WWE Vintage Critic #5 – WrestleMania 3

Salve a tutti e scusate la lunga attesa, purtroppo la scorsa settimana ero invitato ad un ricevimento, quindi non ho potuto fornirvi la rubrica migliore del mondo (seeee). Per cui bando alle ciance e partiamo subito.


Il 1987 ĆØ considerato un anno di grande successo per la World Wrestling Federation. Il wrestling stava crescendo come mai prima d’ora, cosa che un certo Vince McMahon sapeva benissimo, quindi decise di organizzare la terza edizione dello Showcase of the Immortals in un’arena gigantesca. Il Granddaddy of them All fu trasmesso a circuito chiuso in 160 localitĆ , ed allo stesso tempo in Pay-Per-View. In totale, fu visto da diversi milioni di spettatori e generò circa 10,3 milioni di dollari di entrate. Solo la vendita dei biglietti riscosse circa 1,6 milioni di dollari. CosƬ WrestleMania 3 ha battuto alcuni record, alcuni dei quali sono rimasti ineguagliati a lungo, in parte fino ad oggi.

Ancora oggi si discute su quale numero di spettatori fosse quello giusto. La WWF/WWE annunciò l’ingente numero di 93.173 spettatori presenti al Pontiac Silverdome. Qualche anno dopo, il giornalista ed editore della “Wrestling Observer Newsletter” Dave Meltzer corresse questa cifra a circa 78.000, il che ĆØ comunque impressionante. Quale affermazione sia vera, non fu mai chiarito del tutto.

Il motto di WrestleMania 3 era “Bigger. Better. Badder.ā€ ƈ considerata una pietra miliare nella storia dello sports entertainment. Ma andandola a valutare, reggerebbe il confronto con gli standard di oggi? Diamole un’occhiata!

Come premessa, vorrei aggiungere che ho deciso di servirmi dello stile play-by-play durante i match solo se opportuno a causa della qualitĆ  del match o dell’importanza. Per il resto farò dei riassunti, onde aumentare la leggibilitĆ  senza rischiare di annoiare i lettori. Spero siate d’accordo.

Dato che mi servo della versione del WWE Network, alcune cose potrebbero essere state censurate, rimosse o modificate. Quindi, se scoprite degli errori di completezza, prendetevela con la WWE. Chi trova errori di ortografia, ĆØ autorizzato a tenerseli come ricordo. Qualora invece foste di un parere diverso dal mio, non esitate a farmelo sapere. Mi fa piacere discuterne, inoltre nessuna opinione ĆØ quella ā€œgiustaā€ o ā€œsbagliataā€ quando si parla di wrestling. Ed ora buona lettura e ricordate: Io sono il WWE Vintage Critic, e viaggio nel tempo al posto vostro.

WrestleMania 3 – 29 marzo 1987 – Pontiac Silverdome a Pontiac, MI

La presunta WrestleMania più importante della storia non inizia che con un intro semplicissimo: il logo ā€œWrestleMania IIIā€. DopodichĆ©, si parte con una panoramica del Pontiac Silverdome pieno sino all’ultimo posto. Davvero impressionante, bisogna assolutamente vederlo. Vince McMahon ci saluta con le celebri parole:

 ā€žLadies and gentlemen, welcome to the magnificent Silverdome! And WELCOME TO WRESTLEMANIA 3!ā€

Il pubblico risponde con applausi assordanti. Vince racconterĆ  in diverse occasioni quanto fosse emozionato mentre pronunciava questo saluto, perchĆ© in quell’istante pensava a suo padre, scomparso qualche anno prima. Vince annuncia la prima guest star: la “Queen of Soul” Aretha Franklin. Ella va a sedersi al pianoforte allestito a pochi metri dal ring e suona cantando “America the Beautiful”. Nel frattempo, vediamo alcune immagini simboliche da ā€œAmerican way of life”. Tutto il pubblico ĆØ in piedi, e ci sta, perchĆ© la Franklin va fortissimo. A fine canzone, le si riserva un meritatissimo standing ovation.

