WWE Vintage Critic – Countdown to WrestleMania #4

Bentornati anche stasera sulle righe della rubrica più nostalgica del wrestling web italiano. Se ancora ieri ero più che euforico a presentarvi la tappa numero 3, oggi mi tocca – anzi, CI tocca – andare a vedere una delle edizioni meno riuscite della Golden Era. La storyline principale era la WWF Championship resa vacante dopo il famoso “Twin Referee Scandal”, per cui doveva essere incoronato un nuovo (o vecchio) campione in un torneo a 14 partecipanti. Ora, vada pure per un torneo, ma in primis, non andava disputato per intero in una sola serata, e in secundis, lo starpower non era di certo dei migliori, benché notevole per l’era. Questa WrestleMania fu la prima ad essere trasmessa in grande stile (anche) in PPV, generando un buyrate di 6.5, e la prima a superare le tre ore di durata. Andiamola a vedere. Dal Trump Plaza di Atlantic City, NJ…


WrestleMania IV


È il 27 marzo 1988. Non c’entra con lo show, ma colgo l’attimo per rivolgere un pensiero a mio nonno, Barbuscia Giuseppe, che morì proprio in questo giorno. Ciao nonno. Ci manchi ogni giorno.

In arena ci sono 19.199 tifosi. A cantare “America the beautiful”, oggi, c’è la “Empress of Soul”, Gladys Knight, a commentare lo show, invece, ci sono Gorilla Monsoon e Jesse Ventura, con la partecipazione di Bob Uecker.

Il primo match di una serata incentrata su un torneo per il titolo mondiale inizia con una Battle Royal, tanto per fare numero. Non mi metto a elencare tutti i partecipanti, vi basti sapere che i Final Two sono Bret Hart e Bad News Brown, con quest’ultimo che si aggiudica la vittoria, mentre Bret, con la sua ottima prestazione, riesce a farsi notare dal grande pubblico in una battle royal pur sempre più che scadente.

Subito dopo, inizia ufficialmente il torneo, anzi, i match preliminari (perché non bastava assolutamente partire subito con i quarti di finale).

Ted DiBiase batte Hacksaw Jim Duggan grazie all’aiuto di André The Giant, mentre Dino Bravo si becca una squalifica per aver usato l’arbitro come scudo, regalando la vittoria a Don Muraco, che nel frattempo si fa chiamare “The Rock”. Ricky Steamboat sconfigge Greg “The Hammer” Valentine nell’unico match decente della serata. “Macho Man” Randy Savage batte “Natural” Butch Reed senza troppe difficoltà, dopodiché ci gustiamo un match omone contro omone, con One Man Gang che batte Bam Bam Bigelow per countout in uno dei finali più deficienti che vedrete mai: Bam Bam perde perché si trova sull’apron. Vi sembra che stia scherzando? Magari.

Se però finora non avete avuto voglia di strapparvi gli occhi dalle orbite, adesso è il momento migliore. Nell’ultimo match preliminare, si affrontano due mostri sacri quali sono Jake “The Snake” Roberts e “Ravishing” Rick Rude in quello che è un match assolutamente inguardabile, che finisce per giunta in un pareggio per via del limite di tempo scaduto. QUINDICI minuti che nessuno vi restituirà più, di una prestazione altamente deludente per il calibro di lottatori coinvolti. Sicuramente i giornalisti che parlano male del wrestling, avranno visto questo match. Per quanto riguarda il torneo, grazie a questo risultato, One Man Gang passa direttamente alle semifinali, il ché ci costa il piacere di vedergli disputare un match in più. Che peccato…

Come intermezzo, prima di passare ai quarti di finale, vediamo il debutto del grande Ultimate Warrior, che batte Hercules in un match brutto, ma grazie al suo carisma, tendiamo a dimenticarcene.

Il torneo – costruito totalmente intorno a Hulk Hogan e André The Giant – continua, ed ecco appunto affrontarsi i due diretti interessati nel primo quarto di finale. A questo punto direi: “Interrompiamo WrestleMania 4 per trasmettere WrestleMania 3!”, ma mi tocca constatare che non c’è paragone, questo match provoca una sola cosa: pena per André, che palesemente soffre per l’acromegalia. Il colpo di scena arriva dopo quasi sei minuti: Hulk Hogan si lascia prendere dalla rabbia e rifila una sediata al francese, provocandone un botta e risposta, e scatta la doppia squalifica, estromettendo tutti e due dal torneo. E meno male che erano i favoriti alla vittoria finale, eh? A nulla serve la replica del WrestleMania Moment dell’anno precedente (Bodyslam contro André), se non a placare i tifosi preoccupati per i debiti che li perseguiteranno fino al 1999 per avere scommesso tutti i loro averi su Hulk Hogan.

