Impact Planet #70

Main Event Mafia: tre parole che ormai sintetizzano tutta la TNA in questo periodo e – c'è da scommetterci – anche in futuro, e che definiscono una stable di cui si parlerà indubbiamente tanto, a cominciare da questa edizione del Planet.


Non ci sarà bisogno di ricordare gli eventi che hanno portato alla genesi di questo gruppo: ci ha già infatti pensato l'eccellente editoriale di Manuele Poli, che il nostro sito ha ospitato sette giorni fa e che manco a dirlo era completamente incentrato proprio sulla Main Event Mafia. Invidio la capacità di Titan Morgan di integrare alla perfezione i suoi commenti con una attenta e dettagliata cronaca degli eventi, e dunque non posso che consigliare a mia volta la lettura, e nel contempo aggiungere la mia modesta opinione:

La storia del wrestling ci parla di diverse stable importanti o addirittura fondamentali che hanno movimentato il passato recente e meno recente, ma in particolare sono due i gruppi che ho evidenziato come immediato termine di paragone per la MEM, ovvero l'NWO ed il Millionaires Club. Termini di paragone non tanto per come la stable si è formata o per chi vi ha preso parte, quando piuttosto per il loro appeal con il pubblico, la loro capacità di rendere effettivamente piene le tasche di chi quella idea la ha avuta. Non a caso i due termini di paragone che ho tirato fuori dal passato sono passati agli archivi come un clamoroso successo il primo, ed un misero fallimento il secondo: due estremi che raccontano come a mio avviso è partita la MeM, fino a come si è fortunatamente evoluta in positivo, certo non ancora da poter essere paragonata per importanza all'NWO, ma quantomeno per imporsi come idea potenzialmente vincente.

Ricordate i primi momenti in cui si è iniziato a parlare di rispetto per i veterani, ovvero il tema cardine su cui si fonda tutta la stable? Di fatto ha iniziato Sting con quel colpo di bastone a Samoa Joe, “reo” di voler inferire su un veterano già esanime al tappeto. Ne è seguito un periodo francamente non eccezionale, dove da un lato Sting ha cercato in tutti i modi di catalizzare l'attenzione su questo tema senza riuscirci molto, dall'altro Samoa Joe si è trovato coinvolto in un “doppio binario”, ovvero fronteggiare lo stesso Sting e Kevin Nash, con il quale l'alleanza era sempre più vicina allo scontro.
Francamente credo poco all'idea che anche il personaggio di Kevin Nash sia evoluto per tutti questi mesi in funzione della formazione della stable: semplicemente dopo aver fronteggiato l'emergenza causata dall'assenza di Scott Hall, il suo rapporto con Samoa Joe è stato mantenuto volutamente equivoco così da poter tenere pronto un eventuale feud fra i due, di fatto accantonato fino a Bound for Glory dove finalmente – e nel momento meno opportuno, ma ci arriveremo – i due binari sono stati definitivamente fatti confluire in uno solo.

Le conseguenze di tutto questo ce le ricordiamo bene, in particolare l'effetto, anzi il non effetto, che facevano i promo di Sting di qualche mese fa sul rispetto: tutt'altro che convincenti, anzi cartina tornasole di un problema che si manifestava subito come importante, ovvero il fatto che gestire il passaggio a heel di un personaggio ormai troppo leggendario e ammirato dal pubblico non era per niente cosa facile, e necessitava di qualcosa di molto più forte.
Certo anche altri grandi personaggi intramontabili sono diventati heel nel passato, e naturalmente mi viene subito in mente Hulk Hogan, ma non a caso il suo primo promo da heel fu immediato (nemmeno due minuti dopo di fatto), decisamente più forte, “cattivo”, e portò subito gli effetti sperati. Qui invece abbiamo assistito ad un main event di Bound for Glory dove la maggioranza del pubblico era con Sting, peraltro spiazzando Samoa Joe in modo evidente, e dove la conclusione in deciso overbooking è apparsa sciagurata, elemento chiave per rovinare lo show più importante dell'anno. E forse sarebbe stato almeno un po' diverso se a quel finale fosse seguita subito, non a Impact ma proprio subito dopo, la formazione della stable, o almeno un primo accenno.

