The Codebreaker #94 – La polvere e il diamante. Sullo sfondo la Bestia e il Guerriero

Non ci stiamo sicuramente avvicinando ai tempi gloriosi del passato WWE, ma almeno da Wrestlemania compresa in poi la qualità del prodotto è notevolmente migliorata, mettendoci definitivamente alle spalle un paio di mesi davvero scarni di emozioni e spunti d'interesse. L'ultimo ppv è andato più o meno come ci aspettavamo.
Seth Rollins, anche senza gli aiuti dell'Authority, ha conservato il titolo nello spettacolare ed equilibratissimo match contro Dean Ambrose, uscito sì sconfitto, ma a testa alta, sfiorando la conquista della cintura che più conta nel mondo del wrestling. Se guardiamo il campione in carica ad inizio e al termine del taping, sembrano due persone che non hanno nulla in comune tra loro. Raw si apre con un Rollins spavaldo, spaccone, zeppo di ego, il quale non nasconde in alcun modo la voglia di evidenziare non soltanto il successo in sé, ma il fatto di non aver mai avuto bisogno di alcun aiuto….
Il taping svoltosi appena 24 ore dopo Money in the Bank si conclude con la grande sorpresa, il ritorno di Brock Lesnar, Rollins sbianca come un lenzuolo. Straordinario HHH nel discorso face to face con il futuro WWE, il carbone, la polvere, il diamante, con Stephanie McMahon, come sempre impeccabile in termini di mimiche facciali, la quale pende dalle parole del marito e osserva ogni minima espressione dell'ex architetto dello Shield. L'Authority non te le manda mai a dire, in modo diretto o indiretto, ti mette con le spalle al muro e dimostra di conquistare la vittoria, sempre.
Vincere contro Lesnar in maniera pulita, senza aiuti pare un'impresa, ma Rollins potrebbe far ricorso a mille altre scorciatoie, squalifica e conteggio fuori compresi, per rimandare il verdetto almeno a Summerslam. Seth non è praticamente riuscito a guardare negli occhi la Bestia, ma ha faticato a staccare lo sguardo da HHH non appena, alle sue spalle, è partita quella musica d'ingresso che mai avrebbe voluto riascoltare. Qualcosa negli equilibri nei quartieri alti WWE, all'interno dell'Authority sta rapidamente cambiando, Rollins l'ha capito, è consapevole di dover estrarre il massimo dal cilindro e il suo top potrebbe anche rivelarsi non sufficiente, ma non ha alternative, soprattutto quando torna di moda il saggio motto “fidarsi è bene, non fidarsi è meglio”.
Cena è tornato in parità nel duello con Owens, si faceva fatica sinceramente a pensare ad un raddoppio del campione NXT anche se ci è andato più volte vicino. Il rapper di Boston si è preso una rivincita, ma ha voluto esagerare seguendo peraltro il suo personaggio, una stretta di mano e una frase sulla dignità di stare sul ring che Owens ha faticato a digerire e ha preferito non affidarsi a giri di parole per farlo intendere al mondo intero. Una power bomb a bordo ring ha lanciato un segnale chiaro. Da NXT è arrivato un picchiatore vero, un lottatore reduce da oltre 15 anni di gavetta in ogni parte del globo, al debutto in WWE ha sconfitto pulito l'intoccabile, è consapevole di aver scritto un'importante pagina di storia moderna del wrestling, ma al tempo stesso sa di essere soltanto all'inizio. Nel match della verità Kevin (ma che grande match assieme a Dolph Ziggler in quel di Raw!) chiede il titolo USA in palio, staremo a vedere chi avrà la meglio, ma una cosa è certa: match dopo match è altissima la qualità tecnica che i nostri occhi possono ammirare.
Non sono rimasto particolarmente sorpreso dalla conquista della valigetta da parte di Sheamus, del resto andando per esclusione il guerriero celtico restava tra i maggiori papabili, mettendo da parte alcuni che avevano già raggiunto tale obiettivo nel passato e chi non è adeguato o non ancora pronto per diventare già protagonista in ottica titolata. Sheamus rappresenta sulla carta un ottimo possessore della valigetta, il suo turn heel sta ottenendo buoni riscontri, la sua potenza, la tendenza a non avere pietà nei confronti di nessun avversario e una finisher capace di chiudere l'incontro in una frazione di secondo giocano a suo favore, anche se deve imparare a non perdersi più in un bicchiere d'acqua nei momenti topici.
Da decifrare l'interferenza di Bray Wyatt contro Roman Reigns, uno dei principali nemici dell'Authority. Già in passato Bray aveva lasciato il segno danneggiando un ex componente dello Shield, Dean Ambrose, non a caso un altro mal visto dal potere che conta. Potremmo assistere ad un feud interessante, non necessariamente qualcosa di transitorio, magari una rivalità destinata ad avere il proprio culmine in quel di Summerslam, anche se ci troviamo di fronte a due atleti che meriterebbero di lottare per qualcosa di significativo in palio, in primis l'ex leader della Famiglia Wyatt sempre in prima fila per qualità di incontri e caratura del personaggio, ma ancora a secco di titoli.
Concludo con un grande abbraccio alla famiglia di Dusty Rhodes, un'altra icona ci ha salutato, andandosi ad aggiungere ad un paradiso che poteva già contare tante altre stelle che hanno reso grande la nostra disciplina.