The Codebreaker #102 – La salvezza NXT e le speranze per il 2016

Il 2015 è ormai alle porte, il 2016 ci ha già accolto ed è naturale chiedersi cosa dovremo aspettarci in termini WWE. Ha chiuso i battenti un'annata complessivamente molto deludente, con numerose storyline destinate a non poter restare in piedi nemmeno con un poderoso sostegno, diverse gimmick piuttosto ridicole e alcuni talenti bruciati, o ai quali non è stata nemmeno concessa una chance che possa definirsi tale.

Cosa ha consentito a Stamford di non andare definitivamente alla deriva dinanzi ad un autentico crollo degli ascolti, mantenere un minimo di credibilità e trasmetterci una sufficiente dose di ottimismo verso il futuro a medio – breve termine? Sul ring buona parte del merito, limitandoci al roster principale, va assegnato agli ex componenti dello Shield. Nel bene e nel male hanno sorretto la baracca; Seth Rollins si è rivelato il classico modello di wrestler moderno, talentuoso sul ring, impeccabile in versione heel e in qualità di intrattenitore, ma vanno anche citati i suoi ex alleati.

Dean Ambrose ha trascorso alcuni periodi piuttosto bui tecnicamente parlando, offrendo match piuttosto prevedibili e un limitato parco mosse, ovviamente riferendoci ai pur sempre ridotti standard WWE. La seconda parte dell'annata è andata nettamente in crescendo, non solo la scheggia impazzita ha assunto un ruolo attivo nella categoria top face, ma ha chiuso il 2015 meritatamente con una cintura intorno alla vita e ha evidenziato miglioramenti per qualità e ritmo sul quadrato. Roman Reigns rappresentava uno dei principali obiettivi targati WWE, portarlo ad assumere il ruolo di top face della federazione, trasformare i fischi e i cori di disappunto della scorsa Royal Rumble, quando l'indiscusso beniamino era Daniel Bryan, in applausi scroscianti e sostegno incondizionato. Negli ultimi mesi pare che i quartieri alti abbiano raggiunto il proprio scopo, anche se sono dovuti intervenire fisicamente Vince, Stephanie e HHH per aiutare il pubblico a schierarsi a favore dell'ex ariete dello Shield, oltre a dar una spinta verso l'alto a ratings in caduta libera.

Brock Lesnar e Paul Heyman vanno ricordati come protagonisti dentro e fuori dal ring in un'annata particolare e delicata per la federazione, costretta ad usare Undertaker probabilmente per le ultime apparizioni, a gestire il post Daniel Bryan, a mettersi definitivamente alle spalle CM Punk il cui nome viene acclamato non appena gli show diventano scadenti come accaduto giorni fa a New York, e a fare per lungo tempo a meno di main eventer del calibro di Seth Rollins, Randy Orton e per qualche mese pure di John Cena, il quale ha dovuto vivere nuovamente la situazione della maglietta riavuta dal pubblico, gestendola peraltro in maniera impeccabile. Heyman si è confermato, come se ce ne fosse ancora bisogno, un autentico maestro con il microfono in mano, ormai rientrante in quella ridottissima schiera di personaggi in grado di trasmettere emozioni, brividi e momenti che restano indelebili nelle memorie con una parola, un discorso, uno sguardo, una mimica facciale. E che dire di Brock Lesnar… l'abbiamo visto poche volte, l'abbiamo visto fin troppo, se parliamo di un wrestler ormai volutamente non più a tempo pieno. Le volte in cui è apparso ha sempre alzato il livello dello show, ha regalato momenti, attimi che non si cancellano.

Il boom del New Day e la nascita della Cesaro Section rappresentano due eccezioni nel buio del roster principale. Non avrei pensato che Big E. e Kofi Kingston riuscissero a immedesimarsi così alla grande in una gimmick del genere, mi hanno positivamente sorpreso, come ogni cosa anche questa stable non deve diventare eccessiva in termini temporali, ma i diretti interessati hanno messo gran parte del loro nella buona riuscita del progetto. Tra i wrestlers di punta ai box per lungo tempo non ho citato prima Cesaro, non perchè me lo fossi dimenticato, ma in maniera voluta, provocatoria, in quanto per la WWE probabilmente non è e mai sarà un top player. Il 2015 è anche stato il suo anno, semplicemente straordinario sul ring, il pubblico lo ama incondizionatamente, la nascita della schiera dei suoi seguaci è un qualcosa al quale nessuno può restare indifferente.

