The Codebreaker #85 – E siamo ancora qui…

The Codebreaker

Ancora una volta l'Italia non ha tradito, il popolo del wrestling ha risposto presente, riempiendo praticamente a tappo i palazzetti e trasmettendo un contagioso entusiasmo. Probabilmente la card e lo spettacolo offerto sul ring sono stati leggermente inferiori agli ultimi house show, poco male, in quanto il collocamento delle tappe italiane nel tour europeo e l'attuale momento della WWE rappresentano fattori da tenere bene in considerazione.


Un interessante main event tra John Cena e Seth Rollins, la presenza dell'incantevole Lana e un buon match di apertura tra colui che sarebbe diventato pochi giorni dopo il nuovo campione intercontinentale, Luke Harper, e il guerriero celtico Sheamus hanno attirato gran parte delle attenzioni. Credo che l'Italia abbia fatto nuovamente centro, la WWE non sarà rimasta indifferente alla nostra risposta in termini di passione, voglia di wrestling, desiderio di restare nel giro che conta del più famoso sport – entertainment in circolazione, evitando di ritornare nel buio dove per troppi anni siamo rimasti rintanati e ignorati.

La doppia tappa dello scorso maggio aveva convinto la federazione a non perdere tempo nel programmare il ritorno a novembre, tale decisione potrebbe ripetersi in vista del post Wrestlemania. L'Italia rappresenta a tutti gli effetti un'importante realtà a livello europeo, a nostro favore parlano i numeri e i fatti, i numerosi detrattori che non hanno mai perso occasione per accusare e gettare fango sul wrestling devono ormai farsene una ragione, gettare la spugna e accettare la sconfitta. Tutti coloro che hanno riempito i palazzetti di Milano e Bolzano non hanno perso l'entusiasmo per l'assenza di alcuni big, in attività o ritirati diventati ormai rari perfino negli States, si sono esclusivamente concentrati sui presenti.

Senza ombra di dubbio l'esordio italiano di Rusev, la prima volta da singolo di Seth Rollins negli house show nostrani, la presenza di John Cena hanno costituito i principali motivi di interesse in termini di lotta, dando per scontato come gli occhi maschili abbiano trovato la luce nella visione della splendida Lana. Non bisogna scordare l'elemento più importante al di fuori del ring: l'aggregazione, la possibilità di ritrovare vecchi appassionati, allacciare nuove amicizie, condividere una passione infinita, resa indistruttibile e ulteriormente consolidata dai continui attacchi mediatici che il wrestling, come se avesse fatto male a qualcuno o desse fastidio a chissà chi, ha dovuto abituarsi a subire negli ultimi decenni.

Noi, zoccolo duro, siamo ancora qui, ma non solo, ci stiamo sempre più estendendo e fortificando. Quella nicchia è diventata qualcosa in più, un movimento, un popolo, sempre ben consapevole del proprio passato, incapace di dimenticare da dove è partito e le insidie che ha dovuto superare nel corso degli anni, più che mai determinato nel proseguire il proprio cammino, affiancato da un numero sempre crescente di cuori e anime appassionati di wrestling. Un unico appunto in una straordinaria cornice di passione infinita. Non è semplice, perchè ogni evento, occasione, episodio nella vita è il riflesso dei pregi e difetti della nostra società, ma parlarne, evidenziarlo talvolta può non cadere nel vuoto, ma fornire un piccolo aiuto.

Cerchiamo tutti quanti di non scordarci il rispetto, il buon senso e l'educazione quando assistiamo agli show, ricordandoci che non esiste una regola che consenta di invadere continuamente il settore platea partendo da altri settori, impedendo la visuale a chi ha speso una cifra importante e ha compiuto i salti mortali per aggiudicarsi un biglietto simile. Si manca di rispetto ad un potenziale amico, ad una persona innamorata della nostra disciplina. Rendersi protagonisti di corse da velocisti in occasione di ogni entrata ed uscita dei protagonisti ha generato il caos a bordo ring, trasformando gli invidiati posti di platea in un autentico bronx, nel quale tutto era permesso, dinanzi allo sguardo impotente degli steward. È vero, tanti erano bambini, che vanno però educati (i bambini dell'altro ieri sono gli adulti di oggi e i bimbi odierni saranno genitori dopodomani), ma altrettanti erano persone mature, ma hanno dimostrato di esserlo soltanto sulla carta d'identità.

Scritto da Diego Anelli
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