WWE Vintage Critic – Countdown to WrestleMania #7

BentornatƏ a bordo! Oggi torniamo negli Stati Uniti e più precisamente a Los Angeles, California. Siamo ancora nel bel mezzo della guerra del Golfo quando Sgt. Slaughter decide di voltare le spalle all’America per andare a simpatizzare con l’Iraq. La kayfabe è ancora sacra, quindi gli americani credono in questo tradimento. Era quindi giusto che arrivasse il patriota a battersi per i valori americani contro il disertore. Eppure, sembra che a molti non importasse di quello che succede su un ring di wrestling, tant’è che sia gli acquisti PPV che la vendita dei biglietti calò notevolmente rispetto all’anno precedente. 400.000 gli acquisti, mentre la vendita dei biglietti calò a tal punto da dover spostarsi dal LA Memorial Coliseum alla Los Angeles Sports Arena (più piccola), anche se la WWE ha sempre affermato che si trattasse di una misura di sicurezza contro il terrorismo. Addirittura, alcuni anni fa si diceva che durante lo svolgimento di questa storyline, Sgt. Slaughter sarebbe stato costretto a esibirsi munito di giubbotto antiproiettile. Fate voi, credete quello che volete.


La storia di punta era di certo questa, ma un’altra storyline era il Career vs. Career Match tra Randy Savage e Ultimate Warrior. Una faida costruita alla grande che lasciava tutti con il fiato sospeso, perché entrambi erano stelle di primissimo ordine, e nessuno riusciva a immaginarsi che uno dei due avrebbe mai lasciato la compagnia. Col senno di poi, non viene tanto difficile immaginarselo, eh?

Bando alle ciance. Allacciate le cinture, si parte!

WrestleMania VII

È il 24 marzo 1991, gli spettatori sono 16.158 e al commento ci sono Gorilla Monsoon e Bobby Heenan, che viene sostituito da Hacksaw Jim Duggan per l’opener. Prima però, c’è Willie Nelson a cantare l’inno nazionale. Va anche menzionato che fa il ritorno la mania delle guest star. Oggi ci accompagnano in diversi ruoli Regis Philbin, Alex Trebek e Marla Maples, tutti e tre personaggi dello spettacolo, l’ultima anche seconda moglie di Donald Trump.

Partiamo in bellezza con i Rockers che sconfiggono Haku e The Barbarian in un opener emozionante e degno di un grande palco come WrestleMania. Questo Shawn Michaels farà strada, che ne pensate?

Il secondo match vede Texas Tornado (Kerry von Erich) sconfiggere Dino Bravo in quello che è – di fatto – uno squash. È l’ultima WrestleMania per entrambi (per Kerry era anche la prima), moriranno nel 1993, suicida il primo, assassinato l’altro.

Nel terzo match, The British Bulldog (un tempo conosciuto come Davey Boy Smith, ma ha assunto il nome del tag team di cui faceva parte dopo la dipartita del compagno, Dynamite Kid – ma voi immaginate un Ridge Holland che un giorno si chiamerà The Brawling Brute?) affronta The Warlord in quello che è una misura di forza tra due uomini talmente muscolosi che non passerebbero un Wellness Test. Notevole la massa di muscoli messa su dal buon Smith nel giro di uno o due anni. Il match non dispiace, può essere tranquillamente definita una delle migliori performance di Warlord, grazie soprattutto al carryjob di Bulldog. Vince British Bulldog, che riceve un push nei mesi a venire.

Il quarto match è per i titoli di coppia detenuti dalla Hart Foundation. Ehi, guarda, c’è Kevin McCallister! Gli sfidanti sono i Nasty Boys (Brian Knobbs e Jerry Sags). Non sono mai stati dei grandi lottatori, ma quando sali sul ring con Bret Hart, ne viene sempre fuori qualcosa di piacevole. E così è anche qui. I Nasty Boys vincono i titoli in un buon match. Questa sconfitta serve però a dividere la Hart Foundation (senza split e passaggio a heel di nessuno dei due, ma guarda un po’!) e permettere a Bret Hart di iniziare la sua carriera da singolo.

