The Codebreaker #38 – Dall’Europa agli USA: la speranza è dura a morire

The Codebreaker

Ogni tanto si può e stavolta si deve guardare il bicchiere mezzo pieno. Non si sono perse occasioni per criticare la WWE per storyline spesso al limite del ridicolo, personaggi creati senza un fondo di credibilità, ripetizione di cose viste e riviste, match scadenti, ecc ecc. Nel mio piccolo mi sembra giusto, dopo diverse critiche provenienti da alcuni miei editoriali, evidenziare diversi aspetti positivi, soffermandomi non soltanto sulla WWE in generale, ma in particolare sulla nostra realtà europea in quel di Stamford.


Randy Orton e Dolph Ziggler semplicemente devastanti, non è un'opinione personale, ma un dato di fatto. Stanno offrendo prestazioni superlative contro qualunque avversario, quando poi si ritrovano uno contro l'altro sul ring allora qualsiasi prezzo del biglietto sarebbe giustificato. Sia a Survivor, che nell'ultimo Smackdown hanno strappato applausi a scena aperta. La Vipera è tornata in condizione fisica smagliante, come ai tempi d'oro, Ziggler non lo scopriamo sicuramente adesso, ma, ogni giorno che passa, riesce a fornire un ulteriore valore aggiunto, riscontrando un apprezzamento superiore tra gli appassionati del nostro sport – entertainment preferito. Se sul ring incanta, anche con il microfono in mano sta assicurando una crescita costante, continua.

Aggiungiamo poi un rendimento di Big Show sicuramente a livelli elevati. A Survivor Series, ma in particolare ad Hell in a Cell ha tirato fuori dal cilindro una prestazione incredibile, evidenziando una forza fisica devastante, lo sfogo di una rabbia accumulata per anni e anni, un orgoglio infinito, una resistenza oltre i limiti e un dinamismo sorprendente, evidenziando palesi miglioramenti ovviamente in considerazione dell'enorme mole del diretto interessato. Non so quando sarà previsto il suo ritiro dall'attività agonistica, ma mi auguro con tutto il cuore che il suo regno da campione dei pesi massimi sia lungo, credibile, emozionante e un premio alla carriera di un professionista esemplare e di un lottatore spesso sottovalutato.

Non trascuriamo le ultime prove offerte da Kofi Kingston, capace prima di detronizzare The Miz conquistando il titolo intercontinentale con prove caratterizzate dall'elevato tasso tecnico, poi di duellare alla pari con Wade Barrett. Capitolo Ryback. Qualcuno l'ha paragonato a Batista, per qualcun altro è soltanto un lontano parente dell'ex campione WWE ed ex membro dell'Evolution, tutte opinioni personali da rispettare, ma su una cosa forse saremo tutti d'accordo. Sta iniziando a far breccia nel cuore e nelle preferenze del pubblico, sul ring non ha dimostrato un bagaglio tecnico eccellente, ma, rispetto a diversi suoi predecessori a lui paragonabili fisicamente parlando, abbiamo sicuramente visto molto di peggio in passato. Anche con il microfono in mano non si è dimostrato assolutamente noioso, dalle sue parole e mimiche facciali sono emerse grinta, fame di successi, voglia di combattere.

Avviciniamoci al nostro paese, arriviamo al nostro continente. Se Santino Marella pare aver già goduto di diversi push e Drew McIntyre rappresenta finora una promessa non mantenuta, i lottatori europei si stanno davvero contraddistinguendo come assoluti protagonisti degli show WWE. Sheamus ha detenuto il titolo dei pesi massimi per tantissimi mesi, recentemente soltanto CM Punk ha fatto meglio, ha sfoderato prestazioni incredibili, migliorando con il tempo il proprio parco mosse e trasmettendo la sensazione che il wrestling non rappresenti soltanto un lavoro, ma una passione infinita, ha la lotta nel proprio dna, nelle sue vene scorre un sangue battagliero. Da applausi i suoi duelli con Big Show, ma non è soltanto il grande squalo bianco a meritare l'attenzione e l'apprezzamento di appassionati e addetti ai lavori.

Wade Barrett e Antonio Cesaro sugli scudi. L'inglese, dopo il lungo periodo ai box, ha evidenziato uno stile di lotta in parte differente rispetto al periodo del Nexus (a proposito chissà se lo Scudo lascerà il segno in WWE…), ma ha continuato ad incantare. Ha tutto per sfondare: età, talento, peso, altezza, essere un grande incassatore, disporre di un invidiabile bagaglio tecnico, un paio di finisher efficaci. Già contro Sheamus era sempre uscito a testa alta, dando vita a duelli equilibratissimi, dedicati più alla sostanza, contro Randy Orton ha conquistato un paio di successi “rocamboleschi”, sfruttando spesso e volentieri interferenze altrui, ma dando filo da torcere alla Vipera. E arriviamo alla chance conquistata per il titolo intercontinentale, un risultato frutto di una prestazione vincente e convincente, al termine di una sfida ricca di mosse spettacolari e capovolgimenti di fronte, un mix di velocità e potenza. Barrett, un potenziale invidiabile.

Grandi passi li sta compiendo anche l'ultimo europeo arrivato in WWE in ordine cronologico, ovvero Antonio Cesaro. Devo essere sincero, di primo impatto non mi entusiasmava, né come carisma, né fisicamente parlando, nonostante sia alto e definito. Man mano che l'ho visto all'opera però, cavolo, mi ha sorpreso, impressionato positivamente, se ne parlava un gran bene, ma in WWE non sempre si rende al meglio, spesso non si ha la possibilità di sfruttare il proprio potenziale come si meriterebbe. Dopo la conquista della cintura degli Stati Uniti si è confermato, ma non solo, si è reso protagonista di una crescita costante dentro e fuori dal ring. Sul quadrato ha prevalso nettamente in occasione delle difese del titolo ed è uscito sconfitto, soltanto per conteggio fuori, contro Sheamus, mettendo seriamente in difficoltà l'ex campione dei pesi massimi e facendosi notare per un paio di mosse altamente spettacolari ed efficaci.

Con questa analisi non è sicuramente mia intenzione decantare la WWE, la quale continua a meritarsi diverse critiche, arrivate anche dal sottoscritto, ma non mi pare assolutamente giusto seguire le opinioni di chi vede il bicchiere sempre e soltanto svuotato, dove tutto quanto va a rotoli in quanto prevenuti e demoralizzati. C'è tanto da lavorare, altrettanto da migliorare, ma ragazzi, purtroppo HBK, Edge, Batista, Angle, Jericho per fare alcuni esempi, non ci sono più sui ring WWE, The Undertaker e HHH li vedremo ormai impegnati sul ring in rarissime occasioni.

Bisogna farsene una ragione e sperare che la federazione riesca a sfruttare al meglio i propri talenti, da Ziggler in primis, ma non soltanto. Con l'ulteriore speranza che la recente esplosione di diversi talenti europei possa essere una garanzia per vedere ancora a lungo tempo la WWE nel nostro continente, con un occhio particolare, ma non riservato al Regno Unito. La speranza è l'ultima a morire, si sa, ma noi appassionati di wrestling siamo duri altrettanto…

Scritto da Diego Anelli
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