You’re Next #109

A grandi passi siamo ormai arrivati a Wrestlemania XXIV, e come ogni anno l'appuntamento con lo Showcase Of The Immortals significa anche Hall Of Fame; nuovi ex lottatori, manager, vallette, annunciatori e chi piĂą ne ha piĂą ne metta entreranno a far parte della prestigiosa Arca della Gloria della federazione di Stamford, della quale giĂ  fanno parte decine di benemeriti della WWE o del wrestling business in generale.


Praticamente decisa la classe 2008, con tre wrestlers, una lottatrice, un tag team ed un wrestler-promoter già annunciati, in attesa che nelle ultime puntate dei suoi show la WWE comunichi gli ultimi nominativi, si pensa massimo uno solo, che saranno tra i protagonisti all'Amway Arena di Orlando il 29 marzo, sole 24 ore prima del Grand Daddy Of'em All. Come da tradizione occupiamoci di analizzare e far conoscere meglio gli introdotti nella Hall Of Fame di quest'anno, a cominciare da l'unico che forse non avrebbe bisogno di parole a parte il suo nome: “The Nature Boy” Ric Flair.

Ci sarebbe tanto da dire sulla carriera del Nature Boy, ma non basterebbe un anno di editoriali per essere esaustivi e riconoscenti abbastanza nei confronti di un personaggio che rappresenta quasi 40 anni di wrestling business. Meglio far parlare direttamente i numeri allora: sedici titoli mondiali riconosciuti ufficialmente tra NWA, WCW e WWE (ma sappiamo che potremmo accreditargliene almeno quattro se non sei in piĂą), sei cinture degli Stati Uniti NWA/WCW, tre tag team titles NWA, un titolo intercontinentale e tre mondiali di coppia WWE, la vittoria della piĂą bella Royal Rumble di sempre (quella del 1992), altri sette titoli minori per un totale di trentasei cinture conquistate in una carriera protrattasi per altrettanti anni.

Se volessimo ce ne sarebbe ancora: ha combattuto contro i più grandi di sempre (su tutti Dusty Rhodes, Harley Race, Sting, “Macho Man” Randy Savage e Hulk Hogan, e stiamo parlando solo di lottatori contro i quali ha vinto alcuni dei suoi titoli mondiali); sopravvissuto ad un incidente aereo nell'ottobre del '75 nel quale si ruppe la schiena, venne dato per miracolato e per finito, mentre tre mesi dopo tornò a combattere; ha fatto parte di due delle stable più importanti di sempre, i Four Horsemen e l'Evolution; diciannove anni trascorsi tra la conquista del primo alloro mondiale e dell'ultimo (mentre tra il suo primo titolo, i titoli di coppia della Mid-Atlantic con Rip Hawk, e l'ultimo, world tag team della WWE con “Rowdy” Roddy Piper, sono passati trentadue anni e cinque mesi). Non credo serva altro. Thumbs up per Naitch.

“High Chief” Peter Maivia. Stiamo parlando di un pioniere vero e proprio. Nato nelle isole Samoa, Peter Maivia è stato e lo è tuttora, nonostante un cancro se lo sia portato via nel 1982 a soli 45 anni, un punto di riferimento per tutta la scuola del Pacifico. Afa, Sika, Rikishi, Yokozuna, Umaga, persino Samoa Joe e tanti altri non sarebbero mai esistiti senza il lavoro di Maivia, che oltre ad una discreta carriera sui ring del circuito NWA e della WWWF riuscì a portare ad alto livello le federazioni del Pacifico legate alla NWA, soprattutto la Hawaii e la Polynesian, della quale fu prima promoter e poi proprietario. Grande allenatore (Afa e “Superstar” Billy Graham sono i suoi due capolavori), a Maivia è mancato solo il grande acuto nel suo stint nell'allora WWWF: riuscì a battere quattro volte Graham ed una volta Bob Backlund quando essi erano campioni del mondo, ma sempre in non-title match mentre quando la cintura era in palio uscì sempre battuto (una volta da Graham, più volte da Backlund). Un grande campione e un grande uomo che il 29 marzo riceverà dalla WWE il tributo che merita. Anche perché, non ce lo siamo scordati, tra i wrestlers che gli devono tutto non abbiamo fatto il nome del più importante. Quel The Rock che nacque nel 1972 dall'unione di Rocky Johnson (del quale chissà come mai parleremo poche righe più sotto) e Ata, figlia di High Chief e dunque suo nipote. E sarà proprio Rocky alla Hall Of Fame Ceremony ad accompagnare il nonno nella leggenda.

