Impact Planet #199

Seguire Turning Point in diretta domenica notte è stato in qualche modo emozionante. E non parlo del solito piacere di stare davanti al pc nella notte fonda per la passione di vedere qualcosa che ami, perché senza questo piacere primario nessuno di noi farebbe mai una cosa del genere. Parlo della sensazione che si sia arrivati alle porte di un cambiamento, forse una ridefinizione del prodotto made in Orlando.
Non credo che Turning Point sia stato un capolavoro di pay per view, anzi lo valuto con una sufficienza piena, ma nulla di più. E non è nemmeno stato il miglior show dell'anno per quanto riguarda la TNA, perchè superato abbondantemente a mio parere da altri quali Lockdown o Slammyversary. E non verrà neppure ricordato come un ppv pieno di sorprese, risultati eclatanti o emozioni infinite. Ma a mio modo di vedere e sentire la TNA, Turning Point potrebbe essere la testimonianza che qualcosa ad Orlando è cambiato e che la volontà di ricostruire c'è davvero. E ci sono diversi indizi che mi portano a pensarla così.
Partiamo innanzitutto con la conferma di quanto di buono detto sulle prestazioni di Bobby Roode da heel: l'ex campione di coppia, infatti, si sta confermando un ottimo interprete anche da singolo, forse addirittura più convincente che mai nel ruolo del cattivo. Dare a lui la cintura è stata un'ottima scelta, lasciargliela è una decisione ancora migliore, ed il suo regno da campione prende ora una piega decisamente interessante. Il match con AJ Styles meritava forse solo un po' più di minutaggio, ma è la conferma che lasciare spazio agli Originals e metterli nei main event è una quasi garanzia di buona riuscita. Ora con un po' più di costruzione e di tempo a disposizione, AJ e Bobby potranno tirar fuori un signor feud, che porti la TNA da qui a fine anno e che dia la possibilità a noi di vedere match a cinque stelle. E lo stesso vale per tutto ciò che gira intorno a loro, ovvero i Fortune ed il loro destino in TNA: far interagire gli ex compagni di stable intorno a questo feud sarà un elemento di interesse ancora maggiore per far quadrare il tutto e renderlo davvero emozionante.
E ciò che di buono c'è nel main event è stato preceduto da un'ottima gestione di alcune parti del mid carding, come ad esempio la X Division. La prestazione offerta da Austin Aries, Kid Kash e Sorensen non solo è stata buona a livello lottato, ma conferma che con poche e semplici cose si può risanare anche in tempo breve un'intera categoria. Categoria che ora si ritrova un campione decisamente solido ed un contorno di buoni atleti che si compensano tra loro, costituendo un buon mix tra nuove leve (come Sorensen) e veterani garantiti (Kash su tutti).
In netta risalita anche le quotazioni delle Knockouts: non sarebbe giusto dire che con il solo ingresso di Gail Kim si siano risolti tutti i problemi, ma perlomeno si è compiuto un gran bel passo avanti. Personalmente non avrei dato subito la cintura alla reduce dalla WWE, ma ne giustifico la scelta se poi verrà accompagnata da una gestione oculata e a lungo termine delle storylines che ne scaturiranno.
E che dire del titolo TV? Certo nessuno di noi si aspettava che la cintura venisse trattata di punto in bianco come un alloro di primo livello (perché non lo è), ma perlomeno l'azione è ritornata sul ring e non relegata negli episodi comici extra wrestling. Robbie E ne trova la sua collocazione ideale, e così potrebbero fare anche altri atleti che la TNA lascia per ora nel dimenticatoio. Nel dimenticatoio non ci resta invece RVD, il quale dopo la serie di match con Jerry Lynn tira fuori un'altra egregia prestazione contro Christopher Daniels: avrei di gran lunga preferito una vittoria per il Fallen Angel (a mio modo di vedere molto più utile e convincente da heel che da face), ma mi accontento di constatare che Van Dam sta dando continuità ad un periodo di buona applicazione ed impegno sul ring, sia in PPV che ad Impact Wrestling. Questo non ridarà a lui lo status di main eventer fisso, ne probabilmente un'ulteriore chance al titolo mondiale (mai dire mai), ma avere un RVD così fa un'enorme differenza rispetto ad avere un avulso ed insipido personaggio come quello al quale ci eravamo abituati poco tempo fa.
Parlando di mid-carding, anche lo scontro tra titani andato in scena tra Matt Morgan e Crimson non ci lascia delusi: la TNA ha azzeccato la scelta dando fiducia ai due big men, i quali sono stati in grado, finale del match a parte, di tirare fuori una contesa buona, vissuta sui classici canoni della sfida tra omoni. Crimson mantiene la sua imbattibilità, anche se per ora non si capisce fino a dove lo vogliano portare, ma Morgan ne esce forse anche meglio. Il Blueprint è over con il pubblico, e lo è da svariato tempo: io fossi ad Orlando non accantonerei l'idea di riproporlo nei piani alti per un push più convincente rispetto a quello ottenuto un anno fa.
Ed a proposito di gente che si ripropone, Turning Point ha accolto anche il ritorno in PPV di Jeff Hardy dopo il lungo ed ennesimo periodo di riflessione (chiamiamolo così) osservato nel post Victory Road. Mi ripeto quando affermo che la TNA punta su quest'uomo più di quanto dovrebbe e forse di quanto questi si meriti. Ma il fatto che ci credano ancora è sostenuto dall'evidenza che proprio il più giovane degli Hardy sia un personaggio la cui popolarità è costante, se non in crescita, quasi quanto la sua controversia. Ed un suo nuovo push non è poi così lontano, tenendo conto anche di quanto abbiano puntato su di lui in TNA in passato. Lo dimostra il fatto che gli si sia proposto un agnello sacrificale del calibro di Jeff Jarrett, schienato per tre volte nel corso del ppv, in una collocazione della card prestigiosa come il pre-main event.
Insomma, divisione Tag Team a parte (i Mexican America hanno molti più santi in paradiso che carisma) la TNA dimostra di volersi risollevare, e lo fa con un ppv solido, dalle scelte oculate, sensate e quasi tutte proiettate verso una gestione futuribile delle storylines. Dando continuità a questa nuova gestione si potrebbe intravedere una luce più confortante nella nebbia: forse è il caso di festeggiare il numero 200 di questo editoriale con un rinnovato e benaugurante ottimismo!
..buona TNA a tutti!