The Codebreaker #107 – La rivoluzione prosegue in attesa di spiegazioni e bilanci

L'irruzione di HHH durante il triple threat match con in palio il vacante titolo universale ha fatto scalpore, in quanto la fine del rapporto professionale con Seth Rollins era semplicemente imprevedibile. Come sempre, in particolare in queste circostanze, The Game ha dato il meglio di se stesso, ma soprattutto ha interpretato il ruolo come probabilmente nessun altro avrebbe potuto.


Vero, in quel match Kevin Owens non aveva particolarmente brillato, ma nel complesso Mr. Ko meritava quel alloro dopo mesi e mesi di match convincenti, anche se la gestione WWE nei suoi confronti fino a quel giorno era stata caratterizzata da un continuo alternarsi di fiducia (vedi il match pulito vinto all'esordio a Raw contro John Cena e il titolo intercontinentale) e continui passi indietro, come testimoniato dalla lunga lista di assalti a vuoto a titoli e chance come primo sfidante. Adesso dovremo vedere come i bookers decideranno di gestire il regno titolato del canadese, supportato dall'alleanza di Chris Jericho, potenzialmente da sempre un'arma a doppio taglio, anche perchè nessuno mi toglie dalla testa la possibilità che Y2J possa avere ancora un periodo da campione prima che l'età si faccia davvero sentire.

Certamente in tale contesto la WWE ha deciso di portare pian piano Seth Rollins ad un'attitude diversa se il turn face possa ancora sembrare prematuro, aprendo scenari nuovi e inimmaginabili fino a poco tempo fa, con quel che resta dell'Authority trasformatosi nel primo grande nemico dell'ex architetto dello Shield. Restano diversi interrogativi sulla clamorosa decisione di HHH di porre fine all'alleanza con il suo ex pupillo. Sinceramente dopo quanto avvenuto in uno dei Raw più clamorosi degli ultimi anni mi sarei aspettato nel taping seguente le spiegazioni di merito di The Game, non avrei escluso che dietro a tale decisione si potessero nascondere (ovviamente in termini di storylines) ragioni basate sull'aspetto personale, se non perfino sentimentale con il coinvolgimento di Stephanie, ma finora gli interrogativi, almeno in parte, restano in piedi.

A Smackdown ammirare un Aj Styles in versione campione WWE è una gran manna dal cielo. Intendiamoci, Dean Ambrose ha dato il massimo del proprio potenziale, ma il suo livello tecnicamente parlando e la caratura del personaggio assegnatogli hanno palesato determinati limiti, spesso ben nascosti da un'indubbia professionalità ma adesso determinanti per voltare pagina. La vittoria pulita ai danni di John Cena a Summerslam ha inserito l'ex icona della TNA tra i grandi della federazione. Fino a quel momento nonostante diversi attestati di stima inviati tramite i media, non si era ancora capito dove i bookers volessero effettivamente collocare AJ, reduce da grandi match, ma da rivalità perse e un assalto al titolo mancato, senza dimenticare la presenza al suo fianco, spesso scomoda, del Club. Una vittoria pulita ai danni del leader della Cenation in un ppv di tale portata rappresenta un punto e a capo, non lascia né “se” né “ma”. La rocambolesca conquista del titolo WWE ai danni di Ambrose poteva rischiare di riaprire nuove discussioni, ma abbiamo capito come l'AJ in versione WWE sia inteso come un atleta che punta esclusivamente all'obiettivo, non disdegna scorciatoie, sposando la filosofia che lo scopo giustifichi i mezzi. Almeno dalle parti di Stamford si è deciso di percorrere tale cammino.

A NXT che continua a regalare spettacolo offrendo nuove interessanti rivalità e dando visibilità a nuovi talenti pronti a lasciare il segno, si aggiunge l'attesissima categoria dei pesi leggeri, la quale ha sicuramente dato un'ottima impressione nei primi tapings di Raw, portando aria nuova e ridando la giusta importanza al wrestling tecnico, spesso e volentieri accantonato in passato. L'inizio è positivo, ora bisognerà confermare la base e proseguire verso una costante valorizzazione del prodotto. Un buon lavoro viene svolto attorno alle cinture secondarie nei roster principali; si può discutere e lo si potrebbe fare a lungo sulle caotiche conclusioni dei loro recenti match, ma non ci sono dubbi sul fatto che il duello tra Roman Reigns e Rusev sta facendo scintille. Reigns non potrà mai diventare uno dei wrestlers più tecnici in circolazione, ma l'impegno sul ring non manca e la pagnotta se la guadagna sempre, dall'altra parte Rusev, anche in considerazione della mole, va considerato un grande atleta, capace di offrire un perfetto mix di potenza, tecnica e acrobazie.

Un buon lavoro viene svolto anche attorno al titolo intercontinentale e al regno di The Miz, un personaggio riscoperto dopo mesi, se non anni di assoluta mancanza di idee. I battibecchi con Daniel Bryan e l'etichetta del “codardo” potrebbero aprire nuovi scenari per un atleta che, dopo i fasti da campione WWE e la rivalità con John Cena, ha bisogno di qualche episodio determinante per il salto di qualità in carriera. Cosa che difficilmente accadrà per Dolph Ziggler, non tanto per i rocamboleschi esiti nelle sfide valevoli per il titolo intercontinentale, ma per il match senza sostanza andato in scena a Summerslam quando l'avversario si chiamava Dean Ambrose e in palio c'era non “soltanto” il titolo WWE, ma la chance di far ricredere tutti i propri detrattori. Poteva starci la sconfitta, ma c'è sempre modo e modo di perdere e si è deciso di farlo uscire dal ring senza lasciare traccia, peccato.

Simpatico e probabilmente ben indovinato il push nei confronti di Heath Slater, anche se bisognerà vedere se avrà senso prolungare un regno destinato comunque a rimanere tra l'indifferenza generale nel medio – lungo termine. Restando alla categoria tag-team chapeau al New Day, ma sono maturi i tempi per un cambio di titolo appena verranno individuati elementi in grado di far crollare il loro lunghissimo dominio: Sheamus e Cesaro? Un altro punto a favore di Raw è il rendimento della categoria femminile, del resto lo show rosso si è assicurato le migliori rappresentanti della categoria e i risultati sono sotto i nostri occhi. Charlotte e Sasha Banks incantano, Bayley mina vagante, mentre a Smackdown Becky Linch trionfa con merito, ma mancano alternative di spessore.

Ancora presto per poter stilare un bilancio sulla decisione di dividere nuovamente il roster, si perde il conto dei ppv, ma alla fine saranno come sempre gli incassi e l'audience a scrivere le sentenze, del resto il gradimento del pubblico si esprime essenzialmente in quel modo oltre ai post sui social. Certamente ci troviamo in una delicata fase di rinnovamento, con la federazione che ha avuto l'intelligenza e il coraggio di assumere determinate decisioni, spesso rivoluzionarie, con la tendenza però di cadere su errori già compiuti in passato. L'importante sarà rendersene conto e correre ai ripari per tempo, evitando di vanificare quanto di buono costruito tra difficoltà e retrofront.

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