WWE Vintage Critic #3 – WrestleMania 2

Benvenuti, cari lettori, nella macchina del tempo targata WWE Vintage Critic. Oggi ci avviamo assieme nel 1986. Ci aspetta una tappa unica nella storia.


Dopo che Vince McMahon era riuscito a mettere la WWF sulla mappa con WrestleMania 1, divenne presto chiaro che WrestleMania doveva essere ripetuta. Si decise quindi di lanciare una seconda edizione di questo grande evento. WrestleMania 1 fu un vero successo per la WWF dal punto di vista commerciale, ma chi conosce bene Vince McMahon sa che lui cerca sempre di superarsi. La domanda da porsi dunque, nacque naturale: come si poteva fare ancora meglio? Qualcuno ebbe l’idea di spargersi un po’ per tutti gli Stati Uniti e mettere in piedi TRE WrestleMania al posto di una, con un’ora di spettacolo ciascuna una dopo l’altra. Gli spettatori nella rispettiva arena potevano seguire gli eventi nelle altre arene tramite schermo. Così ci si proponeva di prendere due piccioni con una fava, sia facendo soldi con la vendita dei biglietti che allo stesso tempo aumentando gli ascolti, se così si può dire, visto che WM 2 non andò in onda via PPV ma a circuito chiuso, come l’edizione precedente. Fu comunque un esperimento che non si sarebbe mai più ripetuto. Per attirare i fan verso tutte le tre sedi, vi era una faida di punta per ognuna. Aneddoto interessante per WM2: è stata l’unica a non svolgersi di domenica. Il 7 aprile era un lunedì. Com’è andata questa WrestleMania? Andiamo a scoprirlo!

Dato che mi servo della versione del WWE Network, alcune cose potrebbero essere state censurate, rimosse o modificate. Quindi, se scoprite degli errori di completezza, prendetevela con la WWE. Ed ora buona lettura e ricordate: Io sono il WWE Vintage Critic, e viaggio nel tempo al posto vostro.

WrestleMania 2 – 7 aprile 1986 – Nassau Veterans Memorial Coliseum a Uniondale, NY; Rosemont Horizon a Rosemont, IL; Los Angeles Memorial Sports Arena a Los Angeles, CA

Non c’è nessun video introduttivo come siamo abituati a vedere oggi. Vediamo semplicemente il logo di WrestleMania 2, con una voce che recita: “WrestleMania 2 – Where the world has come to”. Si passa direttamente a New York.

Uniondale

Vince McMahon, dal ring, ci saluta con una delle frasi più famose che abbia mai pronunciato:

 „Hello everyone! Welcome to the greatest sports entertainment spectacular of all time! Welcome TO WRESTLEMANIA!”

Subito dopo, saluta la guest star al commento, sua collega di stasera: Susan Saint James, nota al pubblico come protagonista della sitcom “Kate e Allie”. Poiché il patriottismo non manca mai a WrestleMania, c’è anche una guest star pronta a cantare “America the beautiful”: la leggenda del jazz e del soul, Ray Charles.

Mentre il buon Ray canta con il suo inconfondibile sorriso e la sua inimitabile voce, vengono mostrate personalità e luoghi d’interesse degli Stati Uniti. Infine, vediamo un primo piano della top star della WWF: Hulk Hogan.

Passiamo la regia a Rosemont (vicino a Chicago, infatti lo staff dice sempre Chicago), dove Gene Okerlund annuncia l’imminente 20 Men Battle Royal. Poi, tornati a New York, vediamo un’intervista con uno dei migliori talker di tutti i tempi: “Rowdy” Roddy Piper, che affronterà nientemeno che Mr. T in un incontro di boxe – sì, avete letto bene. Qualcuno ha detto “Rocky 3”? Piper viene massaggiato dal suo manager, “Cowboy” Bob Orton. Piper dice che ha una nuova acconciatura così viene più facile a distinguerlo dal suo avversario. Dice anche di avere il miglior allenatore del mondo – Bob Orton. Sconfiggerà Mr. T stasera, umiliandolo in ogni round.

