WWE Vintage Critic – Countdown to WrestleMania #6

Ciao a tutti. Oggi usciamo dagli Stati Uniti e ci rechiamo insieme a Toronto, Canada. La sesta edizione di WrestleMania si tenne nel nuovissimo SkyDome con una capienza di quasi 70.000 spettatori. Gli acquisti calarono a 550.000, probabilmente perché non a tutti piaceva l’idea di vedere affrontare due babyface nel main event. Ma non possiamo certo negare che il suddetto main event è stato costruito alla perfezione, come si può vedere dalla reazione del pubblico in arena. La tagline della serata era “The Ultimate Challenge”, e sono sicuro che in molti avete sentito parlare di questo match, anche perché fu uno dei primi match a essere trasmessi in Italia, se non vado errato. Per cui, pronti a salire sulla DeLorean? Si parte!

WrestleMania VI

1° aprile 1990, ci troviamo dinnanzi a 67.677 spettatori più Edge sedicenne, quindi 67.678. L’inno nazionale, stavolta, è ovviamente quello canadese, “O Canada”, cantato da Robert Goulet, che fa bene.

Per aprire lo show, notiamo il ritorno dei mini-ring adoperati per WrestleMania 3. “The Model” Rick Martel – nel frattempo heel e dotato di una gimmick caratterizzante – sconfigge Koko B. Ware in uno squash, e mi pare novità quando c’è lui. Il secondo match vede i Demolition sconfiggere la Colossal Connection, che è composta da Haku e André The Giant. Post match, Bobby Heenan se la prende con André, anche se è stato Haku a colpire il francese per sbaglio, costando il match al team, nonche i titoli di coppia. Heenan molla uno schiaffo al gigante, che per tutta risposta lo gonfia di botte e gira quindi a face, per la gioia immensa del pubblico che esplode e intona cori in suo favore.

Segue poi il debutto a WrestleMania di John Tenta alias Earthquake, che somiglia molto a Bud Spencer, ma ancora più grosso e meno agile, quindi beniamino di Vince McMahon, ma comunque heel della contesa benché canadese. Batte Hercules in uno squash (letteralmente) e infierendo con la sua Earthquake Splash anche post match, cosa che lo afferma come forza devastante e inarrestabile perché Vince voleva vederlo a tutti i costi nei piani alti.

Nel match numero 4 della serata, un ancora imbattuto Mr. Perfect se la vede con Brutus “The Barber” Beefcake in un match decente, caratterizzato dalla spacconaggine di Hennig, che alla fine però gli costa il match, venendo sconfitto per la prima volta (in TV) da Beefcake, che rasa i capelli di The Genius (manager di Mr. Perfect) post match.

Il sesto match è un capitolo sottochiave, al giorno d’oggi, tant’è che non lo troverete sul WWE Network. “Rowdy” Roddy Piper affronta Bad News Brown, che ha la gimmick del picchiatore cresciuto nel ghetto americano. Per l’occasione, Roddy Piper si dipinge per metà di nero. Questo è il motivo per cui il match è stato tagliato e bannato dagli archivi WWE, visto che il “Blackfacing” è considerato razzista. A nulla servivano le affermazioni di Piper di averlo fatto per ricordare a tutti che non è il colore della pelle a definire se sei stron*o o meno. Su questo, penso, gli diamo tutti ragione. Peccato però che prima del match fece un promo dove imitava appunto una persona di colore stereotipica dei ghetti. Tant’è che Bad News Brown ha tenuto rancore a Piper fino alla fine dei suoi giorni, anche se Piper ribadì più volte che “nel wrestling non si ha tempo di essere razzisti”. Per farla breve, il match finisce in doppio countout e la faida continua.

Lo scandalo vero e proprio arriva con il match successivo: la Hart Foundation sconfigge i Bolsheviks (Nikolai Volkoff e Boris Zhukov) in soli 19 secondi, battendo di fatto il record di King Kong Bundy di WrestleMania 1 (anche se non accreditato perché Bundy ce ne mise 9, a dire della WWE). Il vero scandalo è che hanno sprecato un mostro sacro come Bret Hart – di fronte al pubblico di casa – in soli 19 secondi. Ma come si fa? Come? Vince, se stai leggendo queste righe, CHIEDICI SUBITO SCUSA!

The Barbarian sconfigge Tito Santana in un match non brutto, ma comodamente dimenticabile. Poi vediamo quello che avrebbe dovuto essere uno showdown tra due grandi e invece è un Mixed Tag Team Match. Dusty Rhodes e Sapphire affrontano “Macho King” Randy Savage e Sensational “Queen” Sherri. I primi hanno portato con se Elizabeth che ancora soffre della rottura con Randy Savage. Il coinvolgimento fisico di Elizabeth è motivo di scalpore tra i tifosi perché raramente accadeva. Il match se lo aggiudicano Rhodes e Sapphire.

