Impact Planet #223

Impact Planet

Dopo aver visto la puntata di Impact Wrestling di questa settimana, la prima dell'era delle Open Fight Night, nella quale i cambiamenti tanto proclamati da Hulk Hogan hanno finalmente preso forma, mi viene da chiedermi quanto già mi ero chiesto una settimana fa: la TNA aveva bisogno davvero di questi fatidici cambiamenti?


Hulk aveva dichiarato che Impact Wrestling sarebbe cambiato profondamente con le novità da lui introdotte, ma la sensazione dopo aver visto la prima OFN è di sicuro più di delusione che di grande innovazione. Una puntata di Impact Wrestling che definire nella norma è davvero un gran complimento, e tutto si può dire al di fuori che la TNA sia migliorata o cambiata. Ma ancora una volta a deludere non sono tanto le idee ma la loro applicazione pratica, la loro messa in scena.

Partiamo ad esempio dal Gut Check, ovvero la possibilità data ad un talento delle indies di mettersi in mostra durante lo show della federazione, guadagnandosi così l'opportunità di firmare un contratto con la TNA. L'idea in sé è davvero buona: sappiamo tutti che la TNA, così come la WWE, periodicamente testa nuove leve per continuare a cercare talenti freschi da far crescere e, prima o poi, debuttare. Ciò che si sarebbe dovuto fare era mostrare in TV questa cosa che già avviene abitualmente rendendola più appetibile, magari proponendo un mini Talent Show mensile, dove una giuria di alcuni veterani e dirigenti (Hogan, Al Snow..) valutino dei wrestler semi sconosciuti (soprattutto alle masse) per portarli in federazione. Ma è questo ciò che è successo questa settimana? Non direi proprio. Il buon Alex Garcia, wrestler della OVW, tutto è tranne che lontanamente pronto a debuttare in una major, ma questo ci sta. Il rivale per lui prescelto è stato Robbie E: giusta la scelta di mandare il rookie contro un mid-carder (non si potrà mica debuttare contro il campione del mondo…) ma meno azzeccata la scelta del mid-carder a cui affidarsi. Robbie E infatti è forse il peggior worker dell'intera federazione, se togliamo Anarquia ed alcune delle Knockouts, ed è completamente inadatto a portare il match su buoni livelli, figuriamoci se gli si chiede di far emergere la qualità di un suo rivale. Risultato: il rookie è stato completamente bruciato ed il Gut Check non è stato per nulla enfatizzato, anzi è passato nella serata come un momento qualsiasi, ricordando più un incontro dei vecchi WWE Superstars (quelli in cui i grandi lottatori sfidavano degli sparring partner locali) che un Talent Show con una giuria ed una vera posta in palio.

Ma torniamo al concetto originale di Open Fight Night: una notte imprevedibile nella quale chiunque può sfidare chiunque, ed ogni campione deve essere pronto a combattere se chiamato in causa, e difendere il proprio titolo. Cosa abbiamo visto di tutto ciò? Devon ha difeso il suo titolo contro l'ex amico Bully Ray, e fino a qui nulla da dire. Se escludiamo il fatto che l'esito del match era fin troppo scontato, con il campione molto lanciato nel suo ruolo di fighting champion e l'ex Bubba troppo utile per altre storyline, il match è stato gradevole e perfetto per aprire la serata. L'altro match titolato è stato tutto tranne che una sorpresa. I campioni di coppia Joe e Magnus hanno difeso le cinture contro la non-coppia formata da Mr Anderson e Jeff Hardy in un match prevedibile e poco divertente, soprattutto per il prolungarsi della decisione di Hogan che di fatto ha occupato tutta la puntata di Impact. Questa cosa ha messo in luce una volta di più le manie di grandezza dell'Hulkster, volenteroso di occupare il centro delle scene anche quando farebbe meglio a farsi un po' da parte. Il match da lui sancito ha poi rivelato lo scopo per il quale è andato in scena: accendere un'eventuale rivalità tra Anderson ed Hardy e rimandare un po' l'inizio del feud che probabilmente vedrà Kaz e Daniels sfidare i campioni di coppia. Ma non il match col botto che Hulk ci aveva promesso in precedenza.

Le altre due sfide della sera, invece, non sono state nulla di più che due angle che avremmo visto in qualsiasi altra puntata di Impact. In primis Brooke Tessmacher sfida e batte Gail Kim: peccato che l'incontro non fosse valido per il titolo e che l'esito del match fosse anche qui più che scontato. Molto difficile infatti che la componente delle T&T vinca in un match titolato, e ancora più difficile che l'attuale campionessa perda con una rivale di così basso livello (sia nel roster che in generale). Poi abbiamo assistito ad una patetica sfida tra Jeremy Borash ed Erich Bischoff, che tutto è stato tranne che un incontro di wrestling memorabile ed appassionante.

Se dovessimo quindi prevedere il futuro di questa iniziativa targata Hulk Hogan valutando la prima uscita direi che le impressioni sono molto negative. Serviva forse aprire con il botto, magari con un match valido per il titolo mondiale: che ci voleva a far uscire un face dal locker room e sfidare Bobby Roode a sorpresa? Ci sarebbero almeno quattro o cinque opzioni che ci avrebbero regalato match emozionanti, anche se la vittoria fosse andata comunque al campione in carica (e ricordo che di queste cose ad Impact ne abbiamo viste a iosa, soprattutto nei momenti meno opportuni). La scelta è stata di agire col basso profilo, non dando quindi alla OFN quel taglio che i più si aspettavano e che i proclami promettevano.

La ciliegina sulla torta (stavolta in senso negativo) è stata la chiusura dell'episodio: un angle degno della WCW, quella peggiore, che determina il momentaneo addio di Bischoff alle scene televisive, anche se c'è da scommettere che l'esilio di Easy E sarà tutt'altro che definitivo. Un cambiamento di cui la TNA avrebbe bisogno ma che forse non avverrà mai..

.. buona TNA a tutti!

Scritto da Luca Soligo
Parliamo di: ,