The Codebreaker #56 – Uno schiaffo, la parodia, la fame di wrestling

The Codebreaker

Daniel Bryan splendido lottatore. John Cena tra i migliori simboli dell'entertainment di tutti i tempi.


Due autentiche certezze. Nell'ultimo Raw i protagonisti a Summerslam della sfida per il titolo WWE si sono contraddistinti per un meraviglioso face to face verbale nel salotto del Miz Tv. Un confronto durato diversi minuti, nel quale sono stati toccati argomenti delicati, toccanti, cruciali, veritieri, sono emersi orgoglio, personalità, qualità dialettica, sincerità, coraggio, determinazione, egocentrismo, sicurezza nei propri mezzi.

In alcuni editoriali ho rivolto critiche nei confronti di John Cena, ma colgo l'occasione per chiarire alcuni aspetti. Chapeaux nei suoi confronti sia come uomo dai grandi valori, sia come professionista assolutamente esemplare. Sul ring cerca di essere sempre se stesso, mantenendo un rapporto mai scontato con il pubblico, accettando con maturità le numerose critiche, valorizzando i propri sostenitori, cercando di crescere e migliorarsi colmando le proprie lacune, ben consapevole dei punti di forza e altrettanto dei propri limiti.

Semplicemente non sono assolutamente d'accordo con il trend, ormai portato avanti da oltre un decennio, con la gimmick da lui interpretata, con la gestione dei bookers a lui riservata e in particolare sullo status di “quasi imbattibile” pulito, un lusso riservato a pochissimi intimi. Un trattamento nemmeno riservato anni fa nei confronti di gente del calibro di HHH, HBK, Brock Lesnar, Stone Cold Steve Austin, The Undertaker, The Rock, Kurt Angle, Chris Benoit, Eddie Guerrero, Edge, Chris Jericho per citare soltanto alcuni nomi, un qualcosa che ai giorni nostri nessun altro, nemmeno Randy Orton, CM Punk (tolto il regno di 434 giorni), Delrio, Sheamus, Bryan, Ziggler ha potuto vantare. Nemmeno Mark Henry, mai campione WWE e protagonista di un segmento parlato semplicemente memorabile.

È vero, John Cena spacca lo schermo, ha avuto ben pochi eguali sotto il profilo dell'entertainment, si è caricato sulle spalle la federazione nei momenti difficili, ha dato tanto a Stamford ricevendo tantissimo in cambio, rappresenta un'autentica macchina da soldi in termini di merchandising, è l'idolo incontrastato dei bambini, ma, dopo 12 anni, a mio parere servirebbe qualcosa di nuovo, perché la sua gimmick ha stufato tantissimi appassionati, anche se i rischi potrebbero esserci.

Nei primi mesi in WWE aveva colpito tutti in versione heel, andando sempre alcun timore riverenziale contro Brock Lensar. Un suo turn heel potrebbe raggiungere picchi di audience incredibili, come non ricordare l'esempio Hogan in WCW, nella quale il merchandising, grazie al NWO, registrò altrettanti risultati stupefacenti, anche se l'Immortale rappresentava una superstar apprezzata da un pubblico mediamente più adulto, pertanto potrebbe non essere una scelta felice a 360°.

Nel face to face verbale Daniel Bryan, nonostante un look bizzarro con una barba kilometrica, un'altezza fisica inferiore e una dialettica inferiore al rapper di Boston, a mio parere è uscito vittorioso, perché, denotando per l'ennesima volta ulteriori miglioramenti al microfono, ha tenuto testa benissimo al campione in carica.

Accantonati i deliri con Kane e la fissazione dell'anello debole, Bryan è portavoce di considerazioni più lucide, mature, veritiere, capaci di fornire numerosi e interessanti spunti d'interesse. Il termine “parodia” ha mandato su tutte le furie John Cena, il quale ha risposto solo in parte, portando poi la conversazione su tematiche delicate e assai lodevoli, come le visite ai bambini meno fortunati, ma si parlava soltanto di wrestling, non di valori umani.

Nessuno, nemmeno Bryan, potrà mai permettersi di attaccare il rivale sul lato umano, durante il Miz Tv si è fatto riferimento al suo personaggio davanti alle telecamere WWE e a quanto da lui offerto sul ring. Sul fatto che Bryan sia tecnicamente superiore è un dato di fatto, tanto palese come scoprire l'acqua calda. È vero, sul ring non vince sempre il più tecnico, contano anche il peso, l'altezza, l'astuzia, l'esperienza e la voglia di emergere.

Il pubblico ha sposato totalmente il progetto Bryan, sostenendolo come raramente era accaduto per qualsiasi altro atleta negli ultimi anni. Un attestato di stima meritatissimo per quanto mostrato sul ring, con i fatti, non con le parole. La presenza di HHH come arbitro speciale potrebbe rivelarsi la scelta più azzeccata per garantire la massima imparzialità, oppure un autentico boomerang se The King of Kings cadesse nell'errore di eccessivo protagonismo, o fosse coinvolto in una guerra di potere ai vertici con conseguenze immediate nella sfida titolata, oppure si rendesse protagonista di un clamoroso voltafaccia.

Nel frattempo le sorprese sono arrivate puntuali e incisive come non mai. Il momento di maggiore pathos è stato raggiunto quando lo sfidante ha fatto riferimento alla consuetudine giapponese degli schiaffi tra i protagonisti. A quel punto l'atmosfera si è surriscaldata a livelli record quando John Cena si è sentito dire “tu non sei un wrestler” e pertanto di non meritare quello schiaffo, con un The Miz assolutamente sbigottito sullo sfondo. L'ex compagno di Kane ha raggiunto il proprio obiettivo, far infuriare il campione che ha accolto la pratica dello schiaffo non riuscendo però a riceverlo, in quanto Bryan, con un sorriso stampato in volto, si è limitato a ribadirgli di non considerarlo meritevole.

Se CM Punk vs Brock Lesnar è stato battezzato come la sfida tra “The Best vs The Beast”, John Cena vs Daniel Bryan poteva essere denominato il match “Entertainment vs Wrestling”, almeno ascoltando le parole dello sfidante a Miz Tv. Su una constatazione saremo tutti d'accordo: sulla carta si tratta di due sfide imperdibili, nelle quali rabbia agonistica, potenza, tecnica, rapidità, voglia di andare oltre il limite offriranno un mix spettacolare.

Senza scordare altre sfide interessanti, come ad esempio Kane vs Wyatt, e soprattutto un Randy Orton sempre pronto a sfruttare la pur minima occasione per poter già incassare il Money in the Bank. Buon Summerslam.

Scritto da Diego Anelli
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