Subito dopo, Gorilla Monsoon e Jesse “The Body” Ventura ci danno il benvenuto con la leggenda del baseball Bob Uecker e la presentatrice di “Entertainment Tonight” Mary Hart. Insieme, parlano della serata che ci aspetta.

Tag Team Match

The Can-Am Connection (Rick Martel & Tom Zenk) vs. “Cowboy” Bob Orton & The Magnificent Muraco (con Mr. Fuji)

VC: Martel e Zenk sono i face, Orton e Muraco gli heel. Zenk lasciò la WWF poco dopo WrestleMania 3 a causa di un disaccordo contrattuale. Martel aveva avuto successo nella AWA, ma nella WWF militò quasi sempre solo nel midcarding. Si chiamano Can-Am Connection perchĆ© Zenk ĆØ americano e Martel ĆØ canadese, quindi ā€œCan(ada)-Am(erica)-Connectionā€. Bob Orton ha preso un po’ di peso rispetto all’anno precedente.

Un match che parte piuttosto equilibrato, con i face che fanno uso della loro agilitĆ  per contrastare la potenza soprattutto di Muraco. C’è da dire che ĆØ molto difficile distinguere i face, che raramente si vedono in faccia, e non solo vestono in modo identico (pantaloncini e stivali bianchi), ma hanno addirittura lo stesso taglio di capelli. Gorilla Monsoon definisce un backflip ā€œa nice maneuverā€. Ritmo veloce che non sboccia mai in noiose fasi di isolamento, però i face effettuano comunque l’Hot Tag e parte poi il caos totale che fa perdere il controllo persino all’arbitro, che non capisce più nemmeno chi sia l’uomo legale sul ring. Il finale arriva dal nulla in quanto Muraco ribalta dapprima un Irish Whip, mandando Rick Martel tra le corde, che si lancia peró su Muraco con un Crossbody che chiude il match schienando il ā€œMagnificent Oneā€.

Vincitori per schienamento: The Can-Am Connection (5:37 minuti)

VC: ** 1/2 Breve durata, ma piacevole. Opener riuscito per scaldare il pubblico, benché abbiano svolto solamente il compitino. Non mi sarebbe dispiaciuto vederne alcuni minuti in più.

I face celebrano la loro vittoria. DopodichĆ© vediamo un riassunto su quello che portò al match successivo. Poi ā€œMeanā€ Gene Okerlund intervista Hercules e il suo manager, Bobby “The Brain” Heenan. Entrambi chiamano l’avversario di Hercules “Billy Jerk Haynes”. Ricordate nell’ultimo numero che vi avevo annunciato questo match? Hercules parla come se fosse il vero Ercole, quello della mitologia greca: proprio come migliaia di anni fa fece crollare i pilastri di Roma e causò lo stupore di Sansone, cosƬ insegnerĆ  al suo avversario oggi cosa sia la paura. Non sto scherzando! Ha detto cosƬ. Ora, cari bambini, sapete cos’ĆØ successo veramente a Ercole: All’etĆ  di diverse migliaia di anni, approdò nella WWF e militò nel lowcarding. Tenetelo a mente per il prossimo esame sulla mitologia greca!

The Battle of the Full Nelsons

Billy Jack Haynes vs. Hercules (con Bobby “The Brain” Heenan)

VC: Haynes ĆØ il face, Hercules ĆØ l’heel. I wrestler vengono trasportati verso il ring all’interno dei famosi mini-ring, che sono un cult del wrestling vintage.

