Impact Planet #227

Il Gut Check di questa settimana ha rispecchiato le pecche e le carenze che, purtroppo, il mini format aveva già messo in luce nella sua prima edizione. Il wrestler che questa settimana è stato messo alla prova è Joey Ryan, e c'è da dire che da un lato ha trovato un rivale che lo ha potuto mettere in condizioni migliori per disputare un buon match, ovvero il campione X-Division Austin Aries. Il match, infatti, è stato decisamente migliore di quello che ha disputato il primo talento sottoposto alla Gut Check, e molto del merito va dato ad AA, worker di altro livello rispetto a Robbie E. Il lavoro di Ryan come heel è anche stato facilitato da quanto lo stesso Aries sia over nella Impact Zone, e da quanto poco ci voglia quindi ad essere un buon heel contro di lui (due spintoni bastano e avanzano). Resto perplesso per la modalità di decisione, che ci “costringe” ad aspettare la settimana prossima per sapere se Ryan avrà o meno la sua possibilità ad Impact. Da notare comunque che, ad un mese di distanza dalla prima OFN, di Alex Silva non ci sia ancora traccia.


Dobbiamo comunque ammettere che la seconda edizione della Open Fight Night è stata migliore della prima, e che il concetto che domina la serata, nonostante sia ancora un work in progress, stia presentando i primi miglioramenti.

A mio avviso il problema più grosso che sta sotto questo concept è che c'è un enorme divario tra la volontà reale della TNA e la sua applicazione pratica, tra il sogno e la realtà. Credo infatti che l'intenzione della TNA per la Open Fight Night sia quella di creare un evento non a pagamento che abbia, più o meno, la stessa qualità di un pay per view, con match titolati di alto, altissimo livello, ma senza la necessità di dover anticipare chi siano gli interpreti dei match stessi per accaparrarsi più acquisti. La differenza reale la dovrebbe fare quindi la componente imprevedibilità, quella sensazione che dovrebbe quasi costringere lo spettatore a stare incollati alla TV per guardare come finiscano le varie situazioni.

Ma analizzando bene ciò che vediamo ad Impact Wrestling, non possiamo negare che il risultato sia ben diverso da quello sperato in partenza. L'alto livello dei match non manca di certo, e questa è una piacevole costante della TNA fin dai tempi d'oro: anche questa settimana abbiamo avuto almeno tre ottimi match, con un main event che varrebbe decisamente un posto d'onore in pay per view. La sensazione però è stata quella del già visto e rivisto, e la stucchevole e lunga scelta del rivale di Roode che Hogan ha portato avanti per tutta la puntata (ripetendo in questo l'errore compiuto un mese fa) non ha per nulla aumentato l'attesa per il match stesso. Il problema principale, e lo vado dicendo da settimane, forse mesi, è la mancanza di storyline vere e proprie che stiano dietro al main event. Dopo la lunga e trascinata (ma ben riuscita) vicissitudine con Storm, Bobby ha affrontato solo rivali che gli venivano messi davanti di volta in volta, ma che non erano accompagnati da una storyline ben costruita. Ultimo è stato AJ Styles, impegnato in tutt'altra vicenda con Kazarian e Daniels e quindi con possibilità di vittoria del titolo mondiale pari a zero. Ed anche se dobbiamo ammettere che i due sono stati in grado di costruire un ottimo match e di raccontare una storia sul ring in modo magistrale, il vero problema della sfida era proprio che AJ non aveva in partenza alcuna possibilità di essere il vincitore, ed infatti ha concesso un pulitissimo job al campione del mondo. Mi resta comunque l'amaro in bocca, perché sono più che convinto che questi wrestler, con le capacità che hanno nel ring ed al microfono, potrebbero mettere in piedi il feud dell'anno, se solo qualcuno lo volesse.

Ed invece a termine della serata, durante le meritate celebrazioni di Bobby Roode per il raggiunto obiettivo di essere il campione dal regno più longevo in TNA, ci viene proposto il ritorno a “sorpresa” di Sting. A quanto pare in vista di Slammyversary, la strada più veloce per costruire (o non costruire, dipende dai punti di vista) un feud è quella di affidarsi all'usato garantito, e Sting, parcheggiato per qualche settimana nel garage di Orlando, è di sicuro la scelta più semplice. Ma anche qui non so se essere felice o deluso, e mi spiego meglio. Da un lato sono felice di rivedere lo Stinger in azione, e quale appassionato di pro-wretsling non lo sarebbe. Dall'altra sono preoccupato perché le ultime uscite che abbiamo potuto commentare dello scorpione non sono state poi così brillanti, compresa l'ultima apparizione in Pay Per View contro lo stesso Roode. Già settimana prossima avremo un primo riscontro nel Lumberjack Match che vedrà i due affrontarsi, anche se la stipulazione è da sempre garanzia di confusione e interventi esterni più che di qualità in ring. Ma ciò che c'è di più grave è che settimana prossima mancheranno solo due settimane alla decima edizione di Slammyversary, e qui viene a galla la mia seconda perplessità. Per un evento così importante e anche così pompato dalla TNA stessa, non sarebbe stato utile costruire prima e meglio il main event ed il pay per view intero?

..buona TNA a tutti!

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