Singles Match (limite di tempo di 20 minuti)

“The Magnificent” Muraco (con Mr. Fuji) vs. “Mr. Wonderful” Paul Orndorff

Nessun ingresso per questi due. Sono già sul ring e vengono annunciati in grande stile.

VC: Muraco è l’heel, Paul Orndorff è il face. L’anno prima, Orndorff era nel Main Event di WrestleMania, stasera si trova a disputare l’Opener.

Mentre i due avversari si studiano, Vince McMahon ci fa sentire dei promo in audio preregistrati dai due: Muraco promette ad Orndorff che (Orndorff) sarà lo zimbello di WrestleMania per il secondo anno consecutivo e lo mette in guardia del suo inquietante manager, Mr. Fuji. Parole sue, giuro. Orndorff, invece, urla (come al solito) che si è allenato duramente l’anno scorso come mai prima d’ora.

Headlock, Criss Cross e Bodyslam di Muraco. Orndorff risponde con un Bodyslam a sua volta. Muraco spinge Orndorff in angolo, ma Orndorff reagisce subito e prende il controllo con una Armbar, Muraco risponde con un Armdrag, ma Orndorff è implacabile. Torce ripetutamente il braccio di Muraco. Anche se Muraco prova a liberarsi, Orndorff ha il braccio sotto controllo. Susan Saint James blatera qualcosa su delle antiche arti cinesi. Muraco si libera, inizia un botta e risposta di pugni ed entrambi i lottatori volano fuori dal ring. Orndorff rimane bloccato tra le corde, ma Muraco lo tira giù, dove continuano a combattere! Non si accorgono di essere contati e l’arbitro chiama la fine del match. C’è da dire che deve aver contato dieci secondi reali, visto che la fine è arrivata piuttosto rapidamente.

Double Countout (4:10 minuti)

VC: DUD – Ma che gran buffonata. Paul Orndorff si è allenato “duramente come mai prima d’ora” e cosa fa nel match? Una Armbar che non finisce mai. Ancora non era nemmeno iniziato, che già era finito, e poi con un finale sgradevole: un pareggio ad un grande evento. Il tifo per Orndorff era grande eccome, e questa, al limite, è l’unica cosa buona del match. Tutto sommato, sono quattro minuti della mia vita che non avrò indietro. Ma cosa vado cercando? Sapevo il rischio che correvo con un progetto come questo.

Mr. Fuji trattiene il suo protetto. Orndorff afferra una sedia e vuole attaccare, ma gli viene immediatamente impedito di farlo dagli ufficiali. La sedia, tra l’altro, è aperta. Muraco viene accompagnato fuori da dei security (come tutti gli altri durante la serata, tra l’altro). Orndorff continua a discutere con lo staff. Vince McMahon dice (due volte) di ascoltare l’annuncio ufficiale mentre il pubblico canta “Bull*hit”.

Un momento… errore di regia? Vediamo un’intervista con Mr. T registrata, mentre in sottofondo sentiamo Howard Finkel annunciare la fine del match.

VC: Direi che quest’intervista non doveva andare in onda proprio in questo momento. Può capitare quando si è in diretta.

WWF Intercontinental Championship Match (limite di tempo di 60 minuti)

Randy “Macho Man” Savage © (con Miss Elizabeth) vs. George “The Animal” Steele

Savage si avvia verso il ring sulle note di “Pomp and Circumstance” mentre vediamo un suo promo preregistrato.

VC: Savage è l’heel e campione intercontinentale in carica, Steele è il face. Savage, tuttavia, viene tifato da alcuni fan, il che dimostra che è un personaggio straordinario. George Steele è/era particolarmente noto per la sua abitudine di divorare il rivestimento interno dei paletti dei ringpost. Questa faida si basava sul fatto che Steele fosse innamorato di Miss Elizabeth, che veniva trattata con i piedi da Savage. Miss Elizabeth era già sposata con Randy Savage nella vita reale. Tenetelo a mente per Summerslam 1991.

