Impact Planet #203

Con Final Resolution si è concluso anche questo 2011 di pay per view in casa TNA. Un anno molto particolare, lastricato di difficoltà , passi falsi e mezzi miglioramenti, che lascerà sicuramente un segno nella storia della federazione di Orlando. Ci si può ritenere pienamente soddisfatti degli show a pagamento del 2011?
Se parlando di un anno di pay per view TNA dovessi tirare fuori un aggettivo che ne descrive la sensazione che mi hanno lasciato, questo sarebbe sicuramente incompleto. Ed è sicuramente una sensazione che può essere interpretata con due letture, le classiche “bicchiere mezzo pieno” e “bicchiere mezzo vuoto”.
Se parliamo di wrestling lottato, allora il bicchiere è sicuramente mezzo pieno. La TNA ci lascia in eredità show quasi sempre belli, con match godibili e senza dubbio di buona fattura. D'altronde gli worker non mancano di sicuro ad Orlando, e spesso anche volendo impegnarsi, proprio non è possibile disputare un brutto match, nonostante la TNA a volte ce la metta tutta anche quando i wrestler sono in serata positiva. Ed anche questo Final Resolution, che chiude l'annata degli show a pagamento, non è da meno. Match tutti apprezzabili, dal main event fino al tanto bistrattato titolo Television, con azione intensa e coinvolgente quanto basta per metter su un PPV solido e sensato. Sicuramente uno dei meglio riusciti dell'annata, per quanto riguarda il wrestling lottato, anche se non stiamo parlando certo di uno show indimenticabile.
Il bicchiere rimane mezzo pieno se consideriamo il miglioramento che la TNA ha dimostrato di voler apportare al proprio prodotto durante l'annata. Dal dopo Victory Road, la federazione ha cercato infatti di ponderare le proprie scelte e, dopo un bel po' di girovagare senza meta, sta attuando una politica di razionalizzazione molto apprezzabile. E' chiaro, dai risultati di Final Resolution, che la strada imboccata parla di una ricostruzione della TNA, e lo si vede da molte piccole cose. Lo si vede nella fiducia che si da ad uno come Austin Aries, che da solo si è portato sulle spalle la X-Division (accompagnato sta volta, c'è da dirlo, da un grande Kid Kash) fino a farla tornare ad essere una categoria di vero interesse. Lo si vede da come stanno, finalmente, costruendo in modo deciso il personaggio di Bobby Roode: il suo turn e la sua ascesa a top heel e volto attuale della federazione è da ritenersi una delle scelte più azzeccate e lungimiranti dell'intera annata. Lo si vede da come gli “original” siano sempre coinvolti nei feud principali, per quanto possibile, e di come il coinvolgimento di questi stia portando ad un risollevamento della qualità del prodotto e anche della soddisfazione dei fans.
Ma purtroppo ci sono delle note negative anche in un momento che possiamo definire tendente al positivo, ed è proprio qui che vedo il bicchiere mezzo vuoto. Una di queste è che la TNA purtroppo sembra avere una passione irrefrenabile per i finali sporchi e controversi nei match in PPV, dai match del mid carding ai main event stessi. A mio modo di vedere questa non è affatto una cosa positiva, soprattutto quando il meccanismo in questione viene utilizzato al limite dell'abuso e negli show a pagamento, preferiti per questo tipo di scelta dalla TNA che “protegge” di più le puntate di Impact Wrestling su Spike Tv, posticipando spesso i finali delle storylines al giovedì sera.
E parlando di un abuso di questo meccanismo, mi riferisco in particolare al match che ha chiuso Final Resolution, ovvero il 30 minutes Iron Man match tra Roode e Styles. Ora: capisco che Roode è il leader della selfish generation, capisco che nemmeno i suoi cari lo riconoscono più da quanto è cambiato (come testimoniano i video visti ad Impact e nel PPV), ma ci sono modi e modi di dimostrare questa nuova attitudine dell'ex Beer Money, e farlo letteralmente scappare nei secondi conclusivi del match contro AJ non è il modo migliore. Visto e considerato che già a Turning Point (così come nel match di conquista del titolo a Impact Wrestling) Roode aveva vinto sporco, dare a lui una vittoria semi-pulita poteva essere un'idea migliore. E lo spazio per farlo, giocando magari sull'infortunio al ginocchio di AJ, c'era eccome. Chiudere così il match, con una sostanziale fuga, non aggiunge nulla al personaggio di Roode ma sminuisce il valore dell'Iron Match, che fino a quel momento era stato ben costruito ed abbondantemente sufficiente.
E l'errore si è verificato più volte nel corso dell'annata, specialmente quando erano gli heel a dover trionfare. Come a testimoniare che la TNA non sia in grado di costruire un cattivo se non attraverso finali sporchi e dagli svolgimenti perlomeno discutibili, che in qualche modo non smontino anzi “salvino” la faccia al face di turno che si contrappone. Ma a volte è proprio questo non saper prendere una posizione netta che porta a dei risultati incompleti: delle vie di mezzo che lasciano sempre aperte tutte le possibilità ma che creano anche molte incertezze, dalle quali poi è difficile scappare…
..buona TNA a tutti!