The Codebreaker #88 – Certezze e interrogativi nel countdown verso Wrestlemania

Il countdown verso Wrestlemania è già partito, con certezze, interrogativi e perplessità, come e più degli ultimi anni. Sarà la prima edizione nella quale The Undertaker non dovrà difendere la propria striscia vincente, la prima volta di Lesnar campione in carica dopo essere tornato in pianta stabile in WWE, la presenza da protagonista di Rusev nello show degli immortali, l'occasione per vedere all'opera John Cena e Daniel Bryan lontani dal titolo che conta, la serata del nove per Roman Reigns e Bray Wyatt, senza dimenticarsi le variabili Seth Rollins e Randy Orton.


Si tratta di un periodo non ben definito per la WWE. Fortunatamente non mancano le ragioni per mantenere il sorriso o esaltarsi a seconda dei casi. Tecnicamente parlando le sfide Dolph Ziggler vs Seth Rollins e vs Bray Wyatt sono state esaltanti in ogni taping di Raw, nelle quali tecnica, rapidità, capovolgimenti di fronte hanno dominato la scena, portando ai massimi livelli i più purissimi talenti attualmente presenti nel parco lottatori di Stamford. Tornando ai ppv impossibile non soffermarsi un attimo sul match a tre per il titolo andato in scena alla Royal Rumble. Brock Lesnar è riusciuto a mantenere con merito il titolo, ma al termine di una sfida stratosferica. Seth Rollins si è reso protagonista di un volo incredibile sul tavolo dei commentatori e di una potenziale finisher volante dal paletto meritevole della chiusura sulla Bestia. John Cena ha messo sul ring il proprio 101%, non gettando mai la spugna, provando a mettere fuori causa il campione in carica abbattendo la protezione a bordo ring.

Alla fine nessuna finisher, nessuna sediata, nessun volo dal paletto sono stati sufficienti per metterlo k.o., Brock Lesnar ha mantenuto il titolo, dimostrando, come se ce ne fosse ancora bisogno, una potenza devastante e una resistenza incredibile, portata però al limite dall'ottima prova di coraggio e follia offerta dagli sfidanti. Sarà Roman Reigns a provare il colpo grosso nel main event di Wrestlemania. La conquista della Rumble di per sé non è bastata nel suo caso, ci si è arrampicati sullo specchio dinanzi all'interferenza di The Rock, successiva però a quella di Kane e The Big Show. L'ex ariete dello Shield ha dovuto superare anche l'ostacolo rappresentato da Daniel Bryan, sul quale esistevano molti dubbi sulle condizioni fisiche post infortunio. Il leader dello “Yes Movement” ha però fatto ricredere gli scettici e i suoi fans più preoccupati, fornendo una prestazione maiuscola a Fastline. Quest'anno non sarà riuscito a staccare il pass per il main event di Wrestlemania e riconquistare quella cintura mai persa, ma probabilmente ha vinto la battaglia più importante: rimettersi in sesto e ritornare al top per lottare a certi livelli.

Riuscirà Roman Reigns a strappare il titolo alla Bestia? Bella domanda, probabilmente oggi l'ex cuore pulsante dello Shield rappresenta uno dei pochi lottatori credibili da poter mandare contro il campione in carica, in considerazione sia del push perdurante ormai da oltre un anno, sia della potenza fisica ad hoc per poter tener botta contro un fenomeno in grado di intimorire chiunque si presenti dinanzi a sé. Meglio di lui nessun altro? Personalmente la risposta è negativa, un unico lottatore, al di là di un Orton al top, avrebbe avuto maggiori carte giocabili, possedeva le qualità fisiche per reggere lo scontro e vantava le doti tecniche per poter avere la meglio. Il suo nome è Rusev, per il quale la WWE sta riservando con ragione una gestione perfetta. Anche John Cena, e sinceramente avevo dubbi in merito, è stato sconfitto pur non cedendo contro il gigante bulgaro. Ci sarà un rematch a Wrestlemania? Probabile, visto che il leader della Cenation rischierebbe di non aver una sfida di cartello. Non sarebbe da escludere a priori nemmeno una vittoria dell'ex campione WWE che conquisterebbe il titolo USA nella vetrina più importante dell'anno, ponendo peraltro fine all'imbattibilità del rivale. Nel caso in cui l'assistito di Lana trionfasse anche nello show degli immortali allora davvero potremo finalmente affermare che la WWE non avrebbe fatto crollare in un secondo il castello costruito in mesi e mesi di lavoro per un enorme talento dal presente glorioso e dal futuro assicurato.

