The Codebreaker #71 – La macchina del tempo

The Codebreaker

Il ritorno al passato può rappresentare un boomerang, un'arma a doppio taglio. Non si può combattere, né trionfare contro il tempo che inesorabilmente è trascorso, si può prendere spunto per dare nuovamente linfa ai suoi punti di forza, riadattandoli ai giorni nostri.


La WWE, dopo i ritorni di Brock Lesnar, Batista ai piani alti e dei New Age Outlaws scendendo in termini di fascia, sta recentemente puntando molto sui pezzi pregiati del passato. Ne abbiamo avuto un'ulteriore dimostrazione negli ultimi Raw. La rimpatriata dell'Evolution è stata sinceramente emozionante almeno per il sottoscritto, ho provato qualcosa di incredibile nel riascoltare quella musica d'entrata.

In tutto questo tempo il wrestling è cambiato e anche i diretti protagonisti hanno proseguito la carriera percorrendo strade assai diverse tra loro, ma adesso, a distanza di anni, si ritrovano uno fianco all'altro, al gran completo, fatta eccezione per Ric Flair. Del resto lo Shield impera, finora soltanto la Wyatt Family ha dato dimostrazione di poter prevalere sui mastini della giustizia. Triple H ha compreso che, prima di tornare alla carica ai danni di Bryan, la priorità è abbattere la stable più quotata del momento, capace di ribellarsi al potere dell'Authority e appoggiare la posizione del campione osteggiato in ogni modo dai vertici WWE.

Un obiettivo sulla carta raggiungibile soltanto affidandosi alla forza, alla coesione e all'esperienza dell'Evolution, una delle più vincenti stable della storia. Lo Shield ha superato le proprie frizioni interne, con personalità, maturità e spirito di gruppo. Roman Reigns lo ha evidenziato nell'ultimo taping: saranno in grado i membri dell'Evolution di dare priorità al “noi” rispetto alle singole individualità? Orton e Batista, in particolare, sono ancora disposti a lottare per il gruppo, dopo i regni titolati e i grandi successi ottenuti in carriera? Un interrogativo lecito.

Al prossimo ppv ne sapremo di più, con la WWE che si ritrova tra le mani la possibilità di portare i propri talenti alla definitiva consacrazione come entità unica, con il presente – futuro in grado di spazzare via la stable n°1 del wrestling recente. The Game sta invece dimostrando, come se ce ne fosse ancora bisogno, tutte le proprie doti da assassino cerebrale, in grado di riappacificarsi, o fingendo di farlo, con i suoi vecchi alleati, ragionando in prospettiva sull'obiettivo ultimo e principale, Daniel Bryan. Orton e Batista possono costituire due pedine nelle sue mani, con la Viper sostenuta e favorita in più occasioni dall'Authority negli ultimi mesi e chiamata ora a ricompensare chi lo ha appoggiato.

L'amarcord non si è però concluso con il loro ritorno in scena. La WWE si è giocata l'ennesima e forse ultima chance di puntare sul Kane in versione mascherata, dando spazio, visibilità e opportunità titolate al pazzo della federazione, al demone preferito da Satana. Un qualcosa di visto e rivisto in ogni salsa, con il “meglio di sé” dato anni fa anche ai danni di Shane Mc Mahon, Jim Ross e il prete alle nozze di Lita. Una cosa è certa: il ruolo da direttore delle esecuzioni non era più presentabile per scarsa credibilità e incapacità di trasmettere qualsiasi genere di emozione positiva. L'indifferenza regnava sovrana e certamente non era l'obiettivo dei bookers, i quali hanno allora provato a scandalizzare, a cercare un forte impatto tra il pubblico rispolverando la versione folle, riportando in auge un personaggio, un mostro, la big red machine, priva di pietà e sentimenti, esclusivamente alla ricerca del dolore da infliggere agli avversari.

Adesso l'obiettivo si chiama Daniel Bryan, il quale è diventato sinonimo di bersaglio, non soltanto per l'Authority, ma per ogni effettivo, o potenziale sfidante. Ora è la volta di Kane, difficile pensare che sia possibile un nuovo regno titolato del fratello di The Undertaker, pare soltanto una parentesi in attesa di un avversario di maggiore interesse da ricercare nel roster. In ogni caso Evolution vs Shield, Cena vs Wyatt all'interno della gabbia e il ritorno alle origini della Big Red Machine costituiscono già alcuni elementi degni di attenzione in un ppv sulla carta inteso come un appuntamento magari di passaggio, ma potenzialmente in grado di far cambiare numerosi equilibri ai quartieri alti.

Scritto da Diego Anelli
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