Impact Planet #244

Pensando alla TNA ci sono cose che non possiamo non citare, ci sono alcuni personaggi che non possiamo non ricordare, e luoghi che non possiamo non essere immaginati. Parlando di luoghi vengono in mente subito Nashville ed Orlando, parlando di cose si pensa alla X-Division ed all'Ultimate X (tra le tante..) e parlando di persone non si possono omettere Sting, Jeff Jarrett ed AJ Styles. Ma c'è un altro uomo, un wrestler, che altrettanto ha dato a questa organizzazione in termini di storia, eventi e soprattutto match.
E nella sera in cui la TNA si ricorda che “questa cosa degli Aces & Eights è iniziata con me” (frase uscita dalla bocca del rientrante Sting in apertura di puntata), nella sera in cui la TNA si ricorda di avere un evento da costruire a tre settimane di distanza (e parliamo di un certo Bound For Glory, mica pizza e fichi), in quella stessa sera la TNA riscopre la bontà di avere un titolo secondario in un roster così ampio, e forse si ricorda di come poterlo utilizzare intelligentemente. E si ricorda quindi di avere un wrestler stellare che può valorizzare dandogli la possibilità di fare ciò che meglio sa fare: lottare. Il wrestler in questione si chiama, ovviamente, Samoa Joe.
Ma partiamo dal concetto che il titolo TV, già Global e Legend Championship, di fondo non è una brutta idea: è una cintura secondaria, paragonabile allo US Title in WWE, e se ben sfruttata da possibilità a lottatori che stazionano un pò sotto al main eventing di lottare per uno scopo, di battersi per qualcosa di più che semplici sfide lanciate al vento (leggasi Open Fight Night). Ma dalla sua nascita abbiamo assistito a poche, pochissime, occasioni nelle quali la potenzialità del TV Title sia stata utilizzata in maniera ottimale. Ricordiamo la più volte citata faida tra AJ Styles e Doug Williams, forse l'ultima occasione in cui l'inglese abbia occupato stabilmente un posto nelle storyline della federazione e sicuramente il miglio feud riguardante questa cintura. Citiamo, nelle cose da non dimenticare, anche il periodo di gestione della cintura da parte di Booker T, quando portò ad Impact l'allora Legend Title, e l'ultimo regno di Devon, il quale ha avuto almeno il pregio, rispetto ad alcuni dei precedenti detentori, di mostrare buone cose nel poco tempo concessogli al microfono e sul ring.
Ma dopo che le contrattazioni tra la TNA e Devon stesso si sono concluse con esito negativo, e dopo che il titolo non veniva difeso in televisione da tempo (nonostante le buone intenzioni di Hogan), era necessaria una svolta, un'alternativa seria e decisa alla cancellazione definitiva della cintura. E la svolta c'è stata proprio giovedì, quando Samoa Joe ha sconfitto Mr Anderson in un bel match laureandosi così campione TV e concludendo il suo Grande Slam. Ora Joe è, insieme ad AJ Styles ed Abyss, nell'Olimpo della TNA a livello di titoli, ma sarebbe giusto ci tornasse anche a livello di personaggio.
Negli ultimi anni abbiamo assistito, infatti, a troppi, troppi stop per una figura che invece al business ha dato molto e molto ancora può dare. La Samoan Submission Machine, quella macchina inarrestabile di prese di sottomissione, agile come un high flyer ma con la stazza di un peso massimo che ci ha incantati con alcuni dei match X-Division più belli di sempre (e non solo..), ha subito ultimamente un trattamento che definire inaccettabile è un eufemismo.
Le BFG Series del 2011 sono state per lui un'umiliazione bella e buona: una losing streak che quasi ereticamente stonava così tanto con la sua ben più famosa winning streak, finita poi nel nulla più assoluto, nella più totale inutilità creativa. A quel periodo è seguito un regno decisamente migliore come campione di coppia insieme a Magnus, team che però ha incontrato ben pochi avversari seri e credibili, e che tirate le somme ha dato molto meno di quanto avrebbe invece potuto dare con una categoria tag team più strutturata e più simile a quella di qualche anno fa. In seguito ci sono state le BFG Series 2012, che chiamerei il periodo delle false speranze. Un ottimo torneo, proseguito a suon di vittorie e cavalcato fino alla fine insieme a James Storm come stra favorito per la vittoria finale. Ma con Storm ha avuto in comune non solo la bellezza del torneo, ma anche il finale indegno. O meglio, la finale mai raggiunta, ennesimo rimpianto ed ennesimo sogno svanito, quello di una rivalità e di un match a cinque stelle con Austin Aries a Bound For Glory.
In uno scenario del genere la sua vittoria nella riassegnazione del TV Title di giovedì può sembrare un contentino, ed in effetti potrebbe realmente esserlo. Joe è frustrato per i continui allontanamenti dal main event, per le continue esclusioni dai match che contano? Ecco servita la cintura “inutile” per tirare avanti un rapporto che in passato aveva avuto, stando ai rumors, alcuni momenti di difficoltà . Ma non tutti i mali vengono per nuocere, e pensare ad un Joe che risolleva le sorti del TV Championship a suon di ottimi match e magari ottime rivalità non è poi così male. Le potenzialità ci sono, gli uomini da sfruttare pure (iniziando da Mr Anderson e proseguendo per almeno mezzo roster): ora sta solo alla TNA non buttare al vento questa grande occasione che si è creata quasi per caso.
Per inciso, lo sguardo di Garett Bischoff che se ne va deluso per la decisione di Hogan di escluderlo dalla lotta per il TV Title lo inserisce quasi sicuramente nella crew degli Aces & Eights. Ed ora la sensazione che anche un altro personaggio con lo stesso cognome possa centrare qualcosa con tutto ciò cresce, specie dopo aver visto quelle orecchie di spalle dietro a quel cappellino nero…
..buona TNA a tutti!