The Codebreaker #67 – Il passato non è più di moda

Soprattutto quando si avvicinano gli appuntamenti più importanti dell'annata si tende spesso e volentieri ad andare alla ricerca di vecchie glorie, personaggi e atleti legati in maniera indissolubile ad epoche passate. Tutto ciò avviene però talvolta senza rendersi conto del tempo trascorso, mettendo in secondo piano il rispetto nei confronti dei diretti interessati (i quali non vedono però l'ora di tornare nel business), del pubblico e della disciplina.
E' vero, nel giro di pochi anni abbiamo dovuto fare i conti con le assenze di gente del calibro di The Undertaker, HHH, HBK, Edge, Batista, Jericho, in un ricambio generazionale che ha stravolto il roster, un processo di rinnovamento che, a breve, comprenderà anche Rey Mysterio, The Big Show, Kane, Christian e Mark Henry, ultimi rappresentanti della vecchia generazione e ormai alle ultime cartucce.
Ma se rivedere Hulk Hogan fa sempre piacere e ammirare The Undertaker praticamente in un'unica occasione all'anno fa ancora un determinato effetto a Wrestlemania, il suo habitat naturale, la propria casa, bisogna fare estrema attenzione a non raschiare il fondo del barile, a non diventare i rappresentanti del ridicolo e dell'autolesionismo in mille altre occasioni. Batista e i New Age Outlaws in primis. L'Animale, dopo quattro anni d'assenza dai ring WWE, non soltanto è lontano parente dell'atleta ammirato ai tempi d'oro (gli ultimi anni, perché i primi passi in WWE furono da scordare in termini di prestazioni sul ring e intrattenimento), ma sta denotando una condizione fisica ben lontana dallo standard; sudore, fiatone alle prime mosse, scarsa coordinazione tra lo stupore generale e i cori di disappunto del pubblico.
Fatico talvolta a comprendere i gusti, le preferenze e il modo di concepire la disciplina da parte di una fetta degli spettatori statunitensi, ma in questo caso non posso essere in disaccordo con loro. Non ho nulla di personale contro Batista, intendiamoci, prendo atto dei suoi successi passati, ma il tempo passa e se ai limiti tecnici palesati ai tempi d'oro, aggiungiamo quattro anni in più sulle spalle (oltre ai numerosi tatuaggi)e un generale peggioramento fisico – atletico, il prodotto offerto inevitabilmente si rivela insufficiente. Il main event di Wrestlemania rischia di diventare un match di contorno, tra l'indifferenza e la disapprovazione collettiva.
I New Age Outlaws sono diventati campioni di coppia nel periodo moderno di maggior successo della categoria, reduce dagli ottimi regni titolati del Team Hell No e dello Shield, caratterizzato dalla presenza di alternative di valore come gli Usos, i Real Americans, la Wyatt Family, i fratelli Rhodes, per citare alcuni esempi. La speranza, da appassionato di vecchia data, è quella di assistere ad un passaggio di titoli magari proprio a Wrestlemania, perché ridare lavoro a vecchie glorie può anche starmi bene, ma la consegna dei titoli è quanto meno esagerata e irrispettosa nei confronti di chi rappresenta il presente e il futuro della disciplina.
Questa tendenza prende campo in un contesto nel quale, pur dovendo fare i conti con la pesante assenza di CM Punk e una discutibile gestione del campione Randy Orton, la WWE potrebbe contare su un numero considerevole di talenti e potenziali campioni, pronti alla definitiva consacrazione. Leggo e ascolto pareri di appassionati delusi dell'andamento della federazione e del prodotto offerto, in parte pensiero condiviso anche dal sottoscritto, ma in parte, non in toto. Sulle pagine di Tuttowrestling.com ho talvolta criticato certe decisioni dei bookers in termini di storylines, gestione degli show e dei lottatori, perché certi errori sono incomprensibili, palesi e al limite dell'autolesionismo.
Ogni opinione va rispettata, e, al tempo stesso, ognuno ha la libertà di girare canale e non seguire più un determinato prodotto se non soddisfa i propri gusti, senza sparare a zero su chi segue ancora gli show. A nessuno viene ordinato dal medico di seguire questa disciplina, chi la guarda lo faccia con piacere, chi non apprezza, viva tranquillo. Non essendo né prevenuti, né critici a priori, è doveroso constatare che la WWE sia in possesso di almeno una decina di potenziali campioni, dotati di tecnica, carisma, carattere, dinamismo e ulteriori margini di miglioramento nel breve termine, basta crederci, non tarpare loro le ali. Qualcuno forse non attendeva altro che assistere al ritorno di Batista, alle apparizioni di Lesnar, ai discorsi al microfono dei New Age Outlaws, alla presentazione del WWE Network realizzata da Hulk Hogan, al ritorno di The Undertaker.
Il sottoscritto, forse non l'unico sulla faccia della terra ma non pretendo di esserlo, si godeva il buono, poco o tanto che sia, che può offrire il presente, senza inutili nostalgie, né fingere di assaporare minestre riscaldate. Il 3 contro 3 tra lo Shield e la Wyatt Family ha rappresentato uno dei migliori match WWE degli ultimi 5 anni, siamo rimasti ipnotizzati dalla tecnica, dal ritmo sfrenato, dalla travolgente rabbia agonistica, dall'incredibile equilibrio, dai continui capovolgimenti di fronte, dalle mosse folli, dalle straordinarie mimiche facciali, dal contagioso carisma dei rispettivi leader, presunti o reali, Roman Reigns e Bray Wyatt. Un match da applausi che va ad inserirsi in un contesto caratterizzato da altre grandi prove offerte da Cesaro, incontenibile contro Randy Orton, John Cena e Daniel Bryan. Il lottatore ostacolato dall'Authority, Cesaro, Reigns, Wyatt e la sua family, Ambrose, Rollings, ai quali aggiungiamo Langston, l'incognita CM Punk, coloro, come Ziggler e Barrett, attualmente si trovano ben lontani dai match che contano, e i futuri talenti provenienti da NXT: loro sono il presente e il futuro di questo business.
Non mancano assolutamente i motivi validi per guardare con ottimismo al presente e sperare che il futuro possa riservarci gradite sorprese. Ci si augura che i bookers si diano una svegliata e non brucino, con scelte scellerate, talenti dalla classe cristallina. Facciamo la nostra parte; chi crede ancora nella WWE non si smarrisca nei meandri di mille discorsi e non perda la propria lucidità di giudizio, ma provi ad analizzare il bicchiere mezzo pieno, perché le premesse per godere di wrestling nel futuro ci sono eccome.