The Pedigree #351 – SI, OK, MA…

Parecchie cose, nel bene e nel male, sono successe durante questa edizione di Survivor Series.
Si può notare una certa mancanza di logica nelle scelte fatte, si possono notare evidenti buchi di script in alcune storyline, si possono persino notare evidenti fallimenti per quel che concerne determinati lottatori; ma se è vero che il fine giustifica i mezzi allora, forse, occorrerebbe considerare Survivor Series come un mezzo successo, indipendentemente dalla qualità proposta domenica notte dallo show.


Nell'arco di tre ore, infatti, sia Raw che Smackdown si sono ritrovati entrambi non solo con un nuovo campione del mondo, ma anche con due importanti rientri che, in vista di una Road To Wrestlemania che dista soltanto un pay-per-view (solitamente di transizione come Armageddon) e che mai come quest'anno sarà fondamentale per le casse di Stamford, fanno ben sperare per il prossimo futuro.

Del rientro di John Cena, stella per eccellenza dell'universo WWE, non ho per niente apprezzato la modalità: annunciato un mese prima, mai presente agli show con il solo Jericho a portare avanti questo aborto di rivalità, fatto rientrare contando soltanto sull'apporto del pubblico di casa… Insomma, tutto tranne quello che ci si aspetterebbe dal rientro del tuo uomo di punta.
E l'incontro, per quel che vale, non si è poi distaccato molto da quanto visto negli ultimi anni. Cena le prende, le prende e poi le prende ancora, poi tira fuori dal cilindro una mossa e vince. Segno che la WWE non ha imparato dai propri errori, e segno che alla fine quello che davvero gli importa è che Cena ci sia, non il ruolo che occupa.
Ma come si diceva prima, alla fine la cosa importante era riaverlo attivo nel roster, perché al di là di tutte le discussioni Cena è popolare e fa ascolti, e sotto questo aspetto ben si spiega il fatto che abbia già fatto suo il titolo del mondo. Difficile dire se pioveranno ancora fischi o se adesso saranno gli applausi ad accoglierlo all'ingresso, di sicuro la WWE aveva un obiettivo e lo ha portato a termine, fregandosene di tutto il contorno.
Non mi sento di definire il rientro di Cena un successo, perché fondamentalmente non c'è stata rivalità tra lui e Jericho e la sua vittoria era quanto mai scontata. In ottica futura, però, la WWE guadagna un personaggio di indubbio spessore e, tappandoci il naso, forse possiamo definire questo uno dei punti più importanti di tutta la serata.

Altro wrestler che esce a testa altissima da Survivor Series è Randy Orton, che sconfigge il Team Batista grazie ad una RKO proprio sul capitano e, come se il supporto del pubblico non bastasse, solidifica ancora di più il suo status all'interno della WWE.
I progressi che Randy ha fatto dall'infortunio sono mostruosi, ed il fatto che ora il pubblico si schieri apertamente dalla sua parte nonostante si sia trovato davanti un monster face come Batista è solo un'ulteriore prova delle abilità di questo ragazzo. In ottica Rumble, tra l'altro, lo vedo favoritissimo (a parte, forse, Jeff Hardy) e pronto, in qualità di top heel di Raw, a sfidare quel John Cena che, almeno fino a marzo, credo manterrà stretta la cintura appena conquistata.
La scalata di Orton al successo è stata difficile, per via di discutibili turn face e per via di infortuni scomodi e di lunga degenza capitati sempre nei momenti meno opportuni, ma personalmente non ho mai fatto mistero di vedere in questo ragazzo un enorme potenziale. Mi fa piacere notare come, ora, tutto questo stia venendo fuori, e non mi stupisco che il pubblico ora lo supporti come mai prima d'ora (il boato che ha accolto il suo pin su Batista, considerato chi era il face e considerato che Batista aveva da solo appena eliminato quasi tutto il team avversario, è stato incredibile…).

Il suo rientro, abbinato a quello di Cena (nonostante qualità e modalità siano stato del tutto differenti), rappresenta sicuramente per la WWE una bella iniezione di fiducia, ed in previsione di un 2009 ormai alle porte diventa quanto mai lecito aspettarsi un netto miglioramento generale del prodotto.
E non mi stupirei, tra l'altro, se tutto l'anno che viene dovesse venir dominato dalla faida tra il rapper di Boston ed il Legend Killer. Chi si prenderà i fischi, piuttosto, sarà difficile da pronosticare.

Passando invece a Smackdown, anche qui non sono mancati scossoni di sorta.
Il risultato finale è di quelli grossi: Edge rientra a sorpresa e fa subito suo il titolo del mondo. Roba che se la leggi su una news di penti di non aver comprato le Series.
Come questo sia avvenuto, purtroppo, è stato quanto mai imbarazzante.
Prima la storia di Jeff Hardy svenuto ed ospedalizzato, che se da principio poteva anche sembrare vera (momento tristezza dello show il cartello “Jeff Hardy please stay clean”) al millesimo intervento di qualcuno si è capito era una storyline. Poi il match a due tra Kozlov e Triple H, cullato per tutta la sua durata dai simpaticissimi “Boring” di stampa bostoniana. Poi ancora Vickie che entra e fa credo il peggior intervento parlato degli ultimi dieci anni, ed infine l'ingresso a sorpresa di Edge (nella sua nuova gimmick del barbone), seguito poi da quello di Jeff, con ovvia a quel punto vittoria del titolo da parte del canadese e tanti saluti.
Tutto, in questo frangente, è stato sbagliato.

