 20 minuti. Durante i 60 minuti, nessuno riesce a “segnare” un punto, ma la contesa rimane ricca di pathos e suspence, con storytelling eccezionale e tecnica formidabile. Il match sfiora le 5 stelle, mancate di striscio appunto per il passo troppo lento durante i primi dieci minuti e anche per la lunga durata, che fa fatica a mantenere l’attenzione del pubblico, anche se i due riescono bene. I momenti finali vedono Shawn Michaels chiuso nella Sharpshooter che si rifiuta di cedere, incitato dal pubblico che vuole vedergli conquistare il meritato massimo alloro. Il tempo scade e siamo ancora sullo 0 a 0. Howard Finkel ci informa che DEVE esserci un vincitore, quindi il match continua con il regolamento “sudden death”, il primo punto vince. Dopo quasi 62 minuti di match, Shawn Michaels va a segno con la Sweet Chin Music e conquista il tanto atteso titolo WWF sotto un forte boato. Vince McMahon, al commento, ce la mette tutta per rendere l’idea della vittoria meritata dal miglior lottatore in circolazione. Ed è così che si conclude questo match eccellente, che ha reso entrambi i contendenti immortali.

Abbiamo assistito a 2:47:50 di show e una somma di lottato di 2:00:21 (se contiamo il match tra Roddy Piper e Goldust per intero), totalizzando quindi 71,7% di lottato! Visto che gran differenza dagli anni precedenti? Niente perdite di tempo con promo, interviste, video package inutili (anche se diventano veramente godibili negli anni a venire), ma semplice, puro wrestling da gustare nello show più grande della disciplina.

Lo show non è particolarmente ricordato per altro che l’Ironman Match, anche se non ha sfigurato Undertaker. Bret si sarebbe preso una pausa dopo questa sconfitta, mentre Shawn Michaels avrebbe continuato a tirare la carretta per tutto il 1996 con prestazioni di alto calibro contro chiunque gli mandavano contro. A dire di Bret Hart, Bret aveva chiesto a Michaels di restituirgli il favore più avanti nel tempo, ma come anni prima con Hulk Hogan, Shawn non fu di parola, alzando quindi notevolmente il livello di frustrazione del buon Hitman. Ma questa è una storia che possiamo approfondire nel prossimo numero. Lo show si becca un buon 6/10 grazie al main event memorabile e una buona prestazione del becchino contro Diesel (che di lì a poco sarebbe andato in WCW insieme all’amico Scott Hall), ma nient’altro di degno di nota. E voi, cosa ne pensate?

Per lodi, critiche, minacce, percosse, tangenti, domande, suggerimenti o parolacce potete utilizzare i commenti oppure contattarmi via FacebookTwitterInstagram oppure via E-Mail scrivendo a [email protected]. L’archivio dei numeri precedenti lo trovate qui. Per chi volesse lasciare un like al mio blog tedesco, faccia un salto qui.

Domani andiamo a vedere la prima WrestleMania senza un numero romano: WrestleMania 13.

Io sono il WWE Vintage Critic, e viaggio nel tempo al posto vostro!

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WrestleMania Ratings (su 10):

WrestleMania 10  – 7

WrestleMania 3 – 7

WrestleMania 8 – 6,5

WrestleMania 7 – 6

WrestleMania 12 – 6

WrestleMania 6 – 5,5

WrestleMania 1 – 5

WrestleMania 11 – 5

WrestleMania 5 – 3,25

WrestleMania 2 – 3

WrestleMania 4 – 2

WrestleMania 9 – 1,5

Fabio Barbuscia
Fabio Barbuscia
Da quando vidi The Undertaker chiudere Ultimate Warrior in una bara, sono rimasto legato a vita a questo mondo magico. Sono quello che accompagna i nostalgici sia in italiano che in tedesco. Sono il WWE Vintage Critic e viaggio nel tempo al posto vostro.
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