AEW Planet #36: First reaction, shock!

First reaction, shock! Può essere tranquillamente una frase con cui riassumere in tre parole e qualche segno di interpunzione uno dei capisaldi del wrestling. Già, perché puoi essere lineare e coerente quanto vuoi, ma alla lunga senza un acuto potente di solito Sanremo non lo vinci. Ecco, in AEW sembra che il 2021 sia iniziato con del cloroformio per le storyline principali. Intendiamoci, ci sono altri lidi in cui pur di costruire un effetto sorpresa si inanellano corbellerie di ogni sorta. Però anche l’esatto opposto non garantisce un prodotto particolarmente riuscito.


E anche i cosiddetti shocking moments, almeno per ora, non sono stati pompati a dovere. Il booking AEW si caratterizza per una lenta e consequenziale evoluzione. Ti presento i personaggi, te li faccio conoscere e apprezzare. Ti faccio vedere di settimana in settimana qualche piccolo pezzettino in più, però il puzzle di pezzi ne ha tanti e se tanti sono di cielo, non so voi, ma a me dopo un po’ a vedere tutto quel blu passa la voglia.

Sicuramente due dei momenti top dell’intero panorama wrestling mondiale sono stati il debutto di Sting e l’angle Invasion-like di Kenny Omega e Don Callis a fare ping pong tra Impact! e Jacksonville. Eppure entrambi gli scenari ora sono perlopiù nebulosi e discontinui. In sensi opposti: troppo poco per quel che riguarda Sting, troppo tutto per quel che riguarda Kenny Omega.

STING E DARBY ALLIN: CHE VOGLIAMO FARE?

Il Vigilante continua a vivacchiare con apparizioni sporadiche che fanno più sentire la sua eredità con il passato, sempre presente nelle interviste con Tony Schiavone, piuttosto che far presagire quale possa essere il suo futuro. Un’alleanza con Darby Allin sarebbe davvero interessante soprattutto per quest’ultimo, potrebbe aiutarlo a uscire dall’equivoco della storyline con Brian Cage. Ma procede con una lentezza tale da rendere il tutto quasi stantio.

Sempre in nome della credibilità di cui spesso mi piace parlare, come può un corpo esile come quello di Allin avere cittadinanza contro i muscoli e i centimetri di Cage? Lo stesso moveset usato da Allin non è affatto quello di un underdog cruiser che lotta contro un heavyweight. Anzi, dopo aver subito ogni sorta di power move da parte del suo avversario, tra Suplex, Powerbomb, Powerslam e affini, Allin ha cambiato le carte in tavola con schiaffi e morsi (…), un Coffin Drop sui gradoni, una Canadian Destroyer e un Crucifix pin.

Ora, con tutto il rispetto per la finzione scenica del wrestling, come possono i 70 kg di Allin avere un peso rilevante pur dalla seconda corda, pur sull’acciaio degli steel steps, sui 120 e passa di Cage con quella struttura fisica? Come può Allin riuscire a sollevare così, senza alcuna fatica, l’attuale FTR Champion per connettere la Destroyer? Mi sarei aspettato più velocità, più dropkick o reversal improvvise.

Affiancare Sting ad Allin permetterebbe a quest’ultimo di continuare a veder crescere il suo status, avendo a fianco un catalizzatore di attenzione che possa nascondere anche qualche lacuna nella sua costruzione. Il problema è: vogliamo iniziare a dare un senso a tutte queste occhiate? A tutte queste interazioni? Perché se alla fine la risposta si rivela essere una faida tra il team Tazz e Sting, allora la comparsa finisce per essere proprio Darby Allin, con annesso titolo TNT.

UPDATE: Ovviamente, nel mentre questa edizione del Planet andava online, la AEW ha annunciato il ritorno sul ring di Sting in quel di Revolution. In coppia con Darby Allin affronterà il team Tazz, composto da Brian Cage e Ricky Starks. Inutile dire quanto questo evento possa rappresentare tanto per la AEW, in termini mediatici avere The Icon sul quadrato è come si dice in gergo “tanta roba”.

Rimane un po’ di rammarico per l’andamento lento con cui ci si è arrivati. Poco hype, poca emozione, poche spiegazioni circa le motivazioni di Sting. Poca partecipazione di Darby Allin stesso. Insomma, il tutto manca un po’ di tensione narrativa. A Revolution manca ancora un mesetto, speriamo che il booking AEW inizi un po’ a salire di colpi.

KENNY OMEGA E BULLET CLUB: TUTTO TROPPO PRESTO

In una manciata di settimane, siamo passati da Callis e Omega che rivelano la loro partnership a una reunion del Bullet Club. Passando per qualche rissa nel backstage e un match in PPV Impact!. Il coinvolgimento di due compagnie, entrambe bisognose di visibilità (e i dati d’ascolto AEW, pur essendo sistematicamente migliori di quelli di NXT, continuano a essere tutto sommato deludenti), ha portato ad accelerare quello che poteva essere sicuramente uno dei momenti topici dell’anno.

Di riunioni del Bullet Club ne abbiamo viste anche troppe: Gallows e Anderson ovunque vadano finiscono in un Club, però stavolta le potenzialità sono enormi. Basti pensare al fatto che è stato usato il nome originale, causando l’ira dei portacolori dello stesso vessillo in NJPW. Immaginare uno scenario con AEW, Impact! e NJPW coinvolte tutte insieme in storyline, oltre a non essere così peregrino vista la collaborazione tra le stesse (Moxley, ad esempio, è ancora IWGP US Champion), avrebbe effetti positivi sia per il bacino di spettatori che porterebbe in dote, sia perché diluirebbe la visibilità su più giorni, più appuntamenti, più Pay per View.

Proprio per questo, mi sarei aspettato maggiore psicologia nel ricreare il Bullet Club, più tempo di elaborazione della presenza di Omega a Impact!, più carne al fuoco prima di coinvolgere gli Young Bucks. Si poteva, a parer mio, continuare a cavalcare la rivalità con Moxley, creare i presupposti per una reunion e farla avvenire a Revolution. Il PPV di fine febbraio, infatti, al momento non ha una minima costruzione e non viene minimamente preso in considerazione nell’evolversi delle puntate settimanali di Dynamite. Con le cinture principali tutte ostaggio di questa storyline in the making.

L’OMAGGIO A BRODIE LEE

Della morte di Jon Huber/Brodie Lee è stato già detto e scritto tanto. Su quanto fosse amato e apprezzato in ogni backstage in cui ha mosso i propri passi. Su quante parole toccanti di commiato gli siano state dedicate da colleghi più o meno illustri. Trovo veramente delicato e commovente il modo in cui la AEW stia gestendo il tutto: una grande famiglia che non lascia soli i propri membri.

Regalare al ribattezzato -1 tanti momenti di simpatica presenza ha un grande valore umano. Si può parlare di ritorno in chiave immagine anche per la AEW? Forse per la prima puntata, magari per qualche segmento della seconda. Ma ora per quanto mi riguarda il lato più importante è quello dell’abbraccio che si sta dando al figlio e alla famiglia di colui che fino a ieri chiudeva a chiave l’armadietto vicino al tuo e che ora, purtroppo, non c’è più.

Andrea Samele
Andrea Samele
Laureato in filosofia, amante della creatività, della scrittura e del suono musicale di una chop. Appassionato di wrestling di lunga data per la capacità di creare personaggi e storyline in grado di coinvolgere gli spettatori. Per Tuttowrestling.com curo l'AEW Planet.
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