The Codebreaker #26 – La classe prima di tutto

CM Punk e Daniel Bryan, a prescindere dall'alternanza di ruoli heel o face, rappresentano due tra i migliori talenti attualmente in forza alla WWE.
È gente giovane, tecnicamente assai dotata, caparbia, rapida, esperta delle mosse di sottomissione, che si è guadagnata ogni traguardo tirandosi su le maniche, facendo la gavetta nelle indies, nelle quali hanno regalato talmente spettacolo che era umanamente impossibile non attirare l'interesse della principale federazione di wrestling al mondo. Hanno inoltre in comune un altro aspetto, che può emergere in maniera superiore o minore a seconda dei ruoli interpretati secondo le direttive loro impartite dai bookers, ma sarà destinato a non scomparire mai, perché insito nel loro dna. Mi sto riferendo alla predisposizione al wrestling lottato.
Nati, cresciuti, esplosi e affermati sul ring del nostro sport-entertainment preferito contribuendo a diffondere nell'atmosfera non soltanto l'ABC della disciplina, ma mosse, tecnica, match e adrenalina allo stato puro. Ogni tanto più li osservo sul ring, più mi viene quasi la sensazione di assistere ad un vero match di lotta, al diavolo la predeterminazione, dimentichiamoci di bookers, storyline e tutto il resto. Se poi, come spesso è accaduto recentemente, ce li troviamo uno contro l'altro da avversari, beh lo spettacolo, interferenze o squalifiche a parte, è assicurato.
Potrebbero lottare all'infinito, ti regalerebbero sempre un prodotto altamente soddisfacente e tendente a caratterizzarsi per aspetti nuovi, imprevisti ed emozionanti sulla base delle invenzioni superlative tirate fuori dal cilindro dei rispettivi bagagli tecnici. Può essere un pro mica da ridere per qualunque appassionato, paradossalmente un contro, o comunque un aspetto di secondo piano per gli attuali bookers, i quali, dopo essere intervenuti sul personaggio Daniel Bryan, hanno fatto ricorso a fattori esterni, ottimi o controproducenti a seconda dei punti di vista.
L'inserimento di Kane come terzo incomodo e il ruolo di AJ. Gli avvenimenti recentemente accaduti nei tapings hanno avuto come naturale e inevitabile conseguenza l'inserimento della Big Red Machine nel match titolato nel prossimo ppv. Per quanto il ritorno alla maschera e la vittoria a Wrestlemania contro Randy Orton possano aver ridato linfa al suo personaggio, sembra di assistere ad una minestrina riscaldata, nonostante Kane abbia sempre dimostrato con i fatti la perfetta adattabilità alla gimmick e un' evidente professionalità. Spesso nello sport e nella vita di tutti i giorni può capitare che tra i due litiganti il terzo goda chissà .
Occupiamoci anche del ruolo di AJ. Personalmente i suoi piagnistei dietro a Bryan mi hanno stufato, nel corso degli anni abbiamo visto e ammirato tante donne di rara bellezza e/o notevole personalità al fianco di importanti lottatori, spesso e volentieri diventate protagoniste di storiche storyline e accese rivalità. Ultimamente mi pare che sotto questo punto di vista si sia compiuto un bel passo indietro, o almeno non si stia più percorrendo quella strada che aveva avuto successo anche negli ultimi decenni, basta ricordare, per casi diversi, donne del calibro di Stephanie McMahon, Chyna, Trish Stratus, Lita, Vickie Guerrero, quest'ultima da citare almeno per l'importanza dei ruoli assunti e la grande capacità di interpretarli al meglio.
Posso capire il personaggio di AJ, ma, dopo aver atteso diverse settimane, mi sembra che non abbia dato nulla di prezioso alla storyline, nonostante bisogna ammettere che stia svolgendo con grande efficacia il personaggio della ragazzina innamorata, piagnucolona, imprevedibile, ingenua e lunatica. Negli ultimi giorni ho però la sensazione che la federazione voglia farla incidere maggiormente: l'attacco di Daniel Bryan alle spalle di Kane quando la Big Red Machine minacciava di attaccarla, qualche segnale d'intesa tra AJ e CM Punk e quel sorriso della fanciulla indirizzato a Kane nel momento di maggior pericolo per la propria incolumità mischiano un po' le carte, rendono più vasta la gamma delle possibili opzioni e più imprevedibili gli scenari conseguenti.
Nel prossimo ppv ne sapremo di più, la tecnica di CM Punk e Daniel Bryan sicuramente non ha bisogno di essere scoperta, né pubblicizzata senza sosta, né di conferme, ma rischia di passare in secondo piano, per il bene o per il male della federazione e dei propri appassionati, rispetto non soltanto al caratteristico e spesso meraviglioso caos del triple threat match, ma anche allo spazio occupato da una gimmick ormai vista e rivista e di una ragazzina che può diventare davvero l'ago della bilancia all'interno del feud.
Certo, non sarebbe nulla di nuovo, nulla di sorprendente, un qualcosa non perfettamente valutabile in termini di imprevedibilità legata al wrestling entertainment, alla storyline di discutibile impatto, proprio in un periodo nel quale il prodotto di qualità scarseggia, i giovani talenti già esplosi non sono innumerevoli (spesso per colpe altrui). Si dice che la speranza sia l'ultima a morire, allora mi auguro che il wrestling lottato, dinanzi a gente come CM Punk, Bryan, Sheamus, Ziggler, abbia la precedenza su qualunque altra cosa.