Come prossimo match, The Rockers affrontano The Orient Express, che sono Sato e Tanaka. Il match finisce per countout a favore degli orientali dopo che il loro manager, Mr. Fuji, interviene e permette a Sato di gettare la famosa “Fuji Dust”, che è sale, negli occhi di Marty Jannetty. Prestazione decente, ma questi due team si rivedranno alla Royal Rumble 1991 in un match assai migliore.

Dopo, vediamo “Hacksaw” Jim Duggan affrontare Dino Bravo. Il match è caratterizzato dalla stupidità di Duggan, che cerca di intonare cori “USA, USA” di fronte ad un pubblico canadese e per giunta mentre affronta un canadese. Vince però comunque il match grazie al suo 2×4 che usa contro Bravo.

Jake “The Snake” Roberts sfida “Million Dollar Man” Ted DiBiase per la sua Million Dollar Championship, perdendo il match per countout dopo 12 minuti grazie all’interferenza di Virgil che impedisce a Roberts di tornare sul ring. Non può però mancare il serpente Damien, che mette in fuga l’heel codardo per eccellenza (DiBiase). Nel match successivo, Big Boss Man si scontra con il suo ormai ex partner Akeem, cimentando quindi il suo passaggio a face. C’è da dire che è estremamente over con il pubblico. Per i suoi avversari si avvicinano tempi duri… see what I did there?

C’è un breve intermezzo per presentare un nuovo team. Si tratta dei Rhythm and Blues, che sono Greg Valentine e Honky Tonk Man, che fanno la loro entrata a bordo di una decapottabile guidata da un giovanotto che presto conosceremo col nome di Diamond Dallas Page.

Arriva il penultimo match, nel quale “Ravishing” Rick Rude sconfigge il veterano “Superfly” Jimmy Snuka senza troppi complimenti, compiendo il compitino di mandare over una nuova leva (o almeno si spera).

Ed ecco che, finalmente, è ora dell’attesissimo main event con in palio sia la WWF Championship che la WWF Intercontinental Championship. Arrivano (senza l’ausilio del mini-ring) The Ultimate Warrior prima e Hulk Hogan dopo. Pubblico in visibilio, leggermente favorevole a Hogan, ma anche Warrior è tifatissimo. In un match epico (meno dal lottato, ma molto dall’atmosfera), considerato per anni uno dei match più belli di sempre, e senza dubbio tra i migliori in carriera per tutti e due, The Ultimate Warrior sconfigge Hulk Hogan in maniera pulita (cosa che non succedeva MAI) ed è il nuovo campione WWF. Indimenticabile il momento finale in cui i due si abbracciano, mostrandosi rispetto a vicenda. Warrior chiude la serata trionfante e festante e entra a far parte dei più grandi di sempre.

Che finale, ragazzi. Abbiamo assistito a dei momenti storici, mai dimenticati, tipo il faceturn di André The Giant e il grandissimo match tra Hogan e Warrior, ma anche a momenti scandalosi come Roddy Piper dipinto di nero e BRET HART PER SOLI 19 SECONDI!!! AAARGH!!! Scusate. Il lottato è durato 1:39:55 (o 1:33:07 senza Piper vs. BNB), mentre lo show aveva una durata di 3:22:23 quindi circa 49,3% (o 46%) di “in-ring action”. La quota, quindi, è sempre intorno alla metà.

Dunque, che voto diamo a questa WrestleMania? Diciamocela tutta: lo show è stato mediocre, o al massimo, decente dal punto di visto del lottato. Ma in compenso, è stato carico di emozioni lungo tutta la serata. Vuoi per André The Giant che si ribella a Bobby Heenan, vuoi per Beefcake che è il primo a battere Mr. Perfect, Jake Roberts che sfiora la vittoria titolata contro Ted DiBiase, poi il main event con un’atmosfera celestiale. Quando poi chiudi la serata in bellezza, capita spesso che ti offuschi la vista per la mediocrità e ti induce a daro un voto migliore di quanto non meriterebbe. Io direi che con un voto di 5,5/10 le rendiamo il giusto merito. Perché, a confronto diretto con WrestleMania 1, questa edizione era decisamente migliore. Ma non è di certo tra le migliori WrestleMania di sempre. Tuttavia, Warrior vs. Hogan è un match che ogni buon fan della WWE dovrebbe conoscere e avere visto. Ecco perché ve l’ho riportato qui. Non ringraziatemi.

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Ci vediamo domani per WrestleMania VII.

Io sono il WWE Vintage Critic, e viaggio nel tempo al posto vostro!

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WrestleMania Ratings (su 10):

WrestleMania 3 – 7

WrestleMania 6 – 5,5

WrestleMania 1 – 5

WrestleMania 5 – 3,25

WrestleMania 2 – 3

WrestleMania 4 – 2