Impact Planet #132

Impact Planet

Ladies and gentlemen, bentrovati con un nuovo appuntamento con il TNA Planet. Che si dice questa settimana? Siete già in vacanza? State già tornando? State pensando a comprarvi un biglietto per gli house show della TNA in Regno Unito (e forse anche in Francia)? Siete ancora a bocca aperta dopo l'Hesitation Dropkick di Chris Sabin nella rampa? O state ancora piangendo per l'emozione provocata dal promo di Tommy Dreamer (o state ancora piangendo per Kane)?


Qualunque cosa voi stiate facendo, questo il vostro nuovo Planet, ed io vi auguro una buona lettura.

Nobody ever truly retires from pro wrestling
The last stand

Questa frase è stata pronunciata qualche mese fa da Jerry Lynn. E' stato uno dei pionieri della X Division, ed nome famoso nella vecchia ECW. Adesso combatte in Ring of Honor, ed è stato proprio in ROH a pronunciare questa frase, poco tempo dopo aver perso il titolo assoluto della federazione. Questa frase, che semplicemente sembra una frase ad effetto per colpire i fans, rappresenta ben più di quel che si può immaginare.

Quello che differenzia tantissimi lavori del mondo moderno dal wrestling, è sicuramente la passione. Un wrestler non metterebbe piede in un ring se non avesse la passione di voler mettere in piedi uno spettacolo fatto di forza bruta, di tecnica e agilità, la sfida tra due colossi dalla quale bisogna decretare un vincitore. Non lo farebbe se non ci fosse un pubblico, piccolo o grande che sia, ad incitarlo (o insultarlo) dall'inizio alla fine.

E la passione è uno di quei sentimenti che difficilmente se ne vanno. Che spesso non spariscono mai, ti rimangono dentro e ti accompagnano fino alla fine.

Per questo moltissimi uomini che han tanto sudato e sanguinato per il wrestling, difficilmente appendono “gli stivali al chiodo”. Moltissimi di loro continuano a dichiararsi pronti sul ring, in un impeto egoista e romantico allo stesso tempo. E gli ex-ECW non sono da meno.

La ECW, volenti o nolenti, ha cambiato il nostro modo di vedere il pro-wrestling. Senza se e senza ma, la federazione che fu condotta da Paul Heyman ha rivoluzionato il prodotto in nord-america per il suo stile sicuramente senza censure o controlli. Non parlo solamente di violenza mera sul ring, ma anche dell'interazione con il pubblico, storylines e tipologie di incontri che non hanno mai avuto (e tutt'ora non hanno) sufficiente spazio nel panorama statunitense.

Nonostante siano passati quasi 10 anni, i protagonisti della ECW sono ancora protagonisti nel pro-wrestling in generale. L'attuale campione TNA è Rob Van Dam. In ROH c'è ancora Jerry Lynn ma anche Steve Corino, ad esempio. Shane Douglas ha dimostrato un anno fa di poter ancora calcare i ring con risultati soddisfacenti (non eccellenti, ma neanche pietosi). I Dudley Boyz sono ancora sinonimo di eccellenza in Tag Team (se non splittano prima). Gente come Raven, Sabu e Sandman saranno pure invecchiati, ma il loro fascino e il loro carisma è intatto, a 10 anni di distanza.

Questi nomi avevano avuto il loro “last stand”. Nel 2005, in WWE, cavalcando l'onda del successo del DVD “Rise and fall of ECW”. Era una notte, e doveva essere una sola, dove la WWE proponeva uno show in pieno stile ECW: la stessa arena, lo stesso pubblico, match impostati nello stesso stile (magari non identico, ok, però quell'evento riuscì molto bene e rese felici molti dei vecchi appassionati).

E poi basta. La WWE volle divagare con la seconda edizione di One Night Stand (2006), ma era già diversa dalla prima (con diversi match WWE vs. ECW). Per non parlare poi della rinascita della ECW, il cui stile hardcore durò pochissimi mesi. Dovevamo aspettarci che la WWE lasciasse le sue orme e calcasse il suo stile, nella rinascita della ECW, ed i più previdenti già immaginarono come non sarebbe stata la stessa cosa.

Al punto da lasciar pensare che la ECW sparì nel 2001.
Ed ebbe una notte di gloria, altri 15 minuti di celebrità, nel 2005.

Ora torna. Niente ECW Arena, però, ma siamo nella Impact Zone. Mancheranno non pochi nomi: non ci sarà Super Crazy, o Tajiri, o Eddie Guerrero, né Chris Benoit o Candido. Nomi che non rappresentavano il top, ma eramno comunque tasselli importanti per ottenere show di alto livello, dall'inizio alla fine.