La storyline che costruì il quinto match fu grandiosa ai tempi e il match era molto atteso: Jake “The Snake” Roberts affronta “The Model” Rick Martel in un Blindfold Match, vale a dire che entrambi sono bendati e devono fare affidamento sul loro tatto e il loro udito. Match perfetto per i bambini, un po’ meno per gli adulti. Jake Roberts si aggiudica, giustamente, la vittoria e mette fine a questa faida.

Segue il match numero sei e assistiamo al debutto al Granddaddy of them All di un giovincello promettente (che proprio oggi, 24 marzo ’91, compie 26 anni) di cui sicuramente avrete sentito parlare: si tratta di un certo The Undertaker, che affronta il veterano “Superfly” Jimmy Snuka. Snuka, ormai, è chiamato solo a elevare le superstar di domani, e svolge bene il compito. Undertaker si aggiudica la vittoria in un match dominante ed è 1-0 per il Deadman.

È la volta di uno dei match più attesi della serata. Si affrontano The Ultimate Warrior e “Macho King” Randy Savage in un Career vs. Career Match, durante il quale viene avvistata tra il pubblico Miss Elizabeth, “separata” da Randy Savage da ormai due anni (nella vita reale erano sposati da anni). In un match davvero bellissimo, sul quale non mi vengono in mente battute, se non quella che Warrior decide di rimproverare la sua mano quando fallisce lo schienamento, Warrior sconfigge Randy Savage, costringendolo al ritiro (almeno si pensava). Questo è senza dubbio il miglior match mai disputato da Ultimate Warrior, ancora migliore del match contro Hogan dell’anno precedente. E non è stato un carryjob, perché Warrior ci ha messo di suo. Nel post-match, Ultimate Warrior se ne va mentre Sensational “Queen” Sherri, furiosa per la sconfitta, decide di prendere a calci Randy Savage, ma arriva di gran carriera Miss Elizabeth che la getta fuori dal ring. In un primo momento, Savage è incredulo, ma poi segue uno dei momenti più emozionanti della storia di WrestleMania quando i due si riconciliano abbracciandosi sul ring, tant’è che la regia ci mostra molti fan in lacrime. Una scena davvero emozionante e una storyline raccontata così bene. Questo cimenta il ritorno tra le fila dei face di Randy Savage che viene ora osannato dai tifosi che lo salutano nella convinzione di non rivederlo mai più. Davvero, senza dubbio un WrestleMania Moment memorabile.

Prima del prossimo match, Regis Philbin vuole intervistare Undertaker che però prende le misure dello showman. Niente di memorabile, ma mi è venuto da ridere.

Dopodiché, vediamo Genichiro Tenryu e Koji Kitao sconfiggere i Demolition, nel frattempo composti da Smash e Crush (meglio conosciuto più avanti come Brian Adams), cosa molto discutibile visto che gli orientali non erano parte del roster in pianta stabile come lo erano i Demolition. È anche vero, però, che Crush, pur facendo bene, non era Ax, e il tag team ne risentiva.

Siamo arrivati al match numero 9: Big Boss Man sfida il campione intercontinentale Mr. Perfect. Bobby Heenan interferisce di continuo, ma ecco che arriva André The Giant a dare man forte a Boss Man. Arrivano però anche Haku e The Barbarian che attaccano Boss Man e scatta la squalifica. Post-match, André e Boss Man scacciano gli heel. Il gigante è ormai peggiorato vistosamente, ma è sempre un piacere vederlo in azione per l’affetto che il pubblico gli riserva. È la sua ultima apparizione a WrestleMania – anche lui morirà nel 1993.

Seguono due match che di fatto sono degli squash. Prima Earthquake sconfigge Greg “The Hammer” Valentine, poi la Legion of Doom (Hawk e Animal) battono Power & Glory (Paul Roma e Hercules) in un solo minuto. Andiamo avanti.