Nessuna traccia di The Undertaker dal 21-1, ormai da quasi un anno. Bray Wyatt intanto da settimane gli lancia la sfida, cerca di acquisire un vantaggio facendo leva sui mind games, nei quali si sta rivelando un autentico maestro. Dopo la conquista della striscia da parte di Brock Lesnar nella scorsa edizione di Wrestlemania, che valore avrebbe la sfida? Undertaker avrebbe la chance di dimostrare al mondo intero di non essere ancora finito, o in ogni modo avrebbe l'opportunità di chiudere prima o poi una leggendaria carriera con un successo e una strameritata standing-ovation. Qualunque fosse l'esito del match, per Bray Wyatt potrebbe trattarsi della definitiva consacrazione. Particolare finora la sua carriera in WWE: straordinaria interpretazione del personaggio, indiscussa leadership a guida della Wyatt Family anche nella sfida contro lo Shield, vittoria pulita contro Daniel Bryan, pubblico ai propri piedi, recenti feud vinti contro Dean Ambrose e Dolph Ziggler, eppure…nessun titolo vinto. Il caso Undertaker insegna: quando si ha a che fare con un campione nel ring e nella gestione del personaggio, si possono scrivere importanti pagine di storia nella nostra disciplina anche senza possedere il titolo. Prima o poi però Bray dovrà incassare, giungerà il tempo di raccogliere quanto seminato. Se confermerà tutto il bagaglio di wrestler – personaggio mostrato in questi mesi anche contro The Undertaker, sarà comunque un successo. La sua realtà verrà elevata ai massimi livelli a tu per tu nel duello con un'autentica leggenda nello show più prestigioso dell'annata. Spetterà alla WWE il compito di dare il giusto spazio a Taker senza ridimensionare una fortuna che porta un nome e un cognome: Bray Wyatt.

Tra i principali motivi di attesa in vista di Wrestlemania sarebbe una bestemmia non soffermarsi sullo storico debutto di Sting in un ring WWE. La rivalità a distanza con l'Authority dura da mesi, dalle Survivor Series, il duello con la federazione di Stamford da decine e decine di anni, bisogna ritornare indietro nel tempo, agli anni di supremazia della WCW, della quale Sting rappresentava il simbolo indiscusso. A Wrestlemania andrà in scena una sfida emozionante, ricca di pathos con HHH, un match ricco di significati, nel quale sinceramente non so chi abbia più da perdere. The Game, in risposta alle parole dirette e sincere di Ric Flair in uno degli ultimi tapings di Raw, deve dimostrare di poter ancora essere un lottatore di prima fascia, oltre a togliersi la soddisfazione di mettere definitivamente k.o. il simbolo della principale federazione rivale di Stamford nella storia. Dall'altra parte Sting, del quale la WWE ha completamente ignorato i numerosi anni di atleta vissuti da protagonista alla TNA, non è un lottatore ritirato da anni. L'età avanzata esiste, ma non parte assolutamente in svantaggio rispetto al King of Kings, sia in termini di esperienza, che di lontananza dal ring. Sarà un face to face tra passato, presente e futuro. Un qualcosa di inedito e sulla carta imperdibile, anche se molti appassionati avrebbero sognato un duello tra Sting e Undertaker, chissà se un giorno verranno accontentati.

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