Impact Planet #385

Impact Wrestling è, ad oggi, un prodotto televisivo superiore a Monday Night RAW!
Basta questa frase per porvi dinanzi a due scelte; abbandonare nell'immediato l'editoriale o proseguire e capirne i perché.
Come sempre, prima di entrare nel dettaglio, se avete dei consigli o delle critiche da muovermi, o se semplicemente volete scambiare qualche opinione, scrivetemi pure all'indirizzo aldofiadone@gmail.com; sarà mio piacere leggere ogni vostra parola.
Innanzitutto gli episodi settimanali di Impact hanno un filo logico, cosa che RAW, purtroppo, non ha (Per approfondire il discorso sulla gestione attuale WWE vi consiglio di recuperare gli ultimi due WWE Planet curati dal sottoscritto).
In seconda posizione, sempre ad Impact, vi è un lottato pregevole e, parlando di uno show di wrestling, fa sempre “comodo” vedere personaggi ben gestiti uniti ad un buon lottato.
In passato, sempre a Nashville, hanno sfiorato situazioni analoghe senza però portare un vero e proprio rilancio, basti pensare al 2016, uno dei migliori anni della compagnia dal punto di vista creativo, ma fu anche un anno con pochi – Ma buonissimi – match d'alta caratura.
Stilando un punto su questi primi sei mesi del 2018, ammetto con convinzione che Don Callis, Scott D'Amore e Sonjay Dutt, assieme alle finanze di Ed Nordholm, hanno svolto un lavoro ottimale che ha portato anche a svariati eventi sold out (Cosa che sarà anche Slammiversary XVI a breve).
I PPV One Night Only oggi hanno un senso perché coinvolgono in modo diretto le indies e quindi vi è la possibilità di visionare più volte dei match raramente ripetibili durante gli show settimanali o negli stessi PPV (Vedi per esempio Jimmy Jacobs vs Pentagon Jr. di “Zero Fear”, il primo che mi viene in mente).
Analizzando nel dettaglio il prodotto Impact abbiamo:
Una X-Division tornata seriamente ad alti livelli, basti pensare che solo Taiji Ishimori e Dezmond Xavier sono forse stati quelli che ne hanno prodotto i match migliori.
Vi è poi un campione che è in forma smagliante sia atleticamente che nel personaggio (Matt Sydal), cosa che ha spiazzato tutti e riportato credibilità ed occhi degli alti piani sul suo nome.
Vi è inoltre l'ingresso nella categoria di Brian Cage, cosa che ricorda il lavoro svolto con Samoa Joe negli anni d'oro quindi, se ovviamente non vi saranno job clamorosi o addirittura squash – Non credo considerando come hanno voluto proteggere gli stessi Xavier e Sydal – risulterà un ottima iniziativa per tutti.
La Tag Team Division pecca sempre del grande nome pronto a caricarsi la categoria sulle spalle, ma l'attuale lavoro fatto da Z&E unito alla storyline che coinvolge gli LAX mi intriga e vi sarà sicuramente la possibilità di unire l'utile al dilettevole anche con nuovi innesti in futuro.
Ricordiamoci sempre che gli oVe non staranno sempre a prendere la polvere e quasi sicuramente torneranno agli alti livelli cui sono stati fino alle primo settimane dell'anno corrente.
Nella Knockouts Division stanno mischiando bene le carte, da un lato vi è la storia principale e cioè quella tra Su Yung, Allie e Rosemary, d'altro canto abbiamo Taya Valkyrie, Tessa Blanchard, Kiera Hogan Madison Rayne pronte a contendersi la possibilità di arrivare alla cintura più importante della categoria femminile.
I nomi citati sono davvero tanta roba, basti pensare che sia Taya che Tessa sono tra le migliori al mondo.
Il midcarding ha Eli Drake – Fresco rinnovo di un mese che però continua a “puzzarmi” di WWE -, Johnny Impact che tornerà proprio a Slammiversary XVI, Sami Callihan, un Eddie Edwards pazzo estremo quasi quanto Raven, Tommy Dreamer, Kongo Kong, Jimmy Jacobs, El Hijo del Fantasma, Pentagon Jr. e Fenix.