Rocky Johnson. Ecco perché abbiamo detto che poi dovevamo parlare anche di lui: anch'egli verrà introdotto dal figlio nella Hall Of Fame della WWE. Un ingresso che pare forzato e legato esclusivamente all'introduzione di “High Chief” Peter Maivia ed alla presenza alla cerimonia di Rock, perché forse in tanti staranno pensando che qualcuno più meritevole di lui avrebbe potuto essere introdotto nella HOF di Stamford, ed in effetti in fila ce ne sono tantissimi. Tuttavia Rocky Johnson oltre al merito di aver messo alla luce il People's Champion è stato un discreto lottatore, capace di guadagnarsi sul campo la stima ed il rispetto di tutto l'ambiente, nonché un buon numero di titoli. Grande fisico, debutta nel '66 dopo una breve carriera da pugile, conquista trentasei cinture in totale (quasi tutte nel circuito NWA) tra i quali spicca quello di coppia WWF, conquistato il 15 novembre 1983 assieme a Tony Atlas contro guarda caso proprio Afa e Sika, i Wild Samoans, e persi cinque mesi dopo contro Adrian Adonis e Dick Murdoch. Una vittoria molto importante quella messa a segno da Johnson e Atlas non solo per il valore delle cinture (all'epoca erano titoli seri, non come adesso) ma perché furono il primo tag team afro-americano ad impossessarsene. Nella NWA, per chiudere, a metà degli anni '70 fu più volte #1 Contender al titolo mondiale sia di Harley Race che di Terry Funk, ma proprio come il padre di sua moglie nella WWWF non riuscì mai a conquistarlo. Insomma Rocky Johnson non è Hulk Hogan né Andre The Giant, ma nella Hall Of Fame della WWE ci può stare.

Mae Young. Possibile che anche qui in molti avranno da ridire, nonostante da noi sia certo più conosciuta di Peter Maivia e Rocky Johnson. Tuttavia è bene sapere che Johnnie Mae Young, nata a Sand Springs, nell'Oklahoma, il 12 marzo di un lontanissimo 1923, non è solo l'arzilla e allupata vecchietta che da quasi dieci anni fa capolino di tanto in tanto nella WWE per partorire mani, uscire dalle docce e mettersi a quattro zampe ad abbaiare, ma è anche colei che ha dato praticamente il via al concetto di sport-entertainment al femminile arrivato fino ad oggi, un po' come fu Gorgeous George per i maschi. Mae ha debuttato nel 1939 a neanche 16 anni dopo essere stata campionessa nazionale di softball alla high school di Tulsa, è stata la prima campionessa femminile della NWA, ha combattuto in ben otto decadi consecutive (il suo ultimo match ufficiale risale al 5 marzo 2005 in uno show indipendente in coppia con Fabulous Moolah), ed assieme alla sua più grande rivale, Mildred Burke, ha allenato proprio Moolah, ovvero la più grande lottatrice di sempre e prima donna ad essere introdotta nella Hall Of Fame della WWE, nonché sua migliore amica e purtroppo scomparsa lo scorso novembre. Mae Young è tutto questo, è il wrestling al femminile prima di Moolah e Trish Stratus, è giusto che entri nella Hall Of Fame della WWE.

Jack & Gerald, The Brisco Brothers. I fratelli Brisco sono una vera e propria istituzione nel panorama tag team degli anni '70 fino agli inizi degli '80, ed anche per loro come per Ric Flair basterebbero i numeri con quei ventidue titoli di coppia di cui ben ventuno nel circuito più prestigioso dell'epoca, quello ovviamente della NWA (l'altro lo vinsero in Porto Rico nella World Wrestling Council) della quale detennero in tre occasioni le cinture mondiali. Un palmares che gli fa ben valere l'ingresso nella Hall Of Fame della WWE, soprattutto se si va a guardare anche le loro belle soddisfazioni ottenute da singoli, sia come lottatori che come dirigenti. Jack, il più grande dei due, vinse il suo primo alloro in singolo (ne seguiranno altri ventisette) nel 1965, fece coppia con il grande Gorgeous George vincendo gli US Tag Team Titles nella NWA Tri-State, conquistò altri titoli minori nella NWA battendo calibri come Terry Funk, Dick Murdoch, Jerry Lawler, Bob Backlund, Ted DiBiase e Roddy Piper, ma soprattutto è stato per due volte campione mondiale NWA: la prima volta sconfisse Harley Race e dopo poco meno di un anno e mezzo lo perse contro Giant Baba, da cui si riprese l'alloro neanche una settimana dopo per perderlo poi defintivamente dopo un altro anno contro Terry Funk nel dicembre del '75. Ritiratosi nei primi anni '80, Jack prese il controllo della Georgia Championship Wrestling per poi venderne lo spazio tv a Vince McMahon, contribuendo così al primo grande passo dell'espansione su scala nazionale dell'attuale WWE. Per quanto riguarda Jerry, non riuscì da singolo a raggiungere i grandi traguardi del fratello pur vincendo un buon numero di titoli, quindici in singolo (spiccano il titolo Southern della NWA Florida conquistato contro Harley Race ed i due titoli Hardcore della WWE vinti nel 2000 ed entrambi persi contro Crash Holly) ed altri tre di coppia, di cui nella NWA Georgia uno con Bob Backlund ed uno con Rocky Johnson. Negli anni '90 poi Jerry entra nei quadri dirigenziali della WWE, diventando uno dei più fidati uomini di Vince McMahon assieme all'amico Pat Patterson. Una curiosità: negli anni '70 scovarono in Florida un ragazzone che sembrava promettere bene e lo segnalarono a Hiro Matsuda, più volte loro avversario e ottimo allenatore; pochi anni dopo vinse il titolo mondiale WWE e divenne famoso come Hulk Hogan…

Eddie Graham. Qualcuno forse si ricorderà della sua triste vicenda, della quale abbiamo già parlato nell'edizione #80 di You're Next!. Ex lottatore che trascorse la sua carriera prevalentemente nella NWA, dove vinse una miriade di titoli minori soprattutto di coppia, ma che trovò un po' di fortuna anche nella WWWF della quale fu tre volte campione di coppia degli Stati Uniti tra gli anni '58 e '60, Graham va ricordato soprattutto come un grandissimo promoter, presidente della NWA dal '76 al '78, proprietario della Championship Wrestling in Florida, grande magnate del wrestling business (nel '78 donò ben 10000$ all'università della Florida per costruire una zona adibita alla pratica del wrestling nel campus) e soprattutto grande sognatore di un wrestling che è stato ma che non tornerà più, seppellito dalle valanghe di dollari e dalla sete di potere di vampiri come Ted Turner con la WCW e soprattutto Vince McMahon con la WWE. Per questo sogno infranto Eddie Graham venne seppellito anch'egli, dalla depressione e dall'alcolismo, che lo indussero ad andarsene il 20 gennaio '85 con un una revolverata alla testa. Adesso con l'ingresso nella Hall Of Fame la WWE cerca di risarcirlo in parte, cosa giustissima, ma se Graham potesse vedere il business di oggi non so se accetterebbe tale onore.

Booya!

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