WWE Vintage Critic – Countdown to WrestleMania

Salve a tutti e bentornati sulle righe del WWE Vintage Critic. Di solito, a questo punto, vi direi che viaggio nel tempo al posto vostro, ma stavolta – in questa mia miniserie – è diverso.
Oggi vorrei farvi saltare su insieme a me, per poi imboccare la strada più emozionante di tutte: la Road to WrestleMania. Lo Showcase of the Immortals è alle porte, ma con Elimination Chamber agli archivi solo dopo questo week-end, l’attesa si fa un po’ lunga, non trovate?
Ecco perché, per riscaldarci, ho pensato di presentarvi una WrestleMania a sera. Non sarà il classico format che di norma adoperavo per i miei numeri precedenti, bensì un riassunto più conciso di quanto successo durante la serata, con momenti classici, colpi di scena, showstealer o quant’altro. Quindi perché non partire subito? Allacciate le cinture, ragazzi. Circuiti temporali accesi! Flusso canalizzatore… sta flussando. Motore avviato… VAI!
WrestleMania 1
È il 31 marzo 1985 e siamo al Madison Square Garden di New York. Vince McMahon ci ha visto bene e ha mosso mari e monti per mettere in piedi ciò che altro non era che un esperimento esistenziale. All’evento, ci sono 19121 spettatori nel palazzetto, mentre sono circa un milione quelli che hanno visto l’evento a circuito chiuso in varie sale cosparse in quasi tutto il territorio nazionale.
Apre le danze Tito Santana che, con una vittoria su The Executioner, diventa il primo lottatore vincente della storia di WrestleMania. Di conseguenza, il suo avversario è il primo perdente. Qualcuno doveva pur essere il primo, ma di sicuro, il buon Buddy Rose avrà avuto di meglio da raccontare in famiglia.
King Kong Bundy squasha Special Delivery Jones in soli 25 secondi, che però vengono per anni spacciati per 9. Ecco da dove deriva il famoso “arrivo tra 5 minuti”.
Ricky Steamboat batte Matt Borne senza troppi complimenti. La sconfitta punge molto a Borne; per questo, alcuni anni dopo, si trasforma in Doink The Clown e si mette a terrorizzare i bambini concepiti al termine di questa serata.
Il quarto match della serata vede affrontarsi due perfetti sconosciuti: Brutus Beefcake (senza “Barber”) e David Sammartino. Lo scopo del match era di coinvolgere fisicamente il padre di quest’ultimo, il leggendario Bruno. Infatti, il pubblico se ne frega altamente fin quando non arriva lui a dare mazzate. Il match finisce in una doppia DQ, ma almeno il pubblico di New York ha potuto gustarsi il loro eroe.
Il match per il titolo intercontinentale vede affrontarsi il campione Greg “The Hammer” Valentine e lo sfidante Junkyard Dog. Dapprima, Valentine si aggiudica la vittoria in modo scorretto, ma siccome dal nulla arriva Tito Santana che si mette a piangere, il match riparte, ma quel furbacchione di Valentine se ne va ed è il primo wrestler ad approfittare del vantaggio dei campioni di fronte al grande pubblico. JYD festeggia con tanta euforia che Cannavaro levati proprio. Poi saprà solo lui per quale motivo…
Nel match seguente, Iron Sheik e Nikolai Volkoff strappano i titoli di coppia ai campioni, The U.S. Express – che sono Irwin R. Schyster (che qui ancora combatte con il suo vero nome, Mike Rotundo) e il cognato Barry Windham – grazie a una bastonata. Non scherzo. Da notare anche il nome Rotundo, non Rotunda. Comunque, questo è stato il miglior match della serata per lottato e tecnica.
