The Codebreaker #95 – L’Open Challenge e il Cesaro show

The Codebreaker

Da sempre non rientro tra i fans di John Cena, nulla contro l'uomo dai sani valori, né contro il professionista esemplare e non sarà sicuramente il sottoscritto ad ignorare la macchina da soldi che la WWE ha costruito attorno a lui, né tanto meno a trascurare il grande valore come testimonial per numerose campagne di solidarietà curate dalla federazione. Sinceramente ho sempre faticato a digerire il personaggio, rimasto peraltro invariato in tutti questi anni, e in particolare lo status di invincibile, quasi esonerato dalle sconfitte pulite. Quella subita all'esordio di Owens in WWE costituisce una delle rarissime eccezioni, altrimenti sono stati infortuni, interferenze, sotterfugi a far capitolare l'icona WWE quando è stato contato al tappeto.


Detto ciò, bisogna essere onesti e obiettivi su queste pagine ed è giusto ammettere come l'annata in corso sia probabilmente la migliore del leader della Cenation dentro al ring in oltre un decennio d'attività a Stamford. Una decisa impennata in termini qualitativi si è registrata in particolare dal momento del lancio della sfida aperta per il titolo USA, abbiamo assistito a match superlativi, anche con la presenza sul ring di wrestlers non di primissimo livello, come Stardust. Gente del calibro di Ziggler e Barrett, ponendo poi l'attenzione su giovani talenti come Zayn, Neville e sull'uomo del momento Owens, ha avuto modo e occasione per mettersi in luce, estrarre dal cilindro match da cinque stelle. È vero, stiamo parlando di gente tecnicamente valida, ma una parte del merito è doveroso assegnarla anche al campione in carica, destinato a non diventare sinonimo di spettatore non pagante.

Cena ha finalmente iniziato ad arricchire il proprio parco mosse, andando spesso e volentieri in difficoltà contro avversari in possesso di un curriculum largamente inferiore ma maggiormente dotati tecnicamente, ma riuscendo a tenere botta ed evidenziando l'impegno ad onorare al meglio la cintura che porta attorno alla vita. Tutto vero, non bisogna però scordarsi il rocambolesco esito nel match “I quit” in ppv contro Rusev, un finale controverso che non ha fatto altro che riaccendere la fiamma di critiche e scontati interrogativi nei confronti delle scelte dei bookers, talvolta pare non facciano altro che trovare il modo per stimolare il club dei “Cena sucks” a tutti i costi.

A proposito della Open Challenge…dedichiamo spazio all'ennesima superlativa prova offerta da Cesaro, capace letteralmente di incantare nell'ultimo taping di Raw. Il nuovo grave infortunio subito da Tyson Kidd ha costretto l'atleta elvetico ad accantonare l'assalto ai titoli di coppia, l'unica strada percorribile era rimettersi in gioco nella categoria da singolo. Le sue intenzioni non sono buone, piuttosto semplicemente straordinarie. L'ha fatto subito capire fin dalle prime battute nel match titolato contro John Cena; altissima concentrazione, tecnica sublime, dinamicità, imprevedibilità, un parco mosse infinito, una fame di successo incontenibile. Già, perchè il titolo Usa, quello tag-team e la conquista della 1° Battle Royal in memoria di Andre The Giant in quel di Wrestlemania rappresentano soltanto un positivo punto di partenza, ma nulla più.

Ci troviamo dinanzi ad uno dei migliori profili in circolazione a livello mondiale, l'assalto al titolo Usa detenuto da John Cena l'ha lasciato alla fine con un pugno di mosche in mano a causa dell'interferenza di Kevin Owens, ormai seriamente interessato alla conquista di quella cintura non soltanto per ragioni di blasone e prestigio, ma per uscire vincitore da una rivalità che ormai ha profondamente toccato l'aspetto personale. Il match offerto da Cesaro, con una buona prestazione offerta dal campione in carica nonostante diversi fasi del match in sofferta difesa, può benissimo essere inserito tra i top match del 2015, ma, dinanzi a sfide di tale calibro, risulta legittimo porsi alcuni quesiti.

Che futuro riserverà la WWE al talento svizzero? La conquista delle cinture di coppia sembravano un buon antipasto per una seconda parte del 2015 da protagonista, ma il push riservato al New Day, a mio parere imprevisto ma a fin dei conti anche meritato, ha posto però fine troppo prematuramente al regno tag-team. La sfortuna ha scombussolato i piani con l'infortunio del proprio compagno, Cesaro ha dovuto ricercare gloria per titoli singoli, ma se il titolo WWE continua a restare una chimera nonostante sul ring abbia più volte dimostrato di poterselo meritare, anche il cammino verso le cinture “secondarie” non appare il più semplice. Per gli USA bisogna porre fine al regno di John Cena e fare i conti con Kevin Owens, un feud con quest'ultimo sarebbe però tanta manna.

In relazione alla cintura intercontinentale non mi sentirei, almeno in tempi immediati, di interrompere il primo regno titolato di Ryback, tecnicamente anni luce sotto l'elvetico, ma più che meritevole di tale traguardo, non solo per la determinazione dimostrata in passato quando la prematura conclusione della carriera sembrava dietro l'angolo, ma anche per quanto mostrato sul ring in termini di potenza, carisma e feeling con il pubblico. Una forma di “risarcimento” dopo i tanti “furti” subiti ai tempi del push per il titolo WWE quando i numerosi assalti andarono a vuoto durante i regni CM Punk e Cena.

Ammirando Cesaro in azione dovrei essere il più ottimista tra appassionati e addetti ai lavori, invece bisogna fare i conti con la gestione, le strategie dei bookers, con la non impeccabile attitudine dell'elvetico al microfono e al continuo lancio dei talenti provenienti da NXT e a questo punto le previsioni non sono tali da prevedere buone news per le sue chance titolate. Almeno auguriamoci che la WWE non lo svaluti, ma continui a dargli la possibilità di mostrarci tutto il suo talento in match di tale livello. Non chiediamo troppo…

Scritto da Diego Anelli
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