Impact Planet #49

Mentre qualche avventato staffer già lancia velate minacce dal basso della sua neopromossa Ferrara (che comunque per ora ci ha liberato da Caserta, ed è sempre un bene) noi preferiamo occuparci di eventi reali e non di sogni irrealizzabili (ci vediamo in trasferta! E niente incontri, solo scontri!), e dunque ci apprestiamo a parlare di Lockdown, con il consueto spazio dedicato ai voti ed al giudizio globale sul pay per view.


X Division Xscape match: 6,5
Incontro che onestamente non mi aspettavo all'inizio dello show, scelta probabilmente dettata dal fatto che, obiettivamente, affidare tutta la prima ora ad una undercard di livello basso avrebbe provocato solo sonnolenza, come ipotizzavo in sede di pronostici. Dunque il pay per view spara da subito una delle sue cartucce migliori, ed a mio avviso il colpo colpisce il bersaglio solo parzialmente. Noia non se ne è percepita, infatti, ed il giudizio non può non riconoscere una ampia sufficienza, ma la sensazione generale è che da questo incontro ci si aspettasse qualcosa in più, qualcosa che potesse contribuire a fare la differenza per tutto l'evento, e così non è stato

Queen of the cage: 5
Figlio di una stipulazione inconcludente, l'incontro non riesce ad offrire alcun spunto di interesse che non riguardi la sola vincitrice, che era davvero l'unica in grado di meritare una title shot fra le partecipanti. Tolta lei abbiamo visto tante tette e poco altro, smentendo in pieno il cartello “No Diva zone” o qualcosa di simile che ho intravisto nel pubblico.

BG James vs Kip James:5
Certo che è strano iniziare il commento ad un voto insufficiente con un “mi aspettavo di peggio”, eppure è così. L'incontro è obiettivamente lento, poco coinvolgente, figlio di una storyline che non ha interessato nessuno e che è stata in ogni caso costruita coi piedi, eppure mi aspettavo qualcosa di imbarazzante, invece devo ricredermi, per quanto ovviamente è possibile. Il finale – purtroppo – lascia che il feud andrà avanti, ma francamente non vedo grossi margini di miglioramento all'orizzonte.

Cuffed in the cage match: 6,5
L'incontro ha risentito esattamente del problema che avevo evidenziato in sede di pronostici, ovvero il numero eccessivo di atleti coinvolti. Talmente tanti che di fatto è stato impossibile garantire quella che spesso chiamiamo linea di conduzione del match, che con i minuti a disposizione per un match di midcard di fatto si è trasformato in una serie di spot sicuramente gradevoli ma poco legati fra loro. Mi aspettavo esattamente questo, a differenza del match di apertura, e dunque va bene così, ma nella testa continua a girarmi l'idea di cosa sarebbe stato ridurre il discorso a LAX vs MCMG “secco” e magari per il titolo.

Gail Kim & ODB vs Awesome Kong & Raisha Saeed: 6
Ok, la siriana ha dimostrato che sul ring non è esattamente l'ultima arrivata, ma come previsto il suo coinvolgimento, anzi più che altro aver proposto un match di coppia indipendentemente dalla partner della campionessa, ha influito tantissimo sull'incontro, che raggiunge una sufficienza stentata nemmeno lontanamente paragonabile allo standard cui la divisione femminile ci aveva abituato recentemente. Poche colpe hanno le atlete coinvolte, se non quella di aver usato solo marginalmente la gabbia, fattore che per altro si è rivelato comune un po' a tutto lo show.

Booker T & Sharmell vs Robert Roode & Miss Banks: 4,5
A parita di (scarsa) qualità sul ring il giudizio scende con il passare del tempo e la conseguente monotonia di un feud… ecco il famoso teorema di GP, presente in tutti i libri di analisi matematica, e che trova puntuale dimostrazione in questo match, figlio di una rivalità arrivata veramente al limite dell'interesse anche per i più affezionati. Il risultato onestamente credo sia sotto gli occhi di tutti, ovvero minuti letteralmente buttati.

Team Tomko vs Team Cage: 7,5
La versione made in Orlando dei War Games cui la WCW ci aveva abituato garantisce la stessa elevata qualità degli stessi, ma soffrendo allo stesso tempo dei medesimi difetti. Esattamente come ai tempi dei già citati war games, il problema principale sta nella fase iniziale, ovvero quella in cui gli atleti entrano uno alla volta, fino a completare le squadre; è una fase da un lato lunga, anche se qui fortunatamente i tempi fra un ingresso e l'altro sono stati accorciati, dall'altro necessariamente priva di spunti decisivi o elementi fortemente adrenalinici, da riservare giocoforza alla fase finale.
Ed il risultato è presto detto: l'incontro si spezza letteralmente in due fasi, una iniziale impalpabile, ed un finale ben più movimentato e coinvolgente. E, l'avrete capito, a Lockdown la regola si è confermata in pieno, perché di fatto l'incontro ha iniziato a dare veramente il meglio di sé solo dopo l'ingresso finale di Sting, quando però erano già passati troppo minuti; il livello raggiunto da quel punto è certo di eccellenza assoluta (particolarmente spettacolare la battaglia sopra la gabbia, dove ho quasi pensato ad un imminente super insane bump di Storm o Christian), ma di fatto ci è stato lasciato il tempo “solo” di una fase finale entusiasmante, ma troppo veloce ed un po' affrettata. Nessuno sarebbe così folle da non restare impressionato in ogni caso, intendiamoci, e non a caso il giudizio resta senza troppi problemi considerevolmente alto.

