The Codebreaker #32 – La miglior fine del gioco

A prescindere dalle faide attualmente in vita in WWE, alcune delle quali ben costruite, l'argomento principale degli ultimissimi taping è sicuramente il presente – futuro di HHH. Senza ombra di dubbio la presenza di CM Punk sull'auto guidata da Paul Heyman a conclusione dell'ultimo Raw apre una vasta gamma di opzioni, innumerevoli e imprevedibili scenari, ma quanto accaduto a Summerslam a HHH e le sue dichiarazioni a 24 ore di distanza dal ppv hanno lasciato davvero il segno.


Andiamo oltre le preferenze nei confronti del lottatore, dribbliamo sia i pareri di chi lo vede soltanto come uno della famiglia Mcmahon, sia l'opinione di chi lo ritiene come il migliore di sempre. Mi ritengo un suo grandissimo estimatore, sul ring ne ho ammirati tanti superiori a lui tecnicamente parlando, ma come intrattenitore ha avuto e avrà ben pochi eguali. Sicuramente la sconfitta subita contro Brock Lesnar ha portato il diretto protagonista, ma anche i suoi fan e un po' tutti gli addetti ai lavori ad interrogarsi sul suo futuro e a veder vicina la definitiva chiusura di un'epoca, dopo il recente ritiro di Shawn Michaels (non l'avrei fatto malmenare da Lesnar ma questo è un altro discorso) e le apparizioni sempre più sporadiche di The Undertaker.

Restando alla storyline, oppure in un mix di realtà e predeterminazione avrebbe preso piedi anche l'ipotesi ritiro. Il suo discorso a Raw mi ha toccato particolarmente, al di là della storyline e dell'immensa dote di attore – intrattenitore, The Game sembrava semplicemente un lottatore, un uomo che ha esternato la propria passione per il nostro sport – entertainment preferito e i ringraziamenti per chi l'ha seguito, amato e incitato in tutti questi anni di attività agonistica. Con sincerità, con naturalezza, con il cuore in mano si è rivolto al tanto pubblicizzato “Universo WWE” per condividere le proprie emozioni, sensazioni, dubbi e timori, senza seguire un copione, ma cercando di essere il più possibile se stesso.

Tale obiettivo è stato raggiunto. The King of Kings , con le lacrime agli occhi, ha attribuito parte dei propri successi a tutti coloro che non l'hanno mai abbandonato in tutti questi anni, soprattutto nei momenti più difficili come i periodi di riabilitazione ai gravi incidenti subiti e infine è arrivato al dunque. Cosa fare adesso dopo la sconfitta subita da Brock Lesnar? Da quella sfida anche lui ha compreso, ha toccato con mano i propri limiti, l'età che avanza inesorabilmente, la superiorità di un avversario più giovane, esplosivo e dirompente. È davvero arrivato il momento per dire “basta” all'attività agonistica, oppure ci sono ancora i margini per un altro, ennesimo culmine di una straordinaria carriera?

Il tempo ci fornirà alcune risposte, in questo momento posso semplicemente limitarmi ad alcune considerazioni personali, senza conoscere minimamente cosa possa succedere nel futuro. Dentro di me non credo ad un immediato ritiro, anche se condivido in pieno il discorso di The Game quando sostiene di non voler diventare assolutamente una di quelle leggende giunte al capolinea che si trascinano e continuano a salire sul ring collezionando figure non invidiabili. A mio parere ha ancora alcune cartucce da poter utilizzare. Ritirarsi dopo la sconfitta contro Brock Lesnar non rappresenta il miglior modo per chiudere la carriera, mi sorprenderei se accadesse il contrario. Non metto in dubbio nemmeno per un attimo la forza distruttrice dell'assistito di Paul Heyman, ma, considerando il passato dell'ex campione UFC con la federazione di Stamford, il modo in cui lasciò all'epoca il wrestling e la qualità (a mio parere discutibile) della sfida di Summerslam, The Game meriterebbe un'uscita di scena molto più meritevole.