E mentre i bookers si perdono in minestrine super riscaldate (es. la riunione tra Undertaker e Kane, il ritorno dei Dudley), bruciano wrestlers tecnicamente validi con gimmick ridicole (es. Stardust), gestiscono in maniera imbarazzante interessanti talenti (es. Breeze prima impegnato nel feud con Ziggler, poi improvvisamente deve aver a che fare con Goldust e perde pulito con Tytus), creano stable senza alcun lavoro a priori e destinata a diventare una meteora (es. la Lega delle Nazioni) e non sanno come valorizzare chi dentro e fuori dal ring sta dando il massimo da un paio d'anni ormai (es. Bray Wyatt)…….. c'è fortuna NXT, l'unica vera e propria ancora di salvezza per tutti noi. Chi è già sbarcato nel roster principale non ha spesso avuto vita facile, ne sa qualcosa Neville, finora immischiato in feud di poco conto, e Breeze, vittima dell'umore quotidiano dei bookers. Per fortuna si è salvato Kevin Owens, la vittoria pulita in ppv contro Cena al debutto, il titolo intercontinentale e diversi match di grande livello, ma anche mesi nei quali era chiamato a lasciare il ring durante l'incontro o a fingere colpi bassi, nonostante qualcuno gli facesse indossare la maglietta “Fight Owens fight”…. Mr. Ko un altro talento immenso da non sprecare.

E arriviamo alla vera gioia dell'annata, NXT, uno show straordinario sia in taping che negli eventi più attesi. La rivoluzione delle Divas ha lasciato il segno, con Charlotte, Sasha Banks e Bayley capaci di offrire match indimenticabili, l'iron man match tra la rossa e l'attuale campionessa NXT resta una delle migliori sfide dell'annata, la federazione ha dimostrato con i fatti di puntare con decisione sulla categoria femminile, vedere le divas impegnate nel main event è un qualcosa davvero difficile da scordare. Tecnica, dinamismo, capacità acrobatiche, coraggio, voglia di sfondare… autentiche campionesse del ring, fino a quando alcune di loro non si sono trasferite a tempo pieno nello show principale e allora anche qui qualcuno è riuscito a creare danni. Ora Charlotte può vincere soltanto grazie alle manfrine del leggendario padre e Sasha deve farsi aiutare dalle amiche presenti a bordo ring… chiedersi perchè sarebbe limitativo, cercare di capire cosa può passare nella testa dei bookers diventa non soltanto un diritto, ma ormai un dovere.

Il ritorno alla lotta di Sami Zayn rappresenta la ciliegina su una torta gustosissima. Finn Balor è un campione con la C maiuscola, Apollo Crews un talento quasi mai visto in tutta la mia vita, dove la potenza ha conosciuto la tecnica confezionando un mix più unico che raro, ma non scordiamoci né Samoa Joe, una macchina distruttrice, e Baron Corbin, spesso sottovalutato da alcuni, ma in grado di lasciare il segno con una finisher decisiva, una resistenza fuori dal comune e un personaggio che può andare lontano. E la categoria tag-team? Dash&Dawson mi fanno un po' ricordare le coppie di alcuni decenni fa, tecnica, solidità, affiatamento e poco spazio alle manfrine. Anche a Londra hanno fatto ricredere gli ultimi scettici, sono campioni e meritano di esserlo. Chad Gable e Jason Jordan hanno tutte le carte in regola per essere considerati dei predestinati; un'incredibile chimica di squadra, tecnica sopraffina, ritmo forsennato, mosse combinate efficaci e stilisticamente affascinanti. Il futuro sarà loro.

Cosa mi aspetto personalmente dal 2016? Che lo show principale possa smetterla di bruciare talenti e di perdere tempo in storyline destinate ad un fallimento assoluto. Basta miopia, basta testardaggine, basta incompetenza. I talenti ci sono eccome, sfruttiamoli. Sarà cambiata un'epoca, ma mi rifiuto a pensare che il parco lottatori sia così peggiorato da offrire show così scadenti. Lo scadimento è avvenuto invece dietro le quinte, è lì che bisogna prendere gli opportuni provvedimenti. Mi auguro che NXT resti tale e quale, va benissimo il successo, purchè la fama non lo trasformi in qualcosa altro, in una sorta di secondo roster principale. Deve restare uno show di “nicchia”, una palestra per i campioni del futuro, un'isola felice da non contaminare per nessun motivo al mondo.

Mi auguro di non assistere più ad arene emotivamente spente negli Usa, composte da mummie, o da chi si fa andar bene qualsiasi cosa. L'arena londinese l'ha dimostrato, nel bene e nel male il pubblico deve lasciare il segno, essere partecipe, ciò non significa diventare protagonisti facendo la ola o cose imbarazzanti. Holy shit o fischi sonori a seconda della qualità dello show, ricordandosi che spesso e volentieri la cattiva riuscita di uno show è spesso dovuta all'incapacità dietro le quinte. E concludo con la speranza di poter vivere live in Italia un altro show del livello di quanto andato in scena ad ottobre a Frosinone grazie alla EPW; se Aries ed Edwards non fossero bastati, ammirare Aj Styles vs Christopher Daniels ha rappresentato il coronamento di un sogno. In quella serata, in quel palazzetto sperduto è andato in scena un evento indimenticabile, dove il wrestling a cinque stelle ha dominato la scena e Holy Shit è stato l'unico grido di battaglia e orgoglio. Emozioni da vivere e rivivere.

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