Se siete amanti di 205 Live, il prossimo match fa sicuramente per voi: André The Giant se la vede con Big John Studd in un match paragonabile ad una corsa tra due TIR: dura molto e alla fine ci rimette sempre qualcun altro. Essendo il match una Bodyslam Challenge, André si aggiudica la vittoria dopo aver messo a segno la suddetta mossa, vincendo peraltro una valigia con dentro 15000 dollari, che lui regala prontamente al pubblico come risarcimento per aver assistito a questo calcio nei testicoli, peraltro causando lesioni aggravate e autoflagellazioni tra le prime due file.
Arriviamo al penultimo match della serata, che vede in palio il titolo femminile detenuto da Wendi Richter. La sfidante è Leilani Kai, che ha la grande (di età, s’intende) Fabulous Moolah nel suo angolo. La Richter invece, piuttosto che una wrestler, si è portata dietro Cyndi Lauper, perché dopotutto, le ragazze vogliono divertirsi… oohhh girls just wanna have fuuuuun… ahio! Ok, ok, la smetto. Vince la Richter, discorso chiuso.
Prima del main event, è ora di introdurre tutte le guest-star della serata, che sono quasi più di quelle di Sanremo. Arrivano Liberace e le Rockettes, che si esibiscono in un balletto la cui scena è diventata iconica come meme di WrestleMania. Questo, è di gran lunga il momento più memorabile della serata.
Arriva anche Muhammad Ali come arbitro speciale, ma lo mettono infine fuori come enforcer. Pat Patterson invece si appresta ad arbitrare il match in sé. Si affrontano nel primo main event nella storia di WrestleMania: Hulk Hogan e Mr. T da una parte, Roddy Piper e Paul Orndorff dall’altra. È un classico tag team match da weekly, senza né infamia né lode, che termina a favore dei beniamini grazie a Bob Orton che, per sbaglio, colpisce Paul Orndorff con il suo braccio ingessato, costandogli il match. Nel frattempo, Roddy Piper si piglia un 500 dal grande Ali. La serata termina con un Hulk Hogan trionfante, ma non è la scena finale che diventerà consueta in futuro.
Il gran totale delle durate dei match ammonta a 71:07 minuti di lottato. Lo show in sé è durato 2:16:21 secondo il WWE Network, quindi circa 52% della durata totale è composta da wrestling lottato.
È stata una grande WrestleMania? No. È stata inguardabile? Ni. Come importanza economica e storica, di sicuro è stata un successone. Ma messa a confronto, era di qualità media, non di più. Il team di commento ha fatto un lavoro ineccepibile nel vendere il prodotto, la regia ci ha ricordato ad nauseam dove ci troviamo e ancora oggi non sappiamo contare bene il tempo quando si tratta della nostra virilità. Poi, ci tengo a dirvi la mia su Mr. T: ama molto sua madre. Ah no, scusate, quello non c’entra. Dicevo: Se avete visto Rocky 3 e quindi vi aspettate di vedere un tipo alla Clubber Lang nel main event di WrestleMania, non guardatelo. Mr. T sarà pure popolare, ma vicino a Hogan, Orndorff e Piper, piuttosto sembra Steve Urkel, ma senza occhiali.
In conclusione, do a questa WrestleMania la sufficienza, vista l’importanza storica. È ovvio che i verdetti qui possono differire da quelli dati nei miei numeri precedenti, perché qui i punti di vista sono leggermente diversi. Quindi vado con un 5/10.
E voi, avete visto questa WrestleMania? Che ve n’è parso? Fatemelo sapere!
Per lodi, critiche, minacce, percosse, tangenti, domande, suggerimenti o parolacce potete utilizzare i commenti oppure contattarmi via Facebook, Twitter, Instagram oppure via E-Mail scrivendo a wwevintagecritic@gmail.com. L’archivio dei numeri precedenti lo trovate qui. Per chi volesse lasciare un like al mio blog tedesco, faccia un salto qui.
Ci vediamo dunque domani per WrestleMania 2.
Io sono il WWE Vintage Critic, e viaggio nel tempo al posto vostro!