Jesse Ventura e Gorilla Monsoon discutono di quale Full Nelson sia più potente. Ventura ĆØ convinto che sia quello di Hercules, per Monsoon ĆØ quello di Haynes. BenchĆ© il match sia ā€œThe Battle of the Full Nelsonsā€, ĆØ un match regolare che va terminato tramite schienamento o sottomissione. Billy Jack Haynes segue però il filone del Full Nelson e tenta di applicarlo in ogni occasione, fallendo. Hercules, dal canto suo, mette a segno mosse da powerhouse, finendo addirittura per fare lo spavaldo, interrompendo lo schienamento. Da notare come alcuni spot siano premurosi, visto che Haynes dopo un Vertical Suplex sembra sfinito come se fosse stato a Suplex City. Infatti, non riesce nemmeno a stare in piedi nonostante sia in fase di comeback. Questo dĆ  a Hercules la possibilitĆ  di chiudere l’avversario nel Full Nelson, che per poco non causa la sconfitta di Haynes, ma dopo due tentativi riesce a liberarsene, con il pubblico che applaude. Continuano ad attaccarsi a vicenda con delle mosse powerhouse, poi una Double Clothesline manda al tappeto entrambi. Una volta in piedi, Haynes finalmente chiude l’avversario nel Full Nelson, generando un grande pop, ma Hercules se ne libera gettandosi fuori dal ring. Haynes lo segue e lo chiude nel Full Nelson fuori dal ring, incapacitando del tutto Hercules, ma essendo fuori, non c’è sottomissione che tenga, ed Haynes non si accorge che il tempo per tornare sul ring ĆØ scaduto.

Doppio Countout (7:44 minuti)

Per liberare il suo protetto, Bobby Heenan attacca Haynes con dei calci. Haynes lo insegue. Jesse Ventura afferma di non aver visto Heenan attaccare Haynes. Ventura è troppo forte. Heenan scappa, ma continua a provocare Haynes. Hercules si rialza e attacca Billy Jack con le sue catene. Si allaccia le catene intorno alla mano e dà a Haynes diversi pugni in faccia, causando una vistosa ferita a Haynes. Ed ecco il Full Nelson di Hercules. Dopodiché, se ne va con Heenan, che alza il braccio del suo protetto in segno di presunta vittoria.

VC: ** La buona volontĆ  c’era. Entrambi hanno preparato sistematicamente il loro Full Nelson, tentando di incapacitarsi a vicenda, ma alcuni spot mi sembravano un po’ affrettati, come dicevo prima. Haynes era improvvisamente ad un passo dalla morte, benchĆ© non avesse subito granchĆ©. Non direi che sia stato un match brutto, ma nemmeno tanto bello. Una nota positiva sono (come quasi sempre) i tifosi, che hanno reso il match più grande di quanto non lo fosse in realtĆ . Le scene dopo il match indicano che questa faida sia tutt’altro che finita.

Segue un’altra intervista. Questa volta King Kong Bundy con i suoi due nani, Little Tokyo e Lord Littlebrook. Annuncia che appiattirĆ  tutto ciò che si troverĆ  davanti.

Per il prossimo match, Bob Uecker siede al tavolo dei commentatori. Strizza l’occhio al pubblico a casa.

Six-man Tag Team Match

Hillbilly Jim, Haiti Kid & Little Beaver vs. King Kong Bundy, Little Tokyo & Lord Littlebrook

VC: Hillbilly Jim e i suoi partner sono i face, gli altri sono gli heel. Hillbilly Jim e King Kong Bundy sono i rispettivi capitani di squadra, gli altri quattro sono midget, con tre su quattro che evidenziano questo con i loro nomi che contengono la parola ā€œlittleā€.

Dopo l’ingresso degli heel, c’è anche l’intervista ai face. Hillbilly Jim dice di essere preoccupato per la salute dei suoi partner, quindi si prenderĆ  cura anche di loro, badando che King Kong Bundy non metta le mani addosso a nessuno di loro. Poi li prende entrambi in braccio e si avvia verso il ring. GiĆ  solo dopo aver sentito questo promo, sappiamo cosa aspettarci.

La musica di ingresso di Hillbilly Jim ĆØ vistosamente modificata. Lo si vede dal fatto che entra cantando e ballando, con le parole e i passi che non combaciano per nulla con la canzone che sentiamo.

