The Pedigree #340 – LET IT CRUSH YOUR FEAR, JERICHO.

Difficile sostenere che questa edizione di Unforgiven non si sia chiusa sotto il nome di Chris Jericho.
Prima, a pari merito con un altrettanto grande Michaels, ha messo in piedi lo show-stealer della serata, l'ennesimo show-stealer della serata che i due hanno realizzato ogni qual volta si sono trovati faccia a faccia. Poi, in chiusura, ha bellamente gabbato Batista strappandogli, per un soffio, quel titolo sottratto d'ufficio a CM Punk dopo il brutale attacco di Randy Orton.
Heel d'eccellenza, perfetto in tutto e per tutto in questi mesi nei quali ha reso la vita di HBK un infermo, eppure sempre sottovalutato quando si trattava di attribuire le cinture importanti, Jericho si è indubbiamente tolto una grossa soddisfazione domenica notte.
E mi viene da sperare, da Jerichoholic di vecchia data, che questa volta non si tratti del solito regno di un mese, ma che (dato quanto meno il talento del wrestler in oggetto) per una volta si possa parlare di regno duraturo, regno nel quale sfruttare al meglio le capacità di Y2J e, al contempo, dare modo a Cade di mettersi maggiormente in mostra, visto che su di lui si è scelto di puntare.


Per un Jericho che sorride, però, c'è sicuramente un CM Punk poco contento dell'esito della serata.
Ora, che Punk fosse un campione di transizione, giunto alla cintura più per sfortune altrui che non per quanto bene aveva impressionato la dirigenza, lo si sapeva fin da subito. Tanto che, per denotare quanto la WWE credeva in lui, la sua prima rivalità era stata con JBL, wrestler ormai sul viale del tramonto che oltre a fare il tappabuchi ormai non può sperare più di tanto.
E capisco anche che, con gli ascolti piuttosto bassi di questo periodo, la WWE volesse provare a cambiare le carte in tavola, ma perdere il titolo senza nemmeno lottare è un insulto che Punk non meritava. Devi portare avanti la sua rivalità con Orton? Bene, ma piuttosto fai interferire il Legend Killer durante il match, non prima.
Anche perché, al di là di tutto, a me è parso piuttosto chiaro che il sostituto di Punk si sarebbe portato a casa la cintura, ed infatti…
E, comunque, se questa mossa era stata fatta per alzare gli ascolti, allora io avrei puntato su Batista.
Che, rispetto a Jericho, vale molto meno. Ma che come appeal con il pubblico e come capacità di portare avanti lo show è sicuramente più adatto, visto che Jericho è bravo in maniera cristallina ma non è così “amato” da poter spostare l'ago della bilancia verso ratings più auspicabili.
Ecco, diciamo che la festa finale per la vittoria di Jericho è stata, in parte, rovinata dalla pessima scelta di tagliare brutalmente fuori Punk dal main event, senza neanche farlo salire sul ring.
Ah, e dalla maschera di Mysterio. Orripilante.

Di positivo, però, c'è sicuramente la strana storyline che sta andando avanti tra, da un lato, Orton e Punk, e dall'altro tra Orton ed il duo formato da Rhodes e DiBiase. Per Punk, se tutto va per il meglio, potrebbe trattarsi della storyline della definitiva consacrazione, mentre la storia dei due rookies che non riescono ad impressionare Orton, seppure non propriamente nuova, ha tanto il sapore di una stable in arrivo, e le basi per costruire qualcosa di grosso ci sono oggettivamente tutte.
Il problema, al massimo, è l'avvicinarsi di Survivor Series ed il fatto che eventuali alleanze potrebbero star nascendo solo per quella serata, ma se la WWE vuole davvero lanciare questi due ragazzi e migliorare un po' il suo prodotto, non vedo scelta migliore che quella di creare un gruppo, heel, composto dai giovani talenti della federazione (nonché wrestler di seconda o terza generazione).

Mi sento poi di promuovere, seppur non a pieni voti, lo Scramble Match in quanto “nuova” stipulazione.
E non lo nego, sulla carta mi sembrava una boiata. Vista poi la sua realizzazione, mi sono dovuto in parte ricredere.
L'idea in se funziona, con la cintura che passa costantemente di mano, più che altro personalmente ho trovato troppo lunga la parte iniziale, quando ci sono soltanto due o tre wrestler sul ring ed i passaggi del titolo lasciano un po' il tempo che trovano.
Magari io diminuirei a tre i minuti che separano l'ingresso, per velocizzare la contesa, lasciando poi a cinque o più minuti il periodo in cui tutti i lottatori sono sul quadrato, per arrivare prima al momento in cui i passaggi del titolo diventano davvero interessanti.
Comunque un esperimento sicuramente da riprovare. Anche perché, come avevo già espresso in precedenza, credo che una nota stonata di questa serie di Scramble sia stata la caratura, in media piuttosto bassa, dei partecipanti. Tanto che, alla fine, il titolo ECW se lo sono giocati Hardy e Henry come previsto. Il titolo di Smackdown è rimasto a HHH con il solo Jeff Hardy ad impensierirlo e l'unico a cambiare di mano è stato il World Heavyweight Title, cosa inevitabile dopo l'estromissione forzata di Punk.
Immagine se, a Raw, si facesse uno Scramble tra Orton, Batista, Michaels, Jericho e Punk e noterete subito la differenza.

Pay-per-view comunque buono, nel complesso.
Nota stonata, come prevedibile, il match femminile, ma almeno la bellezza di Maryse compensa la totale mancanza di abilità. Divertente anche il match che ha visto i Cryme Time in azione, e tutto sommato anche i tre Scramble Match hanno offerto ciascuno la propria buona dose di divertimento. Big Show, invece, sempre ottimo nell'irridere Vickie Guerrero prima del suo turn (pensavo che, alla fine, sarebbe stato Undertaker ad allearsi al “potere” colpendo il gigante…), e comunque sembra che per lui sia finalmente giunta l'ora di un feud di spessore, dopo tutti questi mesi a fare la comparsa in storyline di terzo piano.

Certo, non si può parlare di uno show da consegnare alla storia, ma visto il periodo c'è di che essere soddisfatti.
Peccato solo che il reale valore di questo show, alla fine, lo decreterà solo e soltanto il numero di acquisti, visto che tra ratings bassissimi e biglietti invenduti il rischio di un flop clamoroso è più che tangibile. Segno che, al di là di tutto, senza show settimanali accettabili non bastano i nomi ad attirare gente, il che brucia doppiamente perché se si mettono in piedi spettacoli degni di essere visti, ma alla fine non li vede nessuno, lo schema globale appare vagamente inutile…

Detto questo, tre importanti lezioni ci arrivano da Unforgiven:

1- Se vi siete sempre chiesti cosa sarebbe successo se si fossero fusi, in stile Dragonball, Umaga e Carlito siete stati accontentati.
2- Michaels dovrebbe imparare dai Cryme Time. Se devi colpirci uno in testa, non c'è paragone tra uno stivaletto ed un paio di Lumberjack.
3- I Motorhead, come colonna sonora di uno show, fanno sempre la loro porca figura.

For now The Game's over, a martedì prossimo.

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