The Codebreaker #54 – Tradimento, pazzia e beffa

Non sarà uno dei quattro storici ppv di ogni annata targata WWE, ma Money in the Bank rappresenta ormai uno degli appuntamenti chiave, un punto di svolta, un'occasione per lanciare una carriera, il momento cruciale per aprire nuovi punti di discussione, inimmaginabili scenari, rivalità inedite.
Al di là di qualche lottatore incapace di far cambiare ritmo alla sfida (es. nel ppv Cena e Ryback), complessivamente il ppv è stato assai gradevole, con il Money in the Bank dedicato al titolo dei pesi massimi e la sfida Del Rio vs Ziggler (fino all'interferenza di AJ Lee) tra gli argomenti più piacevoli. Il Raw successivo non è stato assolutamente di meno, con numerosi colpi di scena e sfide coinvolgenti. Per qualcuno forse, niente di eccezionale, ma, restando con i piedi per terra, almeno il sottoscritto non può lamentarsi.
Impossibile non soffermarsi sulle numerose alleanze, amicizie o amori scoppiati nelle ultime giornate, tra clamorosi tradimenti, interessi personali e reazioni a gravi danni subiti. Partiamo dalla fine del rapporto professionale e di amicizia tra CM Punk e Paul Heyman. Uno scenario di questo genere era forse pronosticabile da alcune settimane, senza eccessive difficoltà, ma il legame in questione sembrava poter essere più forte di tutto e tutti anche per l'ex manager ECW, trattandosi di un rapporto non soltanto di vecchia durata, ma consolidato da reciproche difficoltà attraversate nel corso degli anni e basato su un mix di stima, fiducia, amicizia, lealtà e riconoscenza apparentemente ben difficile da abbattere.
È invece bastata la scelta del leader Straight Edge di percorrere la strada professionale senza il suo amico a bordo ring per generare le prime incomprensioni e far scattare il piano di tradimento ai danni dell'ex campione WWE, accusato di presunta irriconoscenza, egocentrismo, mancata considerazione del peso del proprio manager e ritenuto, senza ombra di dubbio per Heyman, inferiore a Brock Lesnar. Il face to face verbale, seppure a distanza, tra i due a Raw è stato assai godibile, anche se nel recente passato avevamo assistito ad un qualcosa di ancora più toccante.
Il feud tra CM Punk e Lesnar promette spettacolo e scintille, a mio parere nulla è assolutamente scontato, l'idolo di Chicago (e non soltanto) non avrà l'esperienza di HHH, né la quasi imbattibilità di Cena, ma ha la gioventù e un bagaglio tecnico in grado di poter compensare, almeno in parte, la netta inferiorità fisica. La nuova versione face è troppo recente e forse non si poteva fare diversamente, ma un tradimento dell'ex campione, oppure seguire l'opzione della reale fedeltà di Paul Heyman, contro qualsiasi altro evento accaduto nel passato, avrebbe potuto generare ancora più interesse e sorpresa, ma quando abbiamo a che fare con gente del livello di Punk, Heyman e Lesnar, chi per un motivo chi per un altro, lo spettacolo è assicurato e siamo pronti a godercelo.
AJ Lee l'ha combinata grossa,ha involontariamente danneggiato il fidanzato, regalando la vittoria a Del Rio in un momento che vedeva il campione messicano impegnato in una difficile fase di difesa contro gli assalti di uno Ziggler pronto a tutto pur di riconquistare la cintura. Una sfida emozionante, equilibratissima, ricca di capovolgimenti di fronte, aperta ad ogni risultato.
La federazione ha trovato il modo per non interrompere nuovamente in breve tempo il regno di Delrio, ha dato l'idea che soltanto un evento imprevedibile abbia impedito al beniamino del pubblico di uscire vincente, ha consentito di dare nuova linfa al personaggio pazzo di Aj Lee e ha spalancato le porte a Big E. Langston verso una rivalità prestigiosa e potenzialmente interessante. Ziggler ha lasciato la fidanzata dopo quanto avvenuto al ppv e ne ha subito le conseguenze a Raw con un nuovo rocambolesco finale e un'aggressione da parte del suo ex guardia spalle; Ziggler face, Aj Lee mina vagante, Langston smanioso di fama, trionfi e forse di una compagnia femminile, Delrio tecnicamente godibile ma, al tempo stesso, fortunato in talune occasioni, lesto in altre. Uno scenario interessante.
Nel precedente Codebreaker avevo pronosticato tra Damien Sandow e Fandango il possibile trionfatore e così è stato. Sandow ha sfruttato appieno l'occasione, aprendo nuovi orizzonti a livello personale e per tutto quello che ruota attorno al titolo dei pesi massimi. Aveva tutto per poter uscire vincitore e ha sfruttato le proprie caratteristiche per portare a casa il risultato, ma nulla toglie al vero protagonista della sfida: Cody Rhodes, punito prima dallo Shield, poi tradito, o meglio beffato dal suo amico, perché qui il termine tradimento non è quello esatto.
In un match simile l'interesse personale precede qualsiasi altra cosa, anche i rapporti di amicizia, ognuno lotta per se stesso, non esistono né alleanze, né tag-team. Ovviamente quanto accaduto ha inevitabilmente spezzato in maniera indissolubile un rapporto professionale e di amicizia ormai in vita da parecchi mesi, ma la WWE non perde tantissimo. Nonostante alcuni buoni match non erano arrivati i titoli, la coppia aveva vissuto troppi alti e bassi, meglio consentire ad entrambi di cercare gloria, o riscatto nella categoria singoli. Sandow non sarà forse un fenomeno, ma stiamo parlando di un buon lottatore con ampi margini di miglioramento e la possibilità di convincere definitivamente dentro e fuori dal ring può tramutarsi davvero in realtà.
Cody, ormai da tempo lontano dai giochi che contano, ha forse ritrovato la grinta smarrita, la voglia di tornare protagonista, riprendendo quanto interrotto dopo la prima perdita del titolo intercontinentale difeso in un ottimo regno. Sanguinante, esausto, occhi pieni di rabbia: la fotografia di un Cody rinato, pronto a lottare per un qualcosa d'importante, pochi secondi, poi l'interferenza dello Shield e la beffa ad opera del suo migliore amico. Pochi secondi, ma, chissà, importanti per una rinascita e non per la definitiva collocazione ai margini.