You’re Next #152

Wrestlemania 26 è alle porte, e chiudiamo con questo editoriale pre-Showcase Of The Immortals la presentazione degli Hall Of Famer classe 2010, che saranno introdotti nell'Arca della Gloria della WWE il 27 marzo a Phoenix, in Arizona, ventiquattro ore prima del Grand Daddy Of'em All.


O meglio, mancando appena tre personaggi alla nostra lista, You're Next! vorrebbe chiudere queste presentazioni, ma non se lo può permettere, per il semplice fatto che tra Stu Hart, Bob Uecker e Gorgeous George, quest'ultimo merita un numero a parte. Largo perciò ai primi due, mentre l'epopea di Gorgeous Geroge troverà ampio spazio tra due settimane.

Iniziamo con Bob Uecker, il cui nome, nell'aria già da qualche giorno, è stato ufficializzato nel corso dell'ultima puntata di Raw. Nato a Milwaukee, nel Wisconsin, nel gennaio 1935, Uecker entra nella Hall Of Fame della WWE come special guest, visto che la sua vita sportiva è legata al baseball, sotto ogni aspetto: prima come giocatore, undici anni nella Major League con la perla della vittoria nelle World Series del 1964 con la maglia dei St. Louis Cardinals, poi come commentatore della sua prima squadra, i Milwaukee Brewers, e del programma Monday Night Baseball della ABC, dove introdusse per la prima volta (siamo negli anni '70) la figura del color commentator a fianco del commentatore serio e tecnico.

Noto per il suo straordinario senso dell'umorismo, Uecker ha rinnovato la sua celebrità negli Stati Uniti come protagonista di alcune pubblicità e, soprattutto, interpretando Harry Doyle, il bislacco ed esilarante commentatore dei Cleveland Indians nella saga “Major League”, serie di film semi-demenziali con Charlie Sheen molto conosciuta anche in Italia.

Per quanto riguarda il wrestling, Uecker ha legato il suo volto ad alcune comparsate a Wrestlemania III e IV: nel primo caso svolse il prestigioso ruolo di ring announcer nello storico main event tra Hulk Hogan e Andre The Giant, mentre nel secondo faceva l'intervistatore nel backstage, ed è passato alla storia il segmento con lo stesso Andre che lo prendeva per il collo, strozzandolo con le sue manone.

Ora, per quanto chi scrive sia un grandissimo fan di Uecker, c'è da dire che un paio di segmenti a Wrestlemania non danno a nessuno il diritto di entrare nella Hall Of Fame della WWE. Però, c'è un però: se nella HOF c'è Pete Rose, il guest host dell'ultima puntata di Raw, grande interprete del medesimo sport di Uecker (tre World Series vinte con i Cincinnati Reds, diciassette volte votato nell'All-Star Team della MLB e inserito nel 1999 nella squadra del secolo della MLB) che però ha sporcato la sua carriera venendo radiato dal suo mondo per ripetuti illeciti sportivi e che è tra gli immortali di Stamford per aver subito qualche Chokeslam da Kane, allora non vedo perché Uecker non possa avere il diritto di sedersi al suo fianco.

Completamente diverso il discorso per quanto riguarda Stu Hart. Nato a Saskatoon, nel Saskatchewan, nel 1915 e deceduto 88 anni dopo, il padre di Bret e Owen non passa alla storia per la sua carriera da lottatore, a dire il vero poca roba: nato sportivamente come giocatore di football, Stu passa alla lotta libera nel 1939, diventandone subito uno dei maggiori esponenti, al punto che per gli esperti dell'epoca sarebbe stato l'atleta da battere ai Giochi Olimpici del 1940 e 1944, se questi si fossero svolti.

Accantonato a causa della Seconda Guerra Mondiale questo sogno, Stu inizia a dedicarsi al wrestling nel 1946 a New York, sotto la guida del grande Toots Mondt (il promoter che per primo ha reso il wrestling uno spettacolo più che uno sport), ma non sfonda, se non diventando una sorta di fenomeno da baraccone lottando con tigri e orsi.

La svolta avviene nel 1948, quando tornato in patria a Calgary, stato di Alberta, apre la Stampede Wrestling. E' l'inizio della leggenda, perché negli anni Stu Hart viene universalmente riconosciuto come il più grande allenatore nella storia del wrestling. Allenamenti massacranti uniti all'insegnamento di una tecnica sopraffina fanno del Dungeon, il celebre polo d'allenamento della Stampede, la palestra più formativa per chi vuole fare del wrestling lottato la propria vita.

Oltre all'intera stirpe degli Hart, Bret e Owen su tutti oltre agli altri figli (Keith, Bruce, Smith e Ross), Stu ha tenuto a battesimo decine e decine di lottatori che hanno segnato lo sport del ring. La lista è impressionante, ed è doveroso nominare tutti i migliori: Abdullah The Butcher, Chris Benoit, Justin Credible, The Dynamite Kid, Edge, Christian, “Superstar” Billy Graham, Mark Henry, Honky Tonk Man, Chris Jericho, Junkyard Dog, Gene Kiniski, Jushin “Thunder” Liger, Gorilla Monsoon, Jim “The Anvil” Neidhart, Brian Pillman, Ken Shamrock, “The British Bulldog” Davey Boy Smith, Lance Storm, Greg “The Hammer” Valentine, Nikolai Volkoff, Fritz Von Erich.

Questa è solo una parte, ci sono tante alter carriere forgiate dalle mani di Stu Hart. Un uomo che meriterebbe l'ingresso nella Hall Of Fame solo per aver dato i natali all'Hitman, ma che invece di limitarsi a questo ha speso tutti i suoi anni nel crescere gente che ha fatto storia.

Booya!

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