Iniziano i midget tra di loro, sfornando addirittura qualche mossa bella da vedere. Dopo il caos iniziale, gli heel danno il cambio a Bundy, cosa che però non costringe il midget di turno a dover uscire. Scusate, ma il regolamento non prevede che un midget non possa combattere contro un wrestler ā€œnormaleā€? Ad ogni modo, Little Beaver si lancia con un Dropkick contro la gamba di Bundy, ma non avendo alcun effetto la mossa, Beaver decide di darsela a gambe e di dare il cambio a Hillbilly Jim, che viene acclamato dal pubblico. Jim riesce a mettere Bundy al tappeto con una Clothesline, e dopo un Elbow Drop tenta lo schienamento con l’ausilio dei suoi partner. Ma Bundy scaraventa via tutti quanti. Bundy prende il controllo ma viene ripetutamente attaccato da uno dei midget. Come si dice, quando ĆØ troppo, ĆØ troppo. E mentre l’arbitro si accerta delle condizioni di Hillbilly Jim, Bundy afferra Little Beaver che stava di nuovo attaccandolo e lo manda al tappeto con uno Scoop Slam, con il pubblico che fischia rumorosamente. Bundy infierisce con un Elbow Drop sul nanetto e scatta la squalifica.

Vincitori per squalifica: Hillbilly Jim, Haiti Kid & Little Beaver (3:25 minuti)

VC: DUD – Fatemi capire un’attimo: I midget intervengono da fuori a loro piacimento e non vengono squalificati, ma il wrestler legale si difende da uno di questi attacchi e si becca la squalifica? O la causa della squalifica era l’attacco di un gigante come Bundy contro un ometto che non ĆØ nemmeno la metĆ  di Bundy, oppure l’aver infierito con l’Elbow Drop. Qualsiasi sia la motivazione, il match era brutto. I primi secondi erano piuttosto piacevoli, finchĆ© i midget combattevano tra di loro, ma poi non ĆØ successo più nulla di significativo. Perdita di tempo assoluta.

Bundy intende continuare l’attacco, ma ora perfino i suoi stessi partner intervengono e allontanano Little Beaver. Bundy cerca di attaccare tutti quanti, ma Jim glielo impedisce. Poi discute con l’arbitro per la sua decisione.

Si passa all’area backstage. Mary Hart cerca di intervistare Miss Elizabeth, ma arriva il campione intercontinentale Randy Savage e porta l’attenzione su se stesso. Impedisce ogni domanda rivolta a Elizabeth, dicendo che “affascinante” ĆØ la parola del giorno e “entusiasmo” ĆØ il suo obiettivo. Poi manda via Elizabeth e zittisce la Hart. La storia era che Savage non voleva che Elizabeth parlasse mai con nessuno. Una cosa che rende Savage immortale era proprio la sua capacitĆ  di mettere in atto il suo character dettagliatamente. La mimica, i suoi modi di fare. Sembrava sempre tutto verissimo. Era un grande, punto e basta.

Prima del prossimo match, c’ĆØ un riassunto. “King” Harley Race si definƬ il “King of Wrestling” e pretendeva che tutti si inchinassero davanti a lui. Junkyard Dog ribattĆ© che si sarebbe inchinato solo davanti a Dio. Si venne alle mani ed ecco pronta la faida. Il prossimo match prevede che il perdente si inchini al vincitore. Per aumentare la posta, ĆØ in palio anche la corona.

Prima del match, vediamo un promo di “King” Harley Race insieme a Bobby “The Brain” Heenan e la “Queen of Wrestling”, Fabulous Moolah. Sono tutti sicuri che Race vincerĆ .

Fabulous Moolah ĆØ incaricata di incoronare il “Re” dopo il match. Bob Uecker impazzisce quando sente che Moolah sta per arrivare e lascia il tavolo di commento. La musica d’ingresso di Harley Race ĆØ “The Great Gate of Kiev”, che oggi ĆØ la theme di Jerry “The King” Lawler. Race indossa la tonaca da re. Si fece chiamare ā€œKingā€ dopo aver vinto il torneo “King of the Ring” l’anno precedente. All’epoca era un evento televisivo di minore importanza, quindi i vincitori delle edizioni prima del 1993 non sono noti a molti.

