The Codebreaker #66 – The Best in the World

Dalla Rumble a Wrestlemania, con lo step intermedio di Elimination Chamber. Come da tradizione è sempre tanta la carne sul fuoco avvicinandosi all'appuntamento dell'anno. Fioccano gli argomenti: dalla gestione da campione di Randy Orton all'esplosione di Bray Wyatt, dalla situazione interna dello Shield alle condizioni fisiche di Batista, dagli apprezzamenti nei confronti di Cesaro all'ostracismo verso Daniel Bryan.

Non posso però non dedicare questo Codebreaker a chi ha salutato la compagnia, soprattutto se si tratta di CM Punk. Un fulmine a ciel sereno, oppure un qualcosa di prevedibile negli ultimi mesi e concretizzatosi dopo l'ultima goccia che ha fatto traboccare il vaso? Nessuno sulle pagine di Tuttowrestling.com si è mai preso il lusso di farsi passare come il portavoce della verità, nemmeno il sottoscritto può considerarsi tale, pertanto mi limiterò ad alcune mie considerazioni su possibili cause e conseguenze.

Non credendo che possa trattarsi di un qualcosa legato a ragioni economiche (il wrestling è sinonimo di WWE da diversi anni, non esistono concorrenti), mi concentrerei su altro. Dopo un formidabile regno da campione WWE durato la bellezza di 434 giorni, The Best in the World non ha più ottenuto vittorie significative, anzi, ha collezionato una lunga serie di sconfitte negli appuntamenti più importanti, nelle sfide di cartello. La perdita del titolo contro The Rock, la prima sconfitta con John Cena, l'ennesima vittima di The Undertaker a Wrestlemania, i mesi di assenza, l'uscire battuto nel duello con Brock Lesnar, l'essere dirottato su feud minori, o comunque sempre più lontani dall'alloro; l'odio con l'ex manager Paul Heyman, la rivalità con lo Shield, recentemente con Kane, quasi un ex lottatore e causa della sua rocambolesca eliminazione alla Rumble.

A tutto questo andiamo ad aggiungere la pressoché certezza di non essere inserito nel main event di Wrestlemania e l'elevata probabilità di comparire in match di seconda fascia. Si è spesso parlato delle sue presunte condizioni fisiche non ottimali, il fatto di essersi sobbarcato per mesi la federazione sulle spalle nei momenti più duri e in concomitanza con le assenze degli altri big, la decisione di staccare la spina per alcuni mesi al fine di ricaricare le batterie, le difficoltà a riprendere la miglior condizione nei primi match. Recentemente però avevamo rivisto The Best in the World avvicinarsi sensibilmente ai suoi migliori standard di rendimento e in tanti erano convinti che il peggio rappresentasse ormai un lontano ricordo e il futuro potesse riservare soltanto graditissime sorprese.

La decisione di lasciare la compagnia ha lasciato in noi stupore, incredulità, delusione, tantissima nostalgia e altrettanta speranza, sempre l'ultima a morire. Un giorno se ne saprà di più, o forse mai, in una disciplina, in uno sport – entertainment, in un qualcosa di più unico che raro nel mondo, ovvero il wrestling, capace di mischiare realtà nella finzione, storyline nella vita quotidiana. Una cosa è però certa: in questo momento il wrestling, la WWE e i fans si ritrovano con un vuoto immenso.

Dobbiamo fare i conti con l'assenza di uno dei pochi intimi capaci di regalarci emozioni tipiche dei periodi d'oro, offrirci match a cinque stelle, trasmettere ideali purtroppo sempre più lontani da quelli che dovrebbero essere i veri valori della vita umana, conquistare il cuore dei fans in versione face riscattando alla grande quanto non avvenuto in WWE al primo regno da campione, ottenere autentiche standing – ovation in tutto il mondo una volta divenuto heel. CM Punk ha tutto per autoproclamarsi ed essere ritenuto The Best in the World ai giorni nostri, perché nessuno, dentro e fuori dal ring, ha dimostrato il suo valore, il suo spessore,la sua qualità, un repertorio completo del wrestling moderno.

Se sul ring ha incantato offrendo sfide indimenticabili, momenti da pelle d'oca, vittorie trionfali e sconfitte onorevoli, in questi anni abbiamo avuto più volte l'occasione di ammirare il CM Punk versione intrattenitore, capace di sganciare autentiche bombe a mano una volta che si impossessava del microfono; contro i rivali di quel momento, la concezione del wrestling attuale, i presunti e reali volti della federazione, e in particolare nei confronti dei vertici WWE. Chissà dove terminava il copione, chissà dove iniziava il parere personale. Anche The Rock, praticamente irraggiungibile su quel campo, ha dovuto fare i conti con un rivale agguerritissimo, capace di tenergli testa, controbattere colpo su colpo. CM Punk ha dimostrato al mondo intero come sia ancora possibile ammirare un lottatore d'epoca e un wrestler moderno in un'unica persona.

Ci perde la federazione, ritrovandosi improvvisamente senza uno dei suoi uomini di maggior punta, ci rimettono i fans, parte dei quali già protagonisti di critiche nei confronti della federazione e ora costretti a rinunciare ad una delle non elevate fonti di soddisfazioni. Ci rimette CM Punk, forse sì. Sicuramente nel breve termine senza aver un contratto per il futuro, senza la gioia di salire sui ring della federazione n°1 al mondo, di mettersi alla prova, scrivere altre pagine di storia, rendersi protagonista di nuovi regni titolati, ricevere le standing – ovation del pubblico in ogni arena dell'universo WWE.

Forse no. CM Punk avrebbe sì ancora tanto da conquistare, ma più nulla da dimostrare. Tutti lo conoscono, tutti sono ben consapevoli del suo immenso valore, anche se alcuni non l'hanno apprezzato, premiato e dimostrato con i fatti. Tra news, interviste e rumors si leggono, si ascoltano spesso pareri contrari, o ironici di personaggi, colleghi e addetti ai lavori nei suoi confronti: CM Punk se ne è andato da uomo, a testa alta, non è passato come un burattino al contrario di molti altri, è convinto della propria posizione, a prescindere dalle ragioni che l'hanno portato a tale clamorosa decisione.

Se un giorno la WWE si rendesse conto dei propri errori di gestione e valutazione, è vero, non potrebbe più tornare sui propri passi, ma ne potrebbe compiere di più decisivi e convincenti. Se non si facessero per The Best in the World… Ciao CM Punk, con la speranza che sia soltanto un arrivederci…