The Codebreaker #75 – Ad un passo dall’olimpo

Mancano ormai pochi giorni a Money in the Bank. L'infortunio subito da Daniel Bryan ha mischiato le carte in tavola, ha cambiato i programmi della federazione, apre nuovi scenari per gli equilibri interni, portando addetti ai lavori e fans ad attendere novità e cambi al vertice.


Randy Orton, Sheamus, Del Rio, John Cena, Bray Wyatt, Roman Reigns, Cesaro. Ecco i partecipanti al money in the bank ladder match, in palio non la classica valigetta, ma le cinture massime WWE, o il titolo unificato (auguriamoci di non assistere a finali controversi….), come preferiamo chiamarlo, insomma l'olimpo della federazione, il punto più prestigioso dal quale guardare tutti quanti dall'alto verso il basso. Andiamo con pronostici e considerazioni personali, ovviamente soggettive, opinabili e, in quanto tali, non necessariamente condivisibili.

Tra i contendenti toglierei almeno tre candidati, se non addirittura quattro. Non credo all'ennesimo trionfo di Randy Orton, ridimensionato dal push di Daniel Bryan e reduce da un recente regno titolato. Il lottatore celtico è già in possesso del titolo degli Stati Uniti, sta ricevendo un nuovo push dopo un periodo di anonimato seguente al lungo stop e non ritengo fattibile un exploit simile nelle condizioni attuali e in tale momento. Del Rio non mi è mai dispiaciuto, tutt'altro, da heel funziona e tecnicamente parlando rappresenta uno dei wrestlers più completi in quel di Stamford, ma è caratterizzato da un rendimento troppo altalenante e non ha conquistato la principale fetta del pubblico.

Un nuovo regno di John Cena? Non ci metterei la mano sul fuoco. Escluderlo da un match simile sarebbe stato almeno discutibile se non inimmaginabile, ci sta la vittoria contro Kane nel main event di Raw e risulta scontata la sua partecipazione alla sfida titolata. Detto ciò, considero però poco probabile un suo successo; è vero, in assenza di Daniel Bryan, è lui l'uomo più acclamato da una parte del pubblico, o comunque il personaggio che, più di ogni altro, fa discutere e non lascia le arene tra l'indifferenza generale, tra chi lo incita con let's go e chi lo riempie di “sucks”, ma in questo momento la federazione, a mio modesto parere, ha bisogno di altro, di qualcun altro.

Una ventata di novità, un personaggio in parte ancora da scoprire in versione campione del mondo, un regno da seguire con curiosità, passione e coinvolgimento. Un qualcosa che potrebbe essere garantito dalla vittoria di uno dei restanti protagonisti in gioco. Bray Wyatt ha conquistato la federazione e il pubblico in ogni parte del mondo, ma il numero di titoli è rimasto a fermo a zero. Potrebbe essere giunto il momento di iscrivere il proprio nome nell'elite, proprio quando si ritrova in mano il mondo intero. La vittoria pulita contro Daniel Bryan in ppv, l'aver guidato la Family (possibile il successo nella categoria di coppia contro gli scoppiettanti Usos) al successo nell'attesa sfida contro lo Shield, l'ottimo rendimento psicologico nel feud con John Cena (nonostante la sconfitta finale nella serie) rappresentano i punti più alti raggiunti sul ring. Il presente gli sorride e il futuro lo attende con trepidazione.

Non si potrebbe dire il contrario per Cesaro, reduce da mesi caratterizzati da match a cinque stelle e recentemente impreziosito dalla presenza al suo fianco dello stratega Paul Heyman. Le sconfitte subite contro Sheamus per il titolo USA, contro Barrett e Rvd per il titolo intercontinentale sarebbero in grado di ridimensionare il suo push, a meno che la federazione non abbia piani ancora più prestigiosi per il lottatore elvetico. La vittoria alla prima battle royal in ricordo di Andre The Giant a Wrestlemania costituisce un risultato di grande spessore, ma di per sé non sufficiente per premiare la qualità offerta dall'ex pupillo di Zeb Colter. Sarà arrivato il momento della definitiva consacrazione sotto la guida di uno dei più grandi manager della storia moderna del wrestling? Nel caso in cui Cesaro fosse costretto ad assistere al trionfo altrui, bisognerebbe chiedersi come i bookers vorrebbero gestire il talento elvetico, se coinvolgerlo in un push destinato in un nulla di fatto, oppure se valorizzarlo al massimo per il bene comune.

Posiziono Roman Reigns un gradino leggermente indietro rispetto a Bray Wyatt e Cesaro, non assolutamente per propri demeriti, ma in quanto ritengo l'ostracismo dell'Authority un elemento pesante, senza dimenticare che probabilmente il suo cammino da singolo si trova in uno step prematuro rispetto a chi si è fatto rispettare da singolo nonostante il comando della stable (Bray Wyatt) e a chi ha incantato soprattutto dopo essersi tolto il “peso” Swagger (Cesaro). L'ariete dello Shield sta ricevendo un push importante, ma una cintura secondaria potrebbe rivelarsi il premio più azzeccato in una fase cruciale, ma, al tempo stesso, delicata della sua carriera. Un suo eventuale successo, già sfiorato nell'ultima Rumble dove ha dovuto lasciar spazio al rientrante Batista, non avrebbe effetti negativi per il diretto interessato, né tanto menoper la federazione.

Il talento sicuramente non manca in un'autentica forza distruttrice, parte da un livello senza ombra di dubbio superiore al giovane Batista, acerbo e impacciato dentro e fuori dal ring nei primi anni di WWE. C'è ancora da lavorare sul lottatore – personaggio Reigns, ma Roman ha già dimostrato di potersi meritare il massimo palcoscenico, con resistenza, potenza, carisma, vivacità e una rabbia spesso incontenibile. Buon ppv ragazzi, che vinca il migliore, o almeno auguriamocelo.

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