The Codebreaker #55 – Tante domande, poche risposte

Quante volte nel mio editoriale ho evidenziato il pesante ruolo dei bookers nell'andamento di una federazione, nella qualità del prodotto finale, nella fattibilità di una storyline, nella gestione di un personaggio, nel successo di una carriera? Nelle ultime settimane tanti avvenimenti e altrettante circostanze mi hanno fatto riflettere, interrogare, alla ricerca di una risposta che spesso non ho trovato, o forse non avrei dovuto nemmeno cercare, in quanto è già ben nota a tutti noi addetti ai lavori e appassionati della disciplina.
Alcuni esempi? Finalmente, meglio tardi che mai, senza l'uso della valigetta si punta su Daniel Bryan in ottica titolata, avrà dovuto far ricorso ad una barba kilometrica per convincere qualcuno? Chissà … le sue qualità sono sotto gli occhi di tutti e non sono cambiate rispetto a qualche mese fa. Dopo l'ottimo regno con Kane nella categoria tag-team qualcuno si sarà svegliato dal torpore e avrà accantonato pregiudizi all'ordine del giorno nella stessa storyline? A Summerslam avremo qualche risposta in più, certamente andare contro John Cena in uno dei 4 ppv storici dell'annata per il titolo WWE non è uno scherzo, è l'occasione della vita, la chance per poter dimostrare che il campione in carica, come chiunque al mondo, può perdere pulito contro il lottatore più in forma, più amato del momento, uno dei wrestlers più tecnici e completi nel panorama mondiale. Semplice dirlo, molto più difficile realizzarlo. Se capitasse sarei il primo ad esserne compiaciuto, ma, al tempo stesso, ben stupito, non lo nascondo.
Collegandomi a Daniel Bryan come non citare Antonio Cesaro, protagonista di un match a cinque stelle due settimane fa a Raw. Una sfida entusiasmante, da altri tempi, dove velocità , tecnica, equilibrio hanno regalato emozioni, capovolgimenti di fronte; un autentico spot per il wrestling di qualità , meritevole dei più importanti main event dell'annata, esiste però un MA. L'atleta svizzero, dopo un lungo e convincente regno da campione Usa, è uno degli esempi di mancata programmazione e scarsa gestione da parte dei bookers, dai quali traspare l'assoluta assenza di idee utili e concrete per sfruttare al meglio le sue qualità . La decisione di averlo introdotto nella scuderia di Zeb Colter non ha cambiato di una virgola la situazione, occorre ben altro. Il talento sul ring è sotto gli occhi di tutti, basterà per meritare una considerazione più coerente?
Un altro esempio di passaggio dai quartieri alti a considerazione zero è Wade Barrett, il quale, dopo aver perso il titolo intercontinentale contro Curtis Axel, è finito in un vortice di sconfitte nette, pulite, al termine di sfide di breve minutaggio, nelle quali non ha potuto lasciare alcuna traccia. Un periodo nero, immotivato e incomprensibile che finisce per gettare al vento tutto il lavoro svolto nel recente passato per pusharlo, portarlo nei quartieri alti e costruirgli attorno una certa credibilità . Un problema comune a tanti, troppi altri talenti, finiti nel pentolone di roster ricchi di lottatori accantonati, bruciati, lanciati e poi dimenticati senza la volontà di crederci davvero.
Quali sono i programmi per Ryback? Non li ho mai capiti e forse non sono l'unico. Sul ring non è il massimo della vita d'accordo, ma, dopo aver collezionato figuracce in diversi main event per il titolo WWE perdendo l'occasione della vita per furti e interferenze, mi sarei aspettato almeno una considerazione reale per le cinture secondarie. La realtà parla invece di un turn heel, di battibecchi con i tifosi, di un match perso contro The Miz per infortunio e l'ennesima figuraccia contro John Cena in un table match. Anche in questo caso sarebbe utile comprendere cosa si vuole fare da grandi. Il diretto interessato sul ring fa quel che può e sul microfono è sicuramente migliorato, credo che un minimo di attestato di stima, in termini titolati, se lo possa pure meritare.
Applausi per il debutto a Raw della Wyatt Family, ora però bisogna andare oltre e capire davvero non solo i programmi della federazione, ma come i bookers hanno organizzato la loro crescita. L'aggressione di Kane può essere un'interessante premessa, attorno alla quale possono aprirsi diversi scenari: un feud tra il figlio di IRS e la Big Red Machine, un ingresso di quest'ultimo nella stable riportando il fratello di Undertaker a creare terrore ad ogni show. La cosa più importante sarà non correre il rischio di presentare un altro esempio di Nexus o Shield, mantenendo un'identità ben chiara e distinta non soltanto in termini di gimmick, ma di azione sul ring.
Leggendo Tuttowrestling.com vengo a conoscenza dell'aggressione subita sul ring da Randy Orton, attaccato alle spalle da uno spettatore nel tour WWE in Sudafrica….proprio pochi giorni dopo la news relativa alla presunta ricerca da parte della federazione di un lottatore proveniente dal continente africano e casualmente viene fuori che l'aggressore sarebbe un kickboxer… la vita è proprio strana e ricca di coincidenze. Restando in Sudafrica abbiamo l'ennesima dimostrazione che tutto il mondo è paese: uno studente resta paralizzato per aver subito una tombstone da alcuni imbecilli e chi finisce per subire una pessima pubblicità è la WWE. Non si perde occasione per attaccare il wrestling anche per le azioni di persone che nulla hanno a che vedere non soltanto con la disciplina, ma con i valori della vita. Ho perso la speranza di non assistere più ad attacchi mediatici ai danni del wrestling, mi auguro soltanto che la madre degli imbecilli non partorisca più.
Concludo soffermandomi su Mark Henry, sul quale regna la confusione più che totale. Rinnova, non rinnova, heel, face, di tutto e di più. Non ha mai vinto il titolo WWE in carriera, si rende protagonista di un segmento parlato tra i migliori mai visti in tutta la mia vita da appassionato di wrestling, va contro John Cena per il titolo, premiarlo con un regno, magari anche breve, sarebbe stato doveroso. Per chi conta è stato preferibile presentarci l'ennesimo successo di un quasi imbattibile John Cena, rendendo vano tutto il lavoro costruito attorno all'atleta di colore, sul quale è bastata la solita aggressione dello Shield, per farlo tramutare improvvisamente in un face che lotta al fianco degli Usos…
Nulla contro il Cena uomo e professionista, sia chiaro, ma mi sto sinceramene stancando del super eroe intoccabile che, tranne il caso di The Rock, non può perdere pulito, ovvero senza interferenze, colpi bassi o irregolarità . Forse il “sacrificio” di Mark Henry servirà a Daniel Bryan per coronare un sogno, chissà , non è una convinzione, piuttosto una speranza . Si sa, nella vita la speranza è l'ultima a morire.