The Codebreaker #79 – Il prezzo dei valori

The Codebreaker

Siamo giunti a poche ore dal grande appuntamento dell'estate. Soffermarsi sulla card, potenzialmente importante, di Summerslam sarebbe scontato e prevedibile. Preferisco dedicare questo numero di Codebreaker ad un episodio, a quanto pare, molto grave accaduto in settimana, ovvero il licenziamento di Alberto Del Rio, credo sia almeno doveroso.


Le opzioni sono due. La prima: il lottatore messicano ha letteralmente perso il bandolo della matassa, il contatto con la realtà, ha sfogato la propria frustrazione sul primo malcapitato che lo avrebbe, obbligatorio il condizionale, insultato e rifiutato poi di scusarsi. Un gesto violento, inaccettabile e anche meritevole del licenziamento. Uno sfogo impulsivo, uno scatto d'ira ingovernabile, o la ricerca di una via di uscita dal limbo targato WWE? Le più bizzarre interpretazioni provenienti dal mondo variano da un estremo all'altro.

Seconda ipotesi: il lottatore messicano è stato davvero vittima di un insulto razzista. Se ciò non giustifica la reazione, è altrettanto doveroso evidenziare la gravità dell'accaduto. Se davvero un dirigente, o comunque un rappresentante dello staff WWE si fosse realmente reso protagonista di un qualcosa di simile, la federazione, oltre a scuse ancora non arrivate né dal diretto interessato né dai vertici di Stamford, avrebbe fin da subito dovuto prendere seri e immediati provvedimenti nei confronti di chi avrebbe creato pesanti danni d'immagine non soltanto su se stesso, ma sull'intero business. Per il momento mi sono limitato a leggere presunte scuse mai arrivate, tweet di importanti esponenti WWE ad indirizzare i fans contro Del Rio. Sarebbe troppo riduttivo.

La federazione numero 1 al mondo non sta attraversando un periodo brillantissimo né in termini di qualità degli show, né di riscontri in relazione al lancio del famoso progetto del network. Abbiamo già assistito a numerosi tagli negli ultimi mesi, finalizzati a ridurre sensibilmente il monte ingaggi e a tagliare i rami secchi. Con il licenziamento non di un jobber, ma di un pluricampione del mondo, di un vincitore della Royal Rumble e del Money in the Bank la WWE ha preso due piccioni con una fava, capitalizzando al massimo l'episodio sgradevole. nel quale il numero dei colpevoli non coinciderebbe con un unico individuo? Non sarebbe il massimo sostenere tale ipotesi, ma stiamo sempre parlando di un business e ogni business vanta importanti, spesso più che discutibili, regole non scritte.

Nell'arco dei 4 anni vissuti in WWE il campione messicano probabilmente non ha raggiunto gli obiettivi fissati al momento del suo debutto, anche se i risultati ottenuti sul ring non sono sicuramente da ignorare: 4 titoli mondiali, una royal rumble, un money in the bank, diversi feud di rilievo, come quello con Rey Mysterio nella fase iniziale in WWE. Da face non ha fatto breccia nel cuore dei fans, a mio avviso da heel ha fornito un rendimento molto positivo, al microfono ha mostrato di potersela cavare (da ricordare il face to face con Batista) anche se la gimmick del miliardario, più volte viste in WWE, alla lunga ha stancato e le scarse idee provenienti dalle menti dei bookers hanno fatto il resto. Non attribuisco particolari colpe ad Alberto; tecnicamente ha sempre fornito match di grande caratura tecnica, l'ultimo contro Roman Reigns a Smackdown è stato superlativo.

La WWE può benissimo vivere senza Alberto Del Rio e viceversa, nessuna delle parti si strapperà probabilmente i capelli, ma talvolta la trasparenza e l'assunzione di responsabilità sarebbero cose assai gradite. Nessuno conoscerà fino in fondo quanto realmente accaduto nel backstage, ma spesso e volentieri la verità si trova nel mezzo delle due versioni e allora tutti ne uscirebbero sconfitti in termini di credibilità e immagine, in primis la federazione numero 1 al mondo. Se quanto letto nelle news provenienti dagli States coincidessero con i fatti reali, sarebbe l'ennesima testimonianza sul fatto che il razzismo rappresenta un cancro della vita di tutti i giorni, nel quale ogni ambiente purtroppo rappresenta lo specchio della società.

In ogni caso una cosa è certa: l'adesione al network costerebbe pochi dollari, ma le presunte offese oggetto di tale episodio sarebbero talmente inqualificabili da risultare invece completamente gratuite. Buon Summerslam a tutti voi.

Scritto da Diego Anelli
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