Peccato per la sconfitta di Pentagon che ora lo vede collocato proprio nel midcarding senza avere neanche una rivincita contro Austin Aries, certo è che la sua rivalità con Callihan promette tanta roba e forse anzi MAGARI, vedremo lo stesso Sami coinvolto nel main event.
Il lavoro di “The Craw” è stato perfetto fino ad oggi, il suo feud con Eddie Edwards è probabilmente il migliore dell'anno e non solo ad Impact, vediamo se davvero la compagnia sceglierà di collocarlo nel main event in futuro e, perché no, renderlo il proprio campione.
La situazione di Kongo Kong e Jimmy Jacobs è intrigante, ancor di più il Mr. X che sta attaccando l'intero backstage da diverse settimane, a cosa porterà tutto questo? C'è davvero tanta carne alla brace!
Arriviamo quindi al main event che ora avrà Austin Aries vs Moose nel principale match di Slammiversary.
Un match che non mi dice molto pur essendo un first time ever.
Subito dopo il suo esordio e quindi il feud con Mike Bennett che portò al match di Bound For Glory 2016, l'ex ROH è stato sballottato qua e la e molte volte senza un vero perché. Basti pensare ai feud con Drew Galloway (McIntyre in WWE ndr) o Cody Rhodes, strozzati a causa degli addii di quest'ultimi.
Si poteva fare di meglio nei segmenti contro l'American Top Team dato che innalzarono l'importanza della stable e di Lashley lasciando solo un pugno di mosche nelle mani dello stesso Moose. Lo stesso si può dire nel recente coinvolgimento di Redemption che non ha portato nulla nelle tasche di “Mr. Impact Wrestling”.
Sconfiggendo Eli Drake, Moose ha conquistato di diritto questa opportunità che, da un lato è anche meritata considerando i suoi sacrifici e miglioramenti sul ring.
È anche vero però che il regno di Aries deve continuare e fermarsi solo quando verrà costruito un top face superiore allo stesso Moose (Che non è apprezzato proprio da tutti) ed il pensiero del sottoscritto va dritto verso quel Johnny Impact che ancora oggi reclama vendetta.
Ma cosa manca adesso ad Impact?
Una sola cosa, un grande nome, uno di quei nomi che sposti completamente l'attenzione sulla federazione di Toronto, un operazione simile a quella fatta con Christain Cage nel 2005 o Sting e Kurt Angle nel 2006.
Serve un big, ma ve ne sono pochissimi a disposizione, l'unico raggiungibile sarebbe Chris Jericho se non fosse per la sua fedeltà a Vince McMahon.
Un suo eventuale approdo ad Impact potrebbe porgli dinanzi un muro troppo alto per un ingresso in tempi brevi nella Hall of Fame o peggio, per un match di ritiro dignitoso, magari a WrestleMania.
Jericho ha dichiarato di essere fedele a Vince ed è per questo che ha scelto di lottare in NJPW, ma solo negli eventi orientali e non quindi nelle tappe americane.
È anche vero che, ad oggi, Impact è una federazione di wrestling canadese quindi, Why Not?
Sono certo che lui e Don Callis hanno fatto più di una chiacchierata e magari Y2J ha più volte dato consigli, aiutato e quindi supportato la compagnia. Un suo debutto ad Impact indicherebbe la volontà di tornare grande ricominciando a fare la storia!
Anche per questa edizione dell'Impact Planet è tutto, l'appuntamento è tra due settimane sempre qui per parlarvi della federazione di Toronto.
Qualora vogliate restare sintonizzati con il sottoscritto vi segnalo il WWE Planet della prossima settimana dove vi parlerò di quanto visto a Money In The Bank 2018.
Ringrazio infine voi lettori, come sempre linfa vitale del nostro sito.
Have A Nice Day 🙂