Il dodicesimo match vede in palio la Million Dollar Championship. Ted DiBiase, campione in carica, affronta il suo ex-servo Virgil in un match tanto atteso quanto deludente. La storyline del face turn di Virgil è stata magistrale, purtroppo però, Virgil era un bidone e non ha mai soddisfatto le aspettative. Il match è ricordato per il coinvolgimento fisico di Roddy Piper in favore di Virgil. Virgil vince per count-out, quindi non conquista il titolo. Nel post-match, Ted DiBiase attacca Piper (che è in stampelle) e viene appoggiato da Sensational Sherri, che d’ora in avanti gli farà da manager.

Match numero 13: Tito Santana è chiamato a mandare over una nuova promessa (seee…) e viene sconfitto in pochi minuti da The Mountie, che era prima conosciuto come Jacques Rougeau, grazie all’utilizzo del suo pungolo elettrico.

Ed è ora del main event. Questa volta non solo è il palio la WWF Championship, ma soprattutto l’onore americano. In un match non certo grandioso, ma piacevole e ricco di emozione, Hulk Hogan sconfigge Sgt. Slaughter (e quindi l’Iraq) e si laurea per la terza volta campione del mondo della WWF, un traguardo finora mai raggiunto da nessuno. Lo show si conclude con Hogan festante con tanto di bandiera americana. Non è l’ultima WrestleMania con Hogan a concludere lo show, ma può essere comodamente considerata l’ultima della Golden Era.

Questa sera abbiamo visto 1:57:01 di lottato in uno show dalla durata di 3:30:14, arrivando a 55,7% di wrestling. Lo Showcase of the Immortals è denominato così per dei buoni motivi, e questa edizione ha dato il suo contributo. Hulk Hogan che si batte per l’orgoglio americano, Randy Savage che dopo una prestazione incredibile si riconcilia con la compagna, due tag team match riusciti bene, apparizioni di mostri sacri come Roddy Piper e André The Giant… insomma, diciamo che ce l’hanno messa tutta. Una cosa che oggi, a WrestleMania, sarebbe impensabile per il fan moderno, invece, sono quei match che servono a costruire nuove star. Texas Tornado, Earthquake, The Mountie, Undertaker… anche a questo serviva il grande palco! A mettere in mostra le nuove leve, e “testarli” di fronte al grande pubblico. Oggi, tutti vorremmo solo stelle di prima grandezza esibirsi al Granddaddy of them All, ma non dimentichiamoci i primi anni! WrestleMania è sempre stata il “primo approccio” al wrestling per molti. Come sarebbe andata la carriera di Undertaker se non l’avessero fatto lottare a WrestleMania finché non fosse una star affermata, tipo nel 1997 o 1998? Avrebbe avuto lo stesso successo? Non lo sappiamo, ma va comunque pensato.

Come voto finale, mi sento di dare a questa WrestleMania un buon 6/10, perché non è tra le più ricordate di tutte e molti match erano mediocri, ma abbiamo assistito a due tag match più che sufficienti, un main event decente ma emozionante e un match grandioso a metà show. Vi consiglio vivamente di vedere quel match. Non ve ne pentirete.

Per lodi, critiche, minacce, percosse, tangenti, domande, suggerimenti o parolacce potete utilizzare i commenti oppure contattarmi via FacebookTwitterInstagram oppure via E-Mail scrivendo a [email protected]. L’archivio dei numeri precedenti lo trovate qui. Per chi volesse lasciare un like al mio blog tedesco, faccia un salto qui.

Vi aspetto domani per WrestleMania VIII.

Io sono il WWE Vintage Critic, e viaggio nel tempo al posto vostro!

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WrestleMania Ratings (su 10):

WrestleMania 37

WrestleMania 7 – 6

WrestleMania 6 – 5,5

WrestleMania 1 – 5

WrestleMania 5 – 3,25

WrestleMania 2 – 3

WrestleMania 4 – 2

Fabio Barbuscia
Fabio Barbuscia
Da quando vidi The Undertaker chiudere Ultimate Warrior in una bara, sono rimasto legato a vita a questo mondo magico. Sono quello che accompagna i nostalgici sia in italiano che in tedesco. Sono il WWE Vintage Critic e viaggio nel tempo al posto vostro.
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