Però c'è Rhino. Raven. Dreamer. Sabu. E ce ne sono altri ancora.
Ma, in parole povere, la ECW torna.
Per una sola notte.
L'ennesima.
L'ultima.
…
Ripenso nuovamente al discorso scritto sopra. Il romanticismo. La passione. La nostalgia di quella Extreme Championship Wrestling, che sembrava tanto una isola felice, almeno agli occhi dei fans. Lo stile nostalgicamente compianto perché nessuna federazione nel main stream americano ha mai voluto imitare fino in fondo (se vedi la WWE di oggi, soprattutto).
…
E mi dico che io non ci credo che sarà l'ultima.

Wunderkind
E di Jay Lethal, ne vogliamo parlare?

Tornando invece a parlare appieno di TNA, soffermiamoci sul ranking. In maniera seria, e senza sfottò (stavolta). Perché a me le classifiche piacciono. Mi piace vedere come cambia, di mese in mese. Mi piace vedere la “caduta libera” di AJ Styles (dalla posizione #2 alla #6), e mi piace vedere chi sale.

Sta salendo Kurt Angle, in maniera molto molto lenta dato che vuole sconfiggere tutti i nomi del ranking. Sta salendo anche Samoa Joe, che pur senza una rivalità degna di tal nome, sta comunque tornando ad essere un nome temibile per tutti. E sta salendo anche Jay Lethal.

Per come avrete notato negli ultimi tempi, infatti, è finita l'era di Black Machismo. Gimmick che ci ha fatto ridere, sorridere, portata avanti da un lottatore molto talentuoso, bisognoso di quel quid che lo lanciasse in alto nella X Division. Una gimmick tutto sommato azzeccata, grazie all'imitazione brillante di Macho Man, e allo stile di lotta che non è stato peggiorato ma mantenuto e migliorato grazie all'apporto di alcune mosse utili all'unico scopo di divertire i fans.

Eppure, la gimmick da Black Machismo pesa. O ce l'hai cucita addosso, oppure alla lunga stanca, e trovare nuovi sbocchi diventa difficile. Specialmente se si fa parte di una categoria quale la X Division dove i sbocchi sono pochissimi, specialmente se si fa parte della categoria Tag Team ma il tuo partner è un illustrissimo Signor Nessuno (cosa c'azzeccava Consequences Creed con Black Machismo!?).

Ben venga dunque questa novità. Ben venga Lethal che abbandona i panni di Randy Savage, e indossa quelli di Ric Flair, imitandolo, sfidandolo. Ben venga questa sua streak fatta di nomi eccellenti (Styles, Kazarian, Wolfe, Morgan, lo stesso Nature Boy) ed interrotta da nientemeno che Jeff Hardy. Si sa che la TNA ha bisogno di nomi giovani da lanciare in alto (e ovviamente mantenerli, lassù), e ci son pochi nomi come quello di Lethal in questo momento. Giovane, bravo e fortunato.

Certo, i difetti su questa storyline ci sono. Se abbiamo un po' di memoria storica, storceremo leggermente la bocca a definire Lethal come “un ragazzino il cui sogno diventa realtà”, ricordando come nel 2007 sconfisse Kurt Angle con un chiarissimo schienamento. E ci viene anche da storcere la bocca a vedere questa incredibile Winning Streak (impressionante lo è di certo) dato che combatteva pochissimo e non vinceva da tempo immemore a iMPACT! (in compenso riuscì a perdere in pochi minuti un match perfino contro Jim Neidhart, nonostante quest'ultimo stesse ancora digerendo un cucciolo d'elefante).

Altro appunto (non finirò mai di rompervi le scatole su questo punto), si poteva sfruttare questo push di Jay Lethal per rinforzare la X Division, compromessa seriamente dalla moria di nomi. Poteva diventare un ottimo sfidante al titolo di Douglas, ma al momento sembra che l'obiettivo dell'ex Black Machismo sia proprio la scalata del ranking per il World Title.

Ovviamente, questi sono appunti. Come dire: “io avrei fatto così”. Ma io non sono nessuno, se non uno spettatore semplice che si gode il suo show di wrestling preferito. E tutto sommato mi definisco contento della recente gestione di Lethal e della sua rivalità con Flair e soci, sicuramente una delle cose più interessanti della TNA recente.

Scritto da Demetrio Marino
Parliamo di: ,