Mentre l’arbitro cerca oggetti nascosti addosso ai due atleti, Susan Saint James si lamenta di come Randy Savage tratta Miss Elizabeth. Savage posa di fronte a Steele, che lo insegue attraverso il ring, così Savage esce dal ring. Dopo essersi sbarazzato dei suoi occhiali da sole, torna sul ring, ma ancora una volta Steele tenta un attacco, spingendo Savage a scappare di nuovo fuori. La terza volta, Steele lo insegue. Quando lo raggiunge, morde il polpaccio di Savage. Tornati sul ring, Steele porta Savage a terra con un Choke Toss. Poi urla contro Miss Elizabeth, che sta fuori. Savage ne approfitta per impigliare Steele nelle corde. Macho Man con dei calci contro Steele. Flying Crossbody dalla terza corda, ma The Animal (non Batista) evita lo schienamento. Steele torna alla carica e getta Savage fuori dal ring. Savage sgattaiola sotto il ring e mentre Miss Elizabeth distrae George Steele – o meglio, Steele le sbava dietro – Macho Man riappare dall’altra parte e attacca Steele alle spalle. Ma ancora una volta Steele morde il campione, questa volta nell’avambraccio. Savage lascia di nuovo il ring, prende un mazzo di fiori e lo sbatte in faccia a The Animal.

Ma Steele riesce a strapparglielo dalle mani e lo usa per picchiare il suo avversario. Mentre Savage crolla a terra, Steele inizia a mangiare l’imbottitura dei paletti. Savage tenta un attacco, ma Steele decide di dividere il suo spuntino con il campione, schiaffandogli in bocca l’imbottitura. Ed ecco che riparte l’inseguimento a bordoring. Steele si ferma davanti a Miss Elizabeth, Savage ne approfitta per un Double Axe Handle Smash dalla terza corda. Riporta The Animal sul ring e Scoop Slam! Sale sulla terza corda e vediamo la sua Finisher, una delle più iconiche di sempre: il Flying Elbow Drop. 1… 2… KICKOUT! Il pubblico impazzisce! Mai prima d’ora si era visto qualcuno evitare lo schienamento dopo una Finisher. Infatti, negli anni ’80 e ’90, era un privilegio riservato a pochissimi. Savage continua, dunque, ma Steele afferra la faccia di Savage (una sorta di Claw) e getta Savage nell’angolo. Steele con dei calci, ma l’arbitro lo ferma. The Animal continua, ma Savage mette Steele al tappeto e rinforza il Leverage Pin con le gambe sulla seconda corda. L’arbitro non lo vede. 1, 2, 3!

Vincitore via Pinfall e ancora WWF Intercontinental Champion: Randy “Macho Man” Savage (5:10 minuti)

VC: ** Questo match ha avuto due fasi, nonostante la breve durata: la prima consisteva in giochi al gatto e al topo, con Savage nel ruolo dell’heel codardo, la seconda era poi un mix di wrestling e intrattenimento. Steele era popolare per le sue preferenze alimentari – diciamo – poco usuali, quindi era chiaro che avremmo visto una sua “abbuffata” a WrestleMania. Perché è grazie alla performance vista qui che George Steele è rimasto nel conscio dei fan di wrestling fino ad oggi. Sì, certo, lo faceva già prima, ma se non lo faceva in un evento di grande portata, probabilmente nessuno se ne ricorderebbe più, visto che di personaggi strambi ce n’erano in abbondanza all’epoca. Quello che, invece, si tende a dimenticare, è che Steele è stato il primo wrestler capace di uscire dallo schienamento dopo una Finisher. Altro che John Cena e compagnia bella. Tutto sommato, questi due lottatori sapevano giocare con il pubblico, a prescindere dal lottato. Fastidiose le continue fughe dal ring, ma dobbiamo tenere conto che i lottatori degli anni ’80 – maggiormente – non erano bravi talker, quindi il modo più semplice per creare heat era semplicemente fare il codardo. Savage incarnava perfettamente questo ruolo, anche se, personalmente, a me piaceva di più come face. Savage aveva uno straordinario carisma. Non per niente dopo più di 30 anni, è ancora un nome noto, anche per chi non possiede molta conoscenza del wrestling. Infine, dal punto di vista del lottato, non abbiamo visto un granché, quindi penso che questa valutazione vada bene così.

George Steele è così frustrato da questa sconfitta che – beh, cosa pensate che fa? Esatto: mangia ancora un po’ d’imbottitura! L’arbitro tenta di fermarlo, quindi Steele gliela lancia in faccia e se ne va.

Ripassiamo la linea a Chicago, dove “Mean” Gene Okerlund intervista due dei partecipanti della Battle Royal: il giocatore della NFL Bill Fralic e la superstar della WWF Big John Studd. Bill Fralic provoca Studd, che risponde spingendo Fralic. Gene cerca di dividerli e Studd urla che Fralic non ha classe perché è un giocatore di football. Poi schiaccia un pallone e dice che questo è quello che farà con tutti i giocatori della NFL nella Battle Royal. I due si provocano a vicenda ancora un po’.

Torniamo a New York, Vince McMahon chiede alla James se le piacciono i serpenti. Questa dice di no e spera che oggi non ne vedremo. Vince McMahon allude al prossimo match. Vince: “It should be an outstanding match-up.” Sì, certo. Ovvio.

Singles Match (limite di tempo di 20 minuti)

Jake “The Snake” Roberts vs. George Wells

Jake Roberts arriva sul ring senza musica e (ovviamente) porta il suo sacco con dentro il serpente, Damien.

VC: Jake Roberts è l’heel, Wells è il face. Quest’ultimo non lo conoscevo proprio. Mai visto né prima né dopo questo evento. Damien è un pitone, “mascotte” di Jake Roberts. Roberts portava Damien sempre con sé e metteva il sacco sotto l’angolo del ring. Di solito tirava il serpente fuori durante o dopo il match e lo lasciava strisciare sul ring o direttamente sull’avversario sconfitto. Avviso a tutti gli animalisti: non fu mai recato alcun danno al rettile.

Wells attacca immediatamente Roberts e lo manda nell’angolo tramite Irish Whip. Inizia un brawl, che si sposta verso l’esterno. Tornati sul ring, Wells va a segno con uno Shoulderblock e un Heabutt. Ancora Irish Whip all’angolo, poi una Headscissors da parte di Wells. Scoop Slam. Wells continua con calci e pugni, mentre Vince dice che Wells ha messo su circa 20-30 libbre di massa muscolare in sei mesi. Tutto ciò che dice, Mr. McMahon, può essere usato contro di lei in tribunale. Lo tenga a mente per il processo del 1992. Scusate l’attacco di schizofrenia. Powerslam di Wells per un conto di 2. Wells insegue Roberts intorno al ring. Roberts, tuttavia, riesce a difendersi e va a segno con alcuni pugni. DDT dal nulla, che è la mossa finale di Roberts. 1, 2, 3!

Vincitore via Pinfall: Jake “The Snake” Roberts (3:15 minuti)

VC: * 1/2 È stato piuttosto interessante. Non conoscevo George Wells prima, ma trovo che ha fatto un egregio lavoro in questo match. In 3 minuti difficilmente si ottiene di meglio di così. Tutti e due hanno svolto bene il loro compito. Lo scopo era uno solo: mandare over Jake Roberts e fargli tirare fuori Damien.

Roberts tira fuori Damien e lo mette a tracollo a George Wells. Questi va completamente sotto shock, tanto da uscirgli schiuma dalla bocca. Jake se ne va, con Damien nel sacco.

Fabio Barbuscia
Fabio Barbuscia
Da quando vidi The Undertaker chiudere Ultimate Warrior in una bara, sono rimasto legato a vita a questo mondo magico. Sono quello che accompagna i nostalgici sia in italiano che in tedesco. Sono il WWE Vintage Critic e viaggio nel tempo al posto vostro.
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