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La prima volta accadde al Rosemont Horizon di Chicago, nell'Illinois, davanti a circa 9000 persone. Lì si teneva la seconda edizione di Wrestlemania, anno domini 1986, e in quell'occasione Andre The Giant vinse una 20 Man Battle Royal alla quale, oltre ai wrestlers, parteciparono anche sei stelle del campionato NFL, il grande football americano: Jimbo Covert e William “Refridgerator” Perry dei Chicago Bears, Harvey Martin dei Dallas Cowboys, Ernie Holmes dei Pittsburgh Steelers, Bill Fralic degli Atlanta Falcons e Russ Francais dei San Francisco 49ers.


Sei superstar di un altro sport che vanno a cimentarsi con il wrestling. L'incontro non fu nulla di eccezionale, una normalissima Battle Royal che però in quegli anni, come tipo di contesa, spopolava negli show di tutto il globo. L'apporto per la buona riuscita del match dei sei giocatori di football fu quello che fu; da segnalare Covert che si elimina portandosi dietro King Tonga, Martin che si fa fuori a vicenda col grande Pedro Morales e soprattutto “The Fridge” Bill Perry, che riesce ad eliminare il gigantesco Big John Studd dopo essere stato da lui estromesso dalla contesa.

Niente di che, lo ripetiamo, ma neppure un insuccesso, anzi, visto che siamo in piena rock'n'wrestling era: è stata questa la prima volta a Wrestlemania che un non-wrestler, sei in questo caso, hanno messo piede sul ring per lottare nel più grande evento della storia del wrestling. A Wrestlemania I e II a dir la verità lottò il grande Mr. T, e nella prima occasione nelle vesti di assistente arbitrale c'era anche il grande Mohammed Alì, ma non è la stessa cosa: Mr. T era un attore e non uno sportivo vero e proprio, mentre l'ex Cassius Clay non combattè.

Sono passati 22 anni, e la storia si ripete: a Wrestlemania XXIV il wrestler Big Show, uno dei più grandi della sua epoca, combatterà in un incontro di wrestling contro il boxeur Floyd Mayweather Jr., attuale campione mondiale WBC dei pesi welter.

Nel mezzo ci sono state altre tre occasioni in cui uno sportivo ha calcato il quadrato del Grand Daddy Of'em All: Lawrence Taylor, anch'egli stella della NFL come i sei di Wrestlemania II, che nel main event della undicesima edizione del PPV (2 aprile 1995, Hartford Civic Center di Hartford, nel Connecticut) sconfisse Bam Bam Bigelow in un match dal grande evento mediatico che nulla aggiunse al valore dello show, nulla aggiunse alla carriera di Taylor e soprattutto molto tolse, per non dire che uccise, la carriera della Beast From The East; Eric “Butterbean” Esch, colosso della boxe da 160 kg. che a Wrestlemania XV (28 marzo 1999, First Union Center di Philadelphia, in Pennsylvania) in meno di 30” secondi distrusse in un incontro di pugilato assolutamente non predeterminato Bart Gunn, campione di coppia WWE e anch'egli macchiato a vita, come il povero Bigelow, da una sconfitta contro un non-wrestler; Akebono, immenso campione di sumo che a Wrestlemania XXI (3 aprile 2005, Staples Center di Los Angeles, California) battè proprio Big Show in un incontro di sumo che durò appena un minuto, che non ebbe il minimo build up negli show settimanali della WWE e che servì solo all'ex Yokozuna (per i profani, inteso come campione di sumo e non come il defunto ex mondiale WWF) ed a Vince McMahon per riempirsi le tasche l'uno coi soldi della federazione di Stamford e l'altro con i proventi del PPV nel Sol Levante, dove Akebono era, è e sarà sempre un personaggio di prima grandezza.

Adesso la WWE ci riprova con Floyd Mayweather Jr., soprannominato The Money. Ma chi è Floyd Mayweather? Cerchiamo di saperne di più per giungere preparati davanti al televisore fra meno di un mese, quando il ragazzo colliderà con l'ex campione del mondo WCW, WWE e ECW.

Floyd Joy nasce il 24 febbraio 1977 a Grand Rapids, nel Michigan, e viene registrato all'anagrafe col cognome della madre, Sinclair. Presto però al piccolo Floyd viene messo il cognome del padre, Mayweather, ed ecco che arriviamo a Floyd Mayweather Jr., figlio d'arte. Il padre Floyd Sr. infatti è stato un contendente al titolo mondiale dei pesi welter, e nel resto della famiglia è sempre e solo boxe visto che anche i due zii, con risultati diversi, sono pugili: Jeff Mayweather è stato due volte campione mondiale IBO dei pesi feather, ed anche Roger Mayweather ha vinto due titoli mondiali minori in carriera. Inevitabilmente instradato ad indossare i guantoni, Floyd Jr. si mette subito in bella mostra alla Grand Rapids Ottawa Hills High School, dove compie gli studi assieme ai primi passi da pugile.

Grandi passi, se si getta un occhio al curriculum amatoriale di Floyd: record personale di 84 vittorie e 6 sconfitte, premio Golden Gloves nel '93 (categoria 48 kg.), '94 (cat. 50.8 kg.) e '96 (cat. 57 kg.), medaglia di bronzo alle Olimpiadi di Atlanta, sempre nel '96, nella categoria 57 kg., al termine di un tournament a 31 pugili che lo vide sconfiggere il kazako Bakhtiyar Tileganov nel primo turno, l'armeno Artur Gevorgyan nel secondo ed il cubano Lorenzo Aragon nei quarti prima di uscire sconfitto dalla discussa semifinale contro il bulgaro Serafim Todorov, che venne battuto in finale dovendosi così accontentare a sua volta dell'argento. Una sconfitta mai accettata dalla nazionale USA di boxe, che presentò ufficialmente un ricorso che venne respinto.

Passato professionista subito dopo i Giochi Olimpici Mayweather, soprannominato Pretty Boy perché la sua faccia al termine degli incontri non presenta mai contusioni grazie all'eccellente tecnica difensiva ereditata dal padre e dallo zio Roger, che è anche il suo allenatore, volle subito dimostrare di essere il più grande pugile pound per pound e di puntare in alto: al debutto nel professionismo spazzò via dopo 37” del secondo round il messicano Lorenzo Apodaca a Las Vegas, nel Nevada, l'11 ottobre. Ci vollero altre sedici vittorie consecutive (12 per ko e 4 ai punti) per arrivare alla prima chance iridata, che Mayweather non spreca: sempre a Las Vegas il 3 ottobre del '98 mette ko all'ottavo round il connazionale Genaro Hernandez vincendo il titolo mondiale WBC dei pesi Superfeather.

Nei seguenti tre anni seguono ben otto difese consecutive, ovviamente tutte vittoriose (5 per ko e 3 ai punti). Dopo l'ultima, avvenuta a San Francisco il 10 novembre 2001 contro il messicano Jesùs Chavèz, rende vacante la cintura annunciando il passaggio nei lightweight. Chi ritiene la cosa un errore si sbaglia di grosso. Al primo tentativo, il 20 aprile '02, batte Josè Luis Castillo e vince il titolo mondiale WBC della sua nuova categoria, difeso poi altre tre volte con due successi ai punti ed uno per ko, in casa a Grand Rapids, contro il sudafricano Phillip Ndou il primo novembre 2003 (gli allenatori di quest'ultimo Nick Durandt e Tommy Brooks furono costretti a gettare la spugna).

Sbarazzatosi anche di Ndou, Floyd sale un altro scalino e rende ancora una volta vacante il suo titolo per passare tra i light-welterweight (63.5 kg.), dove debutta come sempre con una vittoria, stavolta contro DeMarcus Corley. Pochi mesi dopo si sbarazza per ko all'ottava ripresa anche del portoricano Henry Bruseles, diventando primo sfidante al titolo mondiale WBC della nuova categoria. Il 25 giugno ad Atlantic City, nel New Jersey, Pretty Boy fa sua anche questa cintura iridata battendo il canadese Arturo Gatti per ko. Sarà una vera e propria toccata e fuga per la vittoria quella di Mayweather tra i light-welterweight, perché dopo essere diventato campione del mondo ancora una volta molla il titolo per tentare un'altra sfida: i pesi welter, nei quali debutta il 19 novembre 2005, con vittoria, contro il connazionale Sharmba Mitchell.

Nei welter Mayweather trova la definitiva consacrazione, e poco dopo a leggenda. Lotta altri due match, tutti vinti, incontrando molta difficoltà (entrambe le vittorie sono arrivate grazie ai giudici dopo il match) ma dimostrando ancora una volta di essere il migliore pound per pound. Batte Jab Zudah e vince titolo mondiale IBF e anche il vacante IBO dei pesi welter; rende vacante subito quello IBF ma battendo l'argentino Carlos Baldomir vince i mondiali IBA e WBC dei welterweight. Ha tre titoli mondiali (IBO, IBA e WBC dei pesi welter), ma come detto sopra dopo la consacrazione vuole la leggenda.

Sale ancora di categoria, 154 libbre (69.8 kg.), junior-middleweight: il campione del mondo WBC è uno che è già leggenda, si chiama Oscar De La Hoya. Si torna a parlare di match del secolo anni dopo il celebre Mike Tyson vs. Evander Holyfield II, ed anche i numeri lo confermano: PPV acquistato da due milioni e quattrocentomila persone per un introito di 120 milioni di dollari, mentre per Tyson-Holyfield il buyrate aveva segnato un milione e novecentocinquantamila acquisti; De La Hoya guadagna una borsa di 58 milioni di dollari, Mayweather di 35, mentre sia Tyson che Holyfield guadagnarono la stessa cifra di Pretty Boy. Ad aggiungere pepe alla contesa c'è un affare di famiglia: il padre di Mayweather, Floyd Sr., vuole allenare De La Hoya ma poi lascia l'incarico a Freddie Roach. L'evento conferma le attese: Floyd Mayweather Jr. batte Oscar De La Hoya il 5 maggio 2007 a Las Vegas e conquista anche il titolo mondiale WBC junior-middleweight.

Pretty Boy è leggenda. Come è ormai tradizione subito rende vacante il titolo e con facilità irrisoria torna nei welter e sette mesi e tre giorni dopo batte “The Drunken One”, l'inglese Ricky Hatton, per ko al decimo round e si conferma detentore della corona welterweight WBC. Adesso sta lavorando al De La Hoya II, un evento che si preannuncia spettacolare e che sembra già destinato a battere i record del precedente faccia a faccia, senza contare che stavolta all'angolo di Oscar ci sarà il padre di Floyd. Nel frattempo lo score personale di Mayweather recita: 39 vittorie su 39 incontri (25 per ko e 14 per decisione arbitrale), otto titoli mondiali conquistati nella varie categorie, senza contare la bacheca accumulata da amatore nella quale spicca il bronzo di Atlanta '96.

Big Show si troverà davanti questo per lui scricciolo a Wrestlemania XXIV. C'è da credere però che farebbe meglio a stare attento, perché questo scricciolo finora non ha mai, e dico mai, sbagliato un colpo.

Booya!

Scritto da Niccolò Bagnoli
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