Prima dell’arrivo del suo avversario, vediamo un’intervista con quest’ultimo, che promette di diventare il nuovo re oggi. Poi entra in arena tra applausi frenetici.

Loser Must Bow Match

The Junkyard Dog vs. “King” Harley Race (con Bobby “The Brain” Heenan & The Fabulous Moolah)

Dopo la solita fase di fughe dal ring, JYD riesce a prendere il controllo con i suoi Headbutt micidiali. Combattono anche a bordoring, con Heenan che interviene sempre in aiuto del suo protetto. JYD con un potente Irish Whip contro l’angolo scaraventa Race fuori dal ring, dove però c’è Heenan ad aiutarlo a risalire. Una distrazione da parte di Heenan permette a Race di chiudere il match con un Belly to Belly Suplex dopo appena 4 minuti.

Vincitore per schienamento: Harley Race “King” (4:22 minuti)

VC: ** Molta azione scoordinata e caotica, e stavolta non ĆØ una nota positiva. Booking semplice del cattivo che vince con l’aiuto del suo manager, che in quest’epoca era un finale visto e rivisto spessissimo, ma purtroppo ĆØ stato un match affrettato. Non brutto, ma neanche bello.

JYD si rialza poco dopo ed ĆØ scontento, come del resto il pubblico. Race indossa la sua tonaca e si siede su una sedia a centroring. JYD deve ora inchinarsi come concordato. E lo fa, anche se con grande riluttanza. Race si alza e festeggia con il pubblico (almeno vorrebbe). Ma JYD afferra la sedia, la piega e colpisce Harley Race! Enorme pop del pubblico. JYD strappa la tonaca a Race e la indossa lui. Sulle note di “The Great Gate of Kiev”, lascia l’arena mentre Harley Race continua comunque a festeggiare la sua vittoria (ma de che?).

Vince McMahon è intento ad intervistare il WWF Champion, Hulk Hogan. Questi tira fuori uno dei suoi tipici promo energetici e promette che sconfiggerà André The Giant.

Tag Team Match

The Rougeau Brothers (Raymond & Jacques) vs. The Dream Team (Brutus Beefcake & Greg “The Hammer” Valentine) (con “Lucious” Johnny Valiant e Dino Bravo)

VC: I Rougeaus sono i face, il Dream Team sono gli heel.

Prima del match c’ĆØ un promo del Dream Team. Il match segue il canovaccio del Dream Team visto anche in precedenza: maggiormente ĆØ Valentine a combattere per gli heel, mentre Beefcake entra in azione di rado. I Rougeau convincono come sempre con la loro agilitĆ  e si danno il cambio a vicenda frequentemente, onde evitare di perdere colpi. Il momento chiave arriva quando Beefcake si lancia con un Double Axe Handle su Raymond Rougeau, ma finisce per colpire il suo partner. Dopo la Finisher dei Rougeau contro Valentine (La Bombe de Rougeau) tenta comunque di salvare il suo compagno, ma viene messo fuori combattimento da Jacques. L’arbitro ĆØ distratto dai due uomini che combattono e non vede il Leverage Pin di Ray. Dino Bravo si lancia con uno Splash su Ray e Valentine ne approfitta per schienarlo.

Vincitori per schienamento: The Dream Team (4:03 minuti)

VC: ** ½ Match piacevole e ricco di azione, ma purtroppo troppo breve. Era ancora privo di ā€œflussoā€ che giĆ  era finito. Hanno fatto tutti un ottimo lavoro, ma sfortunatamente il match non ĆØ stato memorabile. Un match tipico che potevo aspettarmi in un weekly. ƈ però servito per il momento chiave.

Valentine, Bravo e Johnny Valiant festeggiano la loro vittoria, ma se ne vanno senza Beefcake, che rimane incredulo nel ring.