Samoa Joe vs Kurt Angle: 8
Questo incontro lo capiranno in pochi, ne sono convinto. Perché? Perché unisce due componenti quali lo shootfighting (seppur ovviamente work), che appartiene al mondo del wrestling solo parzialmente, ed una conduzione old school che non siamo assolutamente abituati a vedere da anni e anni. Oggi il wrestling si associa al concetto di sport-entertainment, rivendicando sì la dignità di essere chiamato sport, ma senza nascondere, anzi ostentando quella componente di entertainment fatta da gimmick, coreografie e quant'altro che lo rende anche uno show televisivo. Un paio di decenni fa, dunque prima della cosiddetta era gimmick, la componente entertainment e più in generale tutto quello che non facesse sembrare il wrestling uno sport in cui due lottatori se le davano veramente di santa ragione, era mascherata quanto più è possibile, e concetti come booking e predeterminazione erano celati da incontri magari meno spettacolari, ma molto più simili ad un vero combattimento.
C'è chi preferiva quei tempi e chi invece stravede per il wrestling attuale, ma non è questo il tema, perché i gusti sono gusti e non sarò certo io a mettere in discussione quelli altrui. So solo che questi due lottatori (a parte un brivido di terrore iniziale quando Kurt ha cacciato la moglie Karen, ma fortunatamente la cosa è finita lì ed eventualmente sarà ripresa dalle storyline solo a valle) hanno messo in piedi la versione moderna di grandi classici del passato, esattamente nel periodo in cui uno degli artefici di questi classici, ovvero Ric Flair, si è ahimè per noi ritirato dopo quasi 40 anni di carriera. Non voglio fare paragoni arditi anzi molto arditi, ma entro i limiti che il wrestling moderno impone in ogni caso posso tranquillamente dire che mi è sembrato di vedere la riedizione di Flair contro Steamboat, Flair contro Harley Race, Macho Man contro Steamboat.. grandi classici dove il nome certo aveva la sua importanza, ma più importante ancora era vedere due campioni che più che lottare e recitare sembravano lottare e basta. Oggi c'è il mondo delle mma dove si lotta e basta, dunque anche lo scenario è cambiato, e magari questo approccio è nato dall'idea di catalizzare l'attenzione verso i fan di quel mondo, che sta vivendo un periodo di boom cui sicuramente si guarda con attenzione. E' un approccio che può piacere o non piacere, e dunque sono convinto che questo incontro sarà valutato senza mezze misure fra una insufficienza e una eccellenza, ma per quanto mi riguarda sono e resterò convinto di aver assistito ad un piccolo capolavoro, perdipiù difficilmente ripetibile.

PPV: più che sufficiente/discreto
Vi prego, non focalizzate la vostra attenzione sul giudizio globale, che è quasi una mera media matematica, perché lo scarto fra il main event più il lethal lockdown ed il resto è troppo forte per consentire di dare una valutazione omogenea di tutto l'evento. Delle tre ore, infatti, almeno la metà sono tranquillamente evitabili o al più sufficienti, e solo con l'ingresso del team cage e del team tomko si è iniziato a fare sul serio. E per finire abbiamo avuto un Joe vs Angle senza mezze misure, che davvero sono convinto sarà apprezzatissimo, come nel mio caso, oppure stroncato senza pietà.
Passando a qualche fattore più oggettivo c'è da sottolineare come la particolarità intrinseca di Lockdown, ovvero disputare tutti i match all'interno della gabbia, di fatto non si è vista per gran parte degli incontri, dove la struttura è stata usata talmente poco. Non ha fatto eccezione ancora il main event, dove la struttura è servita quasi solo a ricordare un ring della UFC. Non è un male a prescindere, e la qualità del main event lo dimostra, ma certo in un periodo in cui la concorrenza decide di virare verso un target più infantile l'occasione poteva essere presa al volo per differenziare il proprio prodotto, ma ci saranno sicuramente altre occasioni ed altre modalità per farlo.
Come poter giudicare, in conclusione, un pay per view così particolare? Difficile, anzi quasi impossibile. Ecco perché il mio consiglio è quello sicuramente di considerare i voti ai singoli match più che il giudizio globale, ed ovviamente di guardarlo, o al più di guardare solo gli ultimi due incontri, perché almeno per come piace a me il wrestling difficilmente si potrà restare delusi.

Giovanni Pantalone
Giovanni Pantalone
Super appassionato di wresting dagli inizi degli anni 90, al punto da vedersi, tra WWE e Impact, una trentina di Pay Per View e show televisivi dal vivo in giro per il mondo. Si occupa da sempre di tutta la parte tecnica del sito, compresa la App e la gestione del Forum, ma non disegna sporadici editoriali e comparsate nei podcast.
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