Ecco perché il paragone con il Millionaires Club non lo vedo affatto improprio, non per l'evoluzione della storyline, quanto per l'elemento comune di un evidente problema di ruoli nella keyfabe.

Fortunatamente ho usato il termine “vedevo”, poiché la formazione ufficiale della stable, ed in particolare il coinvolgimento di Kurt Angle, ha cambiato decisamente le carte in tavola. Anche Angle per la verità, in precedenza era stato coinvolto in storyline contemporanee e con un rendimento complessivo non eccellente, e dunque anche in questo caso credo che il coinvolgimento nella stable non sia stato deciso se non di recente, magari proprio per cercare di raddrizzare le cose.

Di sicuro l'eroe olimpico, campione sia nel ring sia nel microfono, ha fatto ciò che Sting e Kevin Nash non erano riusciti a fare; forse non perché gli altri hanno demeritato quanto piuttosto perché il momento giusto è toccato a lui, ma fatto sta che al momento di fondare la stable, le sue parole al microfono hanno fatto capire una volta per tutte che il tempo dell'ambiguità era finito, e che ora quei veterani cattivi lo sarebbero stati eccome. Provate adesso a vedere se c'è qualcuno che quando parla un membro della MEM lo acclama più di un top face…

Ed ecco dunque che gli eventi ci portano al secondo termine di paragone, questa volta a dir poco illustre, ovvero la NWO. Certo la MEM parte da basi diverse, ma l'obiettivo è o non è comune? E gli effetti? Un pay per view totalmente dominato, due pestaggi senza resistenza alcuna per Christian Cage e Rhino, e l'effetto di seminare caos e zizzania nel gruppo dei face che provano a opporsi.. Quello che pochi mesi fa poteva sembrare l'ennesima idea sconclusionata di una federazione ammalata di overbooking, è ora un elemento trainante di tutto il carrozzone, e sta gettando delle concrete fondamenta per andare avanti a lungo con risultati lusinghieri.

Sarà questo il punto di svolta per la federazione di Orlando, o “almeno” la storyline del 2009 o anche già del 2008? Difficile dirlo.. sono del parere che la storia sia sempre scritta a posteriori, e comprendere qualcosa di importante a noi contemporanea sia particolarmente raro. Di sicuro ora però c'è un elemento catalizzante che mancava a tutto il mondo del wrestling forse dai tempi dell'evolution (anche questa però decisamente rivalutata a posteriori a mio avviso), e dunque seppur ad un prezzo elevato – perché la delusione BfG è un prezzo elevato – oggi le puntate di Impact sono cariche di un potenziale e di una aspettativa inimmaginabile fino a pochi mesi fa ed al momento superiore anche a quello che la concorrenza è in grado di garantire, perfino ora che dopo le Series ha decisamente sconvolto le sue storyline per fronteggiare una palese crisi di ascolti. E sarete d'accordo con me…ci voleva eccome

Ne riparleremo inevitabilmente tante e tante altre volte, a cominciare dalla prossima settimana, con il consueto appuntamento dei pronostici per il pay per view. Come al solito potete essere parte integrante della rubrica e partecipare con i vostri pronostici, da inviare a [email protected] entro venerdì 5 dicembre.

Giovanni Pantalone
Giovanni Pantalone
Super appassionato di wresting dagli inizi degli anni 90, al punto da vedersi, tra WWE e Impact, una trentina di Pay Per View e show televisivi dal vivo in giro per il mondo. Si occupa da sempre di tutta la parte tecnica del sito, compresa la App e la gestione del Forum, ma non disegna sporadici editoriali e comparsate nei podcast.
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