Quale? Difficile dirlo. Ritengo che l'ultima sconfitta subita a Wrestlemania contro The Undertaker potesse rappresentare una possibile conclusione a testa alta di una carriera da indiscusso protagonista. È vero, è uscito sconfitto, ma dopo un match del genere, come del resto un anno prima, è difficile distinguere tra vincitori e sconfitti. In quelle occasioni sul ring è uscito vincitore The Undertaker, ma HHH ha fatto ricorso al meglio del proprio bagaglio tecnico, fisico, d'esperienza e follia per aver la meglio, per scrivere un'altra, forse la più importante pagina di storia della propria carriera e tra le più incredibili di ogni epoca di wrestling, non ce l'ha fatta, ma alla fine abbiamo assistito ad un'autentica e meritatissima standing-ovation per entrambi. Semplicemente perché, ancora prima di The Undertaker, in quelle occasioni ha vinto il wrestling, il vero wrestling, il wrestling di qualità.

Il wrestling non basato a cobra, balletti, discorsi illuministici, traduzioni linguistiche, spalle spolverate dalla polvere, nani nascosti sotto il ring, o ex lottatori ora commentatori scaraventati sul ring, ad esempio. Il vero wrestling è quello dedicato a grandi lottatori, ai quali sia reso possibile dare spazio a tutta la propria qualità, a personaggi in grado di tenere il ring a testa alta, di trasmettere emozioni semplicemente con una mimica facciale, uno sguardo, un gesto. In loro presenza il wrestling indossa l'abito da sera, ma di questi tempi i fan sono consapevoli di trovarsi dinanzi ad occasioni, ahimè, sempre più uniche che rare. Lo scorso aprile si sarebbe potuto decidere il ritiro di HHH, di un'icona, una leggenda al termine di una battaglia epica, così non è stato.

Collegandomi a ciò fatico a pensare che possa succedere dopo la sconfitta subita contro Brock Lesnar per le motivazioni che ho illustrato in precedenza. A questo punto diventa allora naturale chiedersi se, come e quando The Game sceglierà la strada del ritiro. Sarebbe anche legittimo pensare che ciò possa succedere soltanto in concomitanza di un'incredibile vittoria, ma contro chi? Contro Undertaker in un'altra sfida a Wrestlemania? La vedo dura, anche se l'ipotesi di un doppio ritiro in un pareggio può essere sostenuta da alcuni. Contro Brock Lesnar in un re-match? Può anche capitare. Contro John Cena, simbolo dell'attuale WWE? Forse sì, forse no. Contro un altro avversario di livello? Perché no, ma chi, negli attuali roster, può meritarsi una chance simile? In pochi intimi.

Basta attendere e ne sapremo di più, per il momento possiamo soltanto fare ipotesi, riflessioni e ragionamenti, potremmo averci azzeccato oppure essere lontani anni luce dalla realtà, perché la WWE, talvolta per fortuna, riesce ancora a sorprenderci e ad offrire qualcosa mai pensato prima. Mi auguro soltanto che un lottatore, a mio parere non meritevole di tale lusso come Brock Lesnar o John Cena, non abbia la fortuna di condividere il ring con The Game in quell'occasione, a prescindere dall'esito finale del match. Per diventare il protagonista del ritiro di una leggenda, ma anche “semplicemente” per gettare la spugna dopo aver dato il 100% e portato il glorioso rivale al limite in tali occasioni, bisogna far parte di un'elite, essere di una spanna sopra la media.

Come disse gente del calibro di Ric Flair “per essere il migliore bisogna battere il migliore”. HHH ci ha provato più volte contro The Undertaker a Wrestlemania, ma non ce l'ha fatta. Il migliore, già come The Undertaker, con la fama, i numeri e la classe per poterlo essere e diventarlo. HHH, The Undertaker o chiunque altro, ma se il gioco non è ancora finito, allora che venga terminato da chi se lo merita davvero.

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