The Codebreaker #39 – Nel cassetto, con passione e speranze

The Codebreaker

“Codebreaker” è nato per seguire l'attualità, le problematiche, le vicende, gli episodi principali, i feud e quanto avviene attorno al mondo WWE. Ma se è vero che a Stamford il termine “Universo” non smette mai di passare di moda, è altrettanto veritiero affermare di conseguenza che la federazione sia innanzitutto, o almeno dovrebbe essere, sinonimo di fan, appassionati e addetti ai lavori. Seguendo tale ragionamento colgo l'occasione per dedicare questo numero alla “mia” attualità, che può, perché no, diventare l'attualità di più persone, aventi in comune la medesima passione per lo sport – entertainment per eccellenza.


Da amante della TNA originale non posso nascondere che la WWE sia criticabile per mille motivi e anche il sottoscritto non ha perso l'occasione per esternare perplessità quando ritenevo giusto evidenziare determinati aspetti negativi (personaggi, faide, esiti di match, storyline, ecc), ma, nel wrestling come in altro ambito della vita quotidiana, non mi piace partire prevenuto contro qualcuno o qualcosa, né vedere il bicchiere mezzo vuoto per il puro gusto di sparare a zero. Lascio ad altri questo hobby.

Nel precedente numero ho evidenziato tutti i talenti attualmente in forza alla WWE, con i quali si può e si deve proseguire per andare avanti, voltare pagina rispetto al passato senza però scordarselo mai. Alcuni potenziali campioni sono già stati utilizzati nel migliore dei modi, altri sono in rampa di lancio, altri sono stati lasciati nel dimenticatoio, o bruciati, ma i margini per un wrestling di qualità ci sono tutti, bisogna soltanto augurarsi che i bookers riescano a valorizzare il parco lottatori a propria disposizione per il meglio della federazione, dei diretti interessati e del pubblico.

Agganciandomi a tale discorso in questi giorni ho preso in mano il biglietto di seconda fila acquistato per l'house show di Bologna e l'ho fatto in due occasioni, sia dopo le prestazioni di alcuni lottatori di seconda-terza fila, talvolta privi di qualità degne di nota e di un minimo di carisma, sia dopo aver ammirato le prestazioni da cinque stelle offerte dai vari Ziggler, Sheamus, Kingston, Barrett, Cesaro, Delrio, The Big Show, per citare soltanto alcuni esempi.

L'ho tirato fuori dal cassetto, l'ho preso in mano, l'ho accarezzato, l'ho appoggiato sulla scrivania, l'ho fissato per alcuni secondi e mi sono dedicato ad alcuni pensieri e riflessioni. Ho pensato alle persone che sparano a zero sul mondo del wrestling, dai detrattori sparsi tra vip e organi di stampa agli ipercritici. Un attimo dopo mi sono concentrato sui miei beniamini che ho perso in tanti anni di wrestling, alle emozioni che mi hanno regalato. L'attenzione si è poi diretta ai talenti capaci al giorno d'oggi di scrivere altre pagine di storia della nostra disciplina e infine alla mia, alla nostra passione.

Questi periodi di calo mediatico, caratterizzati dall'allontanamento degli occasionali simpatizzanti dalla moda del wrestling, aiutano tutti quanti a riflettere ulteriormente sulla portata del fenomeno nel nostro Paese. La memoria va automaticamente ai periodi nei quali da bambino saltavo con gioia dalla poltrona se mi sintonizzavo sul catch commentato da Tony Fusaro sulle tv locali, se per caso trovavo una rivista in inglese in qualche bacheca nascosta di chissà quale edicola, quando facevo quasi due ore di treno e andavo a Milano appositamente per acquistare una videocassetta originale WWE a qualunque prezzo, agli anni bui nei quali in Italia non si sapeva più nulla sul wrestling, se non dopo mesi e mesi di distanza.

Dopo tutti questi pensieri riprendo in mano quel biglietto, a testa alta, lo riposo nel cassetto facendo attenzione che non si possa rovinare, avendo a disposizione un autentico lusso per un appassionato italiano, il quale deve continuare, ahimè, a considerare il wrestling come un'occasione rara, da non perdere. È giusto criticare, pretendere di più e di meglio, augurarsi che certi periodi d'oro possano ritornare un giorno, condivido in pieno, ma è importante che tutti diano il proprio contributo e noi lo possiamo fare non esclusivamente trasmettendo amore e passione, ma criticando in modo costruttivo e in un'altra maniera ancora.

Rispondere presenti agli house show di Bologna e Trieste, dove, a mio modesto parere, la WWE, ma soprattutto la piazza italiana, si giocano tantissimo. Non ho parametri e dati per ritenere giusta o sbagliata la scelta delle mete (forse un'unica tappa a Milano poteva anche rappresentare la soluzione ideale), in ogni modo le date e le location sono ufficiali e dobbiamo fare l'impossibile per riempire quelle arene, convincere chi ha potere decisionale di non abbandonare il nostro Paese.

Qualcuno forse si chiederà perché ho deciso di tirare fuori questo argomento a circa 5 mesi d'anticipo rispetto agli house show, ma credo sia giusto farlo in questo momento, perché la WWE è caratterizzata dalla comparsa di alcuni volti nuovi, come per esempio The Shield, e pare aver intrapreso alcune strade ben definite, come il tributo che conta ai veterani, vedi The Big Show, e il push definitivo riservato alle stelle di oggi e di domani. Si tratta di un momento cruciale, potrebbe essere l'antipasto di un futuro assai roseo, oppure soltanto una breve illusione, o l'ennesima occasione gettata al vento. A mio parere esistono però tutti i margini per costruire qualcosa di nuovo, valido, capace di conquistare davvero tutti.

Nel mondo del wrestling forse conteremo poco, o addirittura pochissimo, ma un minimo di peso possiamo vantarlo anche noi italiani e allora, sebbene a tantissimi kilometri di distanza e con svariati mesi d'anticipo, alziamo l'audience del prodotto WWE nelle nostre tv, acquistiamo biglietti, dimostriamo che la prevendita va a gonfie vele, andiamo in massa ai palazzetti e facciamoli tremare dall'entusiasmo. Soltanto così, il sottoscritto e tutti quanti voi potranno riprendere in mano quel biglietto ed essere consapevoli che verrà seguito da tanti altri tagliandi in futuro, diventerà un esemplare di una collezione senza fine e non un oggetto più unico che raro facente parte di un amarcord nostalgico e pieno di rimpianti.

Scritto da Diego Anelli
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