You’re Next #120

La ricostruzione di un personaggio dopo un fallimento non è mai cosa facile, soprattutto nella WWE di oggi dove con tre show tv ed un PPV in pratica ogni tre settimane la macchina gira continuamente, e se perdi un attimo, colpa tua o no, finisci presto nel dimenticatoio e quando torni, personaggio nuovo o no, sei solo un jobber o poco più.


Esempi lampanti ce ne sono. Nei primissimi anni del nuovo millennio Val Venis sembrava avviato ad una carriera folgorante, salvo poi incappare in un paio di gravi infortuni che hanno frenato la sua rincorsa verso l'alto, e da quando è tornato è solo ed esclusivamente un jobber. Famoso, ricordato e spesso anche amato da tutte le arene delle quali calca i ring, ma resta solo un jobber e probabilmente salvo cambiamenti repentini alla JBL (uno dei pochi casi contrari) tale rimarrà fino a fine carriera.

Kenny dopo lo scioglimento della Spirit Squad era pronto a tutto pur di sfondare e aveva tutte le carte in regola per farlo. Però dopo un paio di segmenti al fianco di Edge e Randy Orton, allora assieme nei Rated RKO, ed una prestigiosa vittoria in PPV contro Ric Flair (a New Year's Revolution '07) è svanito nel nulla, diventando anch'egli un jobber a soli vent'anni. Jobber anonimo per giunta, perché Kenny a differenza di Big Valbowski non ha neppure un personaggio da recitare in scena.

Tanti altri esempi nel recente passato li abbiamo eccome. Rene Dupree, Sylvain Grenier, Doug e Danny Basham, Charlie Haas. E poi Eugene, Rob Conway, Chris Masters. Tutti atleti che non sono riusciti, dopo un buon successo agli inizi seguito da una caduta del proprio personaggio, a rialzarsi.

Dopo tanto tempo invece adesso si affaccia nella WWE un ragazzo che fino a pochi mesi fa era sinonimo esclusivo di “boring!”, “you suck!”, “you can't wrestle!” e di tutti quegli altri cori intonati dal pubblico per dimostrare il proprio disprezzo per un wrestler che non ha nulla di speciale. Ed in effetti Mike Knox, il ragazzo in questione, di speciale non aveva proprio niente.

Al debutto, che coincide con quello della nuova ECW nel giugno '06, almeno qualcosa aveva: Kelly Kelly. Knox infatti come tutti ricorderanno esordì nei panni del geloso fidanzato della bella Diva (anzi Vixen, come erano definite in quei tempi le ragazze del brand estremo della WWE) con manie esibizioniste. Persa anch'ella dopo pochi mesi a Knox non è rimasto niente, e la cosa faceva il pari con la sua pessima abilità sul quadrato.

I suoi match erano davvero tutti uguali, banali all'inverosimile, e soprattutto semplici, clamorosamente semplici. Roba che un bambino fanatico di wrestling sul tappeto del suo salotto poteva ripeterli identici assieme agli amichetti. In questo modo il texano di Amarillo ha veleggiato nella WWE senza lode e con molta infamia, visto che appariva totalmente inutile agli occhi di ogni appassionato, come d'altronde capita per tutti quei big man (Knox non è piccolo: 196 cm. x circa 120 kg.) che anziché distruggere e dominare vengono ridicolizzati da avversari grossi la metà.

In questo modo Knox è sparito, è tornato alla scuola della WWE (DSW prima, FCW poi), ha lavorato sodo ed è tornato. Adesso Knox è un lottatore. Sul ring è nettamente migliorato, ha ampliato il suo parco mosse, ha una buona finisher, la Knox Out, riesce a sfoderare tutta la sua forza e, cosa più importante, ha un personaggio. Il nuovo Mike Knox ha infatti un aspetto satanico: la barba incolta, il capello lungo scompigliato e lo sguardo perennemente fisso e sbarrato fanno di lui un vero e proprio sosia di Charles Manson, il satanista noto per aver sterminato, insieme ad altri quattro membri della sua setta “La Famiglia”, quattro persone la notte del 9 agosto 1969 nella villa del regista Roman Polanski tra cui la moglie di quest'ultimo, l'attrice Sharon Tate, all'8° mese di gravidanza.

Adesso, sperando che la WWE non metta in piedi una storyline troppo indecente facendo leva su questa somiglianza, indubbiamente questo Mike Knox/Charles Manson è sfruttabile. Vale per lui il discorso che magari non sarà mai un supercampione, ma sicuramente come lo sono stati altri prima di lui può diventare un eccellente tappabuchi, e nella ECW anche un ottimo sfidante per il titolo. Se la WWE farà quadrato attorno a queste considerazioni si troverà tra le mani un lottatore guadagnato, e non una paga buttata al vento.

E attenzione: il vento nella ECW sta cambiando. Oltre a Mike Knox infatti i vari Evan Bourne, Ricky Ortiz e Jack Swagger hanno portato linfa vitale ad uno show che per troppo tempo ha dato da pensare ai fan, che lo hanno guardato solamente per quelle tre lettere che accendevano ricordi indelebili e per pochi altri lottatori che lì hanno finalmente trovato spazio, leggi Rob Van Dam e CM Punk.

Adesso la ECW ha un roster nel quale riconoscersi, ha tagliato doverosamente i ponti con un passato ingombrante ed impossibile da ripercorrere (fosse per me, per rispetto nei suoi confronti, anche Tommy Dreamer sarebbe da rimandare dietro una scrivania), dà spazio a giovani talenti e a tanti worker che in altri show non avrebbero spazio nel main eventing.

E' diventato uno show, e dopo due anni era l'ora.

Booya!

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