The Codebreaker #23 – Orgoglio, sincerità, realismo

The Codebreaker

Orgoglio, sincerità e realismo, sono queste le principali tematiche emerse dalla puntata speciale di Raw durata 3 ore. Orgoglio. Mi ha fatto enorme piacere l'intervento di Edge, non soltanto perché ha rappresentato uno dei miei wrestlers preferiti degli ultimi anni e la sua presenza non era stata annunciata, ma in quanto si è confermato un soggetto capace, anche soltanto con le parole, di arrivare subito al nocciolo della questione, raggiungere immediatamente l'obiettivo.


Per il canadese non sarà stato facile presentarsi dinanzi a John Cena, forse il suo più grande rivale sul ring negli ultimi anni di carriera, ma l'ha fatto. Ok, Edge, causa problemi fisici, ha dovuto abbandonare anticipatamente l'attività agonistica, ma chi come lui ama dal profondo del cuore questa disciplina non si toglierà mai, dentro di sé, le vesti di lottatore. Per il bene della federazione, del wrestling, ha messo da parte orgoglio, eventuali rimpianti, rimorsi, rancori, è salito sul ring e da uomo a uomo ha parlato a John Cena; sguardo fisso, argomentazioni precise, evitati giri di parole, frasi di circostanza.

L'ex superstar vietata ai minori ha cercato di stimolare l'ex rivale, non ha nascosto le diatribe del passato, ma nemmeno la stima e l'amore comune per la disciplina, è andato alla ricerca di quel John Cena capace di scrivere pagine di storia e di diventare l'uomo copertina della federazione, lontano anni luce dalla versione presente oggi sul ring. Edge ha cercato di ricercarne le motivazioni, se unicamente legate alla sconfitta di Wrestlemania contro The Rock, ha evidenziato il pericolo rappresentato da chi, come Brock Lesnar, considera il wrestling unicamente un business e ha caricato Cena di un'enorme responsabilità: l'ordine di battere l'ex campione UFC in difesa dell'amore provato per il wrestling, anche di chi come lui e Shawn Michaels hanno dato corpo e anima per questo mondo e ora non possono combattere su un ring.

Edge è stato sincero, lo è stato altrettanto Cena, dai discorsi del canadese è stata colpita la sua sensibilità, John è consapevole che sono stati toccati gli argomenti chiave, dai suoi occhi traspariva emozione, difficoltà, ma altrettanto orgoglio, sincerità e realismo. Ha apprezzato e non poco l'intervento del rivale di tante battaglie, è conscio dell'importanza di ritrovare al più presto quello spirito apparentemente perduto, ma non nasconde, nemmeno per un momento, le difficoltà nel superare un ostacolo che porta il nome di Brock Lesnar.

Anche quest'ultimo ha fortunatamente fatto emergere orgoglio, sincerità e realismo. Vuole dimostrare con i fatti di rappresentare il vero simbolo della federazione, di valere 100 Cena, di non costituire una semplice superstar ma un autentico carro armato, pronto a spazzare via chiunque si metta sulla propria strada. Avrebbe potuto giustificare il suo addio e la sua totale lontananza dal mondo del wrestling per 8 lunghi anni in tanti modi, del resto nel wrestling e soprattutto nella nostra vita di tutti i giorni spesso e volentieri l'ipocrisia, purtroppo, regna sovrana, come la moda dello “scarica barile” oppure la tendenza ad “arrampicarsi sugli specchi”, invece ha parlato con il cuore, che piaccia o meno, e non si è allontanato di un centimetro dalla realtà, poi la storyline attuale ha fatto il resto. Considera il wrestling soltanto come un business, se ne frega dei fans, è consapevole della propria forza e di quanto la federazione abbia bisogno di lui, soprattutto in un periodo del genere, non ritiene di dover condividere il ring con il wrestling rappresentato da John Cena e la storyline, proseguita con la firma del contratto e le richieste assai esigenti formulate a Laurinaitis, ha contribuito in maniera preziosa a rendere meglio l'idea del mix di realtà e predeterminazione.

In questo numero non posso dedicare due parole al tour italiano WWE. Il sottoscritto era presente a Milano ed è uscito soddisfatto dopo un house show non eccezionale, ma sicuramente godibile, con una card non indimenticabile, ma comunque perfettamente in grado di rappresentare quello che, tanto o poco che sia, Raw è al momento in grado di offrire. Ottimo il main event tra CM Punk e Chris Jericho, bravo The Miz dentro e fuori dal ring, apprezzabile il discorso di Santino Marella, quasi tutti i match sopra la sufficienza, tranne rare eccezioni. Per un house show in Italia e per questo Raw non potevamo sperare di più, certo, ci fosse stato HHH o Lesnar saremmo stati tutti più felici, ma bisogna anche mantenere i piedi ben saldi per terra e non compiere voli pindarici lontani anni luce dalla realtà.

Orgoglio, sincerità e realismo sono stati trasmessi anche dal pubblico italiano, il quale a testa alta, fregandosene di tutto e di tutti (talvolta però anche di chi, non badando a spese per aggiudicarsi un biglietto di valore, deve però poi fare i conti con la maleducazione di personaggi irrispettosi che pensano bene di mettersi in piedi sulle sedie), con il cuore in mano e la voglia di dimostrare ai detrattori che il wrestling rappresenta una realtà anche italiana, magari per una nicchia, ristretta, ma un autentico zoccolo duro, destinato a non sciogliersi come neve al sole, ma di consolidarsi con il passare del tempo.

Scritto da Diego Anelli
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