In primis l'aver tolto Jeff, forse dei tre iniziali contendenti quello che il pubblico aspettava maggiormente, a poche ore dallo show. Anche perché, se io ho pagato solo per vedere Jeff vincere il titolo, magari mi girano anche un po' nel vederlo tagliato fuori senza uno straccio di motivazione.

Poi l'aver inserito Kozlov in un match obbiettivamente troppo grande per lui, denotandone così immediatamente tutti i limiti e, almeno per qualche tempo, segandogli completamente le gambe. E se già il fatto che HHH, notoriamente uno dei worker migliori degli ultimi anni, non sia riuscito a far lavorare bene Kozlov la dice lunga sulle sue reali abilità, la colpa non è neanche così tanto del gigante russo.
Il problema, semmai, è che parliamo del titolo del mondo, del massimo premio che un lottatore WWE può ambire a vincere, ed appariva fin troppo chiaro quanto Kozlov non fosse minimamente pronto per questo stage. A me, in tutta onestà, Kozlov dice poco o niente; ma non per questo gli precludo ogni chance al titolo. Con il tempo, però. Perché nel 2008 non basta più una serie di vittorie (contro chi, poi?) infinita per garantirti successo ai vertici. Qualcosa lo devi dimostrare, come hanno fatto Orton e Cena tempo fa, altrimenti il pubblico non ti riconoscerà mai lo status di main eventer e per te ci saranno solo fischi. Quindi, fallito apertamente l'esperimento Kozlov, mi auguro che la WWE lo retroceda in zone attualmente a lui più congeniali, lo faccia crescere e, magari, in futuro e quando sarà pronto, lo riprovi come contendente al titolo assoluto.

Infine, il rientro di Edge.
Ci sta la sorpresa, ci sta che mente tutti gli occhi erano puntati su Cena la WWE lo abbia gettato nella mischia, e per carità ci sta anche la vittoria del titolo, ma così?!?
Cioè, Edge entra, vince e festeggia con la Guerrero? La stessa con cui era in rotta e che lo aveva mandato contro Undertaker solo per punirlo? Mesi di storyline cancellati così, facendoci credere che ora Vickie ed Edge si sono riappacificati, solo perché serviva rigettare Edge nella mischia e non si sono trovare idee migliori?
Insomma, il risultato del match è importante ed ora a Smackdown si aprono scenari interessantissimi, ma il modo in cui si è giunti dal punto A al punto B è stato piuttosto ridicolo. Il che, di certo, non fa ben pensare di un team creativo che già da qualche tempo sembrava in crisi di idee.

Come si diceva in apertura, se si vuol trovare il lato buono di Survivor Series bisogna guardare strettamente ai risultati, più che a come questi sono arrivati.
Il passo avanti, qualitativamente parlando, non c'è stato, ma ora che Edge, Cena ed Orton sono rientrati in piena forma nei rispettivi roster (considerata anche la fretta con cui la WWE li ha reinseriti e titolati, almeno i primi due), voglio sperare che ci si prospettino rivalità migliori di quelle, raffazzonate, viste fino ad ora.

Sul resto delle Series poco da dire.
Incontri discreti e nulla più, anche se forse un po' telefonati nei risultati.
La palma di peggiore della serata, però, per una volta non va alle Divas, che hanno messo in piedi un incontro tutto sommato onesto e senza, vista la qualità in campo, eccessive sbavature. Niente di trascendentale, e per carità non gliene fregava niente a nessuno, ma rispetto a quanto visto di recente questo match non è stato poi così male.

Pessimo, invece, Undertaker vs. Big Show.
Noioso, lentissimo, messo su col badile, diciotto minuti solo per l'ingresso di Undertaker, due pugni, poi a caso Big Show (che si era appena liberato di Undertaker ed era in pieno comeback) spacca giù tutto e fa per andarsene. Poi le fiamme e gli omini che portano un'altra bara manco fosse un cartone animato, poi altri tre pugni ed per chiudere un ridicolo finale con Big Show che, camminando più che correndo, finisce contro la nuova bara e ci cade dentro.
Undertaker vince. Ancora. Evviva! E che incontro! Eccheppalle!
Onestamente, se questa deve essere la qualità (lottata e di intrattenimento) dei match del becchino, allora che si ritiri e basta. Perché io, di spendere dei soldi per una porcata come questa Casket Match, non ne ho minimamente voglia.

Preferisco mille volte vedermi un siparietto di Santino e Beth Phoenix.
Caspita, almeno quelli sono sempre diversi…

For now The Game's over, a martedì prossimo.

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