VC: Faceturn imminente!!!

E si continua con un altro riassunto: Roddy Piper si era preso una pausa dal wrestling nel 1986. Il suo talk show “The Piper’s Pit” fu quindi sostituito da “The Flower Shop” di Adrian Adonis. Piper tornò e voleva che anche il suo show tornasse, cosƬ distrusse l’equipaggiamento del Flower Shop diverse volte. Questo portò i suoi ex compagni, Bob Orton e The Magnificent Muraco, a parteggiare con Adonis e ad attaccare Piper tutti insieme. Piper, quindi, turnò face. Dopo questi attacchi, distrusse ancora il set del Flower Shop diverse volte e poi pretese un Hair vs Hair Match.

Hair vs. Hair Match

“Rowdy” Roddy Piper vs. “Adorable” Adrian Adonis (con Jimmy Hart)

VC: Pop gigantesco per Roddy Piper. Questo match fu annunciato come il suo “retirement match”. Come sappiamo, però, rimase ancora attivo per ben 12-13 anni, compreso il suo stint in WCW. Negli anni 2000, saliva sul ring sporadicamente. ƈ considerato uno dei migliori talker di tutti i tempi. MorƬ nel 2015 per insufficienza cardiaca dopo un’embolia polmonare all’etĆ  di 61 anni.

La prima fase del match sembra quasi un Handicap Match, visto che Piper continua a combattere sia contro Adonis che contro Jimmy Hart. Dopo una prima fase di dominio della leggenda, ĆØ ancora Jimmy Hart a fare la differenza, regalando il vantaggio al proprio protetto. Combattono fuori dal ring, dove Jimmy Hart continua ad attaccare Piper, ma tornati sul ring, Piper inizia il suo comeback, fermato però da Jimmy Hart che spruzza in faccia a Piper con la pompa di Adonis. Adonis quindi riesce quasi a sottomettere Rowdy con uno Sleeperhold, ma Piper – con l’aiuto non indifferente del pubblico – riesce a riacquistare le sue forze. Adonis ĆØ però convinto di aver vinto e molla la presa per festeggiare con il suo manager. A questo punto il pubblico esplode in un boato perchĆ© arriva Brutus Beefcake e aiuta Piper a rinvenire. Ecco il Faceturn! Piper sbatte Jimmy Hart fuori dal ring, poi chiude Adonis nello Sleeperhold. Adonis non può che cedere.

Vincitore per sottomissione: “Rowdy” Roddy Piper (6:33 minuti)

VC: ** ½ Match decente e pieno d’azione. Troppo breve anche questo. Peccato. Il match ĆØ servito più che altro a finalizzare il faceturn di Brutus Beefcake.

Dopo il match, il pubblico va in estasi mentre Brutus Beefcake afferra le forbici e si prepara a tagliare i capelli di Adonis. Mentre Piper tiene Adonis fermo, Brutus Beefcake (che finisce per optare per un rasoio elettrico) gli rade i capelli nel suo primo “atto ufficiale da parrucchiere”. Grande momento! Che reazione per un parrucchiere che lavora. Dovrei fare il tifo anch’io per il mio. Jimmy Hart cerca di intervenire, ma Piper lo tiene fermo. Mentre Beefcake continua il lavoro, Piper lancia alcuni ciuffi di capelli tra il pubblico. A cose fatte, Piper mette uno specchio davanti all’Adorable One. Adonis cerca di attaccare Piper, ma Piper schiva tutti gli attacchi. Piper mette in fuga Adonis e Jimmy Hart, poi festeggia insieme a Beefcake. Dopo questa sera sarĆ  Brutus ā€œThe Barberā€ Beefcake. Nel frattempo, Adonis cerca di nascondersi la testa e se ne va con Jimmy Hart. Piper assorbe l’aria della folla che grida il suo nome, per poi salutare il pubblico – presumibilmente – per sempre.

Scritto da Fabio Barbuscia
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