Questo risultato regala il passaggio diretto in finalissima al vincitore del match successivo. Qui la spunta ancora Ted DiBiase battendo d’astuzia Don Muraco, mentre subito dopo, Randy Savage supera Greg Valentine.

Finiti i quarti, segue un altro match da intermezzo. Brutus “The Barber” Beefcake sfida il campione intercontinentale, Honky Tonk Man. Per pochissimo, il titolo non passa di mano, ma Jimmy Hart opta per far squalificare HTM con una megafonata all’arbitro, rimettendoci una parte dei capelli, tagliatigli da Brutus Beefcake, che mai arriverà più vicino di così alla conquista di una cintura da singolo.

Dopo il match, André The Giant ci regala un WrestleMania moment:

Altro match da intermezzo: The Islanders e Bobby “The Brain” Heenan sconfiggono i British Bulldogs e Koko B. Ware in un altro match – ripetete con me, bambini – brutto.

Nell’unica semifinale del torneo, Randy Savage vince per squalifica perché One Man Gang è un imbecille che si gioca la possibilità di diventare campione del mondo. Noi ringraziamo, ma rimane comunque un imbecille.

Per dare dunque a Randy Savage il tempo di riprendere fiato, si disputa il penultimo match, con in palio le cinture di coppia, detenute da Strike Force (Tito Santana e Rick Martel). Gli sfidanti sono i Demolition, Ax e Smash, che conquistano i titoli con l’aiuto del loro manager, Mr. Fuji.

Ed ecco che, finalmente, assistiamo alla finale del torneo. “Macho Man” Randy Savage, tifatissimo, sconfigge Ted DiBiase e si laurea per la prima volta campione del mondo della WWF. Match brutto, ma WrestleMania Moment bellissimo, oscurato dall’egocentrismo di Hulk Hogan, che, pur indicando la nuova star appena consacrata, non perde occasione per mettersi in primo piano di fronte a tutte le telecamere. D’altronde, lui è Hulk Hogan, brother! Grazie a Dio, però, il pubblico sa apprezzare Randy Savage anche senza l’ausilio dell’Hulkster.

La durata totale dei match è di 1:54:10, mentre lo show è durato 3:33:22. Il ché ci porta ad una percentuale di 53,5% di lottato. Mica male, eh?

Questa WrestleMania è purtroppo caratterizzata da qualsiasi parola dal carattere negativo: brutta, scadente, deludente, e chi più ne ha, più ne metta. Memorabile per la prima vincita del massimo alloro di Randy Savage, ricordata anche per la scena di André The Giant che strangola Bob Uecker, ma comunque brutta. Nulla da vedere, nulla da ricordare, con tutta la buona volontà che la compagnia ci aveva messo, gettando nella mischia gente del calibro di Ricky Steamboat, Tito Santana, Bret Hart e i British Bulldogs, ma a nulla è servito perché sembrava davvero essere una giornata storta per tutti questi ultimi. Per cui non mi sento di dare a questa ‘Mania meglio di un 2/10. Non vado peggio di così perché la vittoria di Randy Savage è un momento indimenticabile da vedere assolutamente.

Per lodi, critiche, minacce, percosse, tangenti, domande, suggerimenti o parolacce potete utilizzare i commenti oppure contattarmi via FacebookTwitterInstagram oppure via E-Mail scrivendo a wwevintagecritic@gmail.com. L’archivio dei numeri precedenti lo trovate qui. Per chi volesse lasciare un like al mio blog tedesco, faccia un salto qui.

Ci vediamo domani per WrestleMania V.

Io sono il WWE Vintage Critic, e viaggio nel tempo al posto vostro!

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WrestleMania Ratings:

WrestleMania 3 – 7/10

WrestleMania 1 – 5/10

WrestleMania 2 – 3/10

WrestleMania 4 – 2/10

Scritto da Fabio Barbuscia
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