Impact Planet #124

Ladies and gentlemen, dopo una pausa di una settimana, bentrovati tra le pagine del TNA Planet. Chiedo innanzitutto scusa per l'assenza su queste pagine di sette giorni fa: diversi impegni non mi hanno permesso di poter completare l'editoriale in tempo utile, ma la contemporanea presenza del Kliq Here ha permesso di non sentirne molto la mancanza.
Per il resto, tutto bene, grazie. Venerdì scorso ero a teatro con amici a vedere uno spettacolo chiamato “Shopping and Fucking”. Molto intenso, molto forte e talvolta crudo, ma veramente bello. Accade che, durante una scena, sento un sottofondo che mi sembra di riconoscere. Voci e suoni, ben più di una canzone. Realizzo che si tratta di un pezzo di un PPV WWE di qualche anno fa. Sento chiara la voce di Jerry Lawler, e poco dopo sento suonare la theme di The Great Khali. Così faccio notare questa cosa alla mia amica seduta accanto a me. Che è la stessa persona che si trovava con me a Londra a gennaio, quando andai a vedere l'House Show della TNA. E che inizia a odiarmi, chissà come mai.
Va bene, finiamola con i fatti miei, e iniziamo a parlare di TNA. Buona lettura!
Da Champ Report
Matt Morgan & Hernandez – TNA World Tag Team Championship Reign
January 17th, 2010 – May 13th, 2010
Un regno molto particolare, che potremo divider facilmente in tre parti. La prima d'impostazione molto classica, dove i due interpretano i ruoli dei buoni e si alleano diventando una macchina inarrestabile conquistando questi titoli con davvero poca difficoltà a discapito degli ex-campioni, i British Invasion. Qualche match di qua e di là , ma nulla di speciale.
La storia si fa più interessante entrando nella seconda parte. Fuoriesce l'ego di Matt Morgan, che torna a giocare il ruolo dell'heel, a dimostrazione che questo è il suo ruolo naturale e che da face è molto meno duttile e funzionale. Si gioca sulla psicologia, e la loro difesa dei titoli contro i Beer Money in PPV è davvero molto molto godibile grazie alla storia raccontata nel ring da Morgan (sempre pronto a battibeccare e rimproverare) e Hernandez (di meno parole ma decisamente più fatti).
L'incontro tra i due che infortuna Hernandez (esigenze di storyline) permettono a Morgan di dare il via alla terza fase, a dir poco esaltante. Il personaggio Morgan, che decide di rimanere campione di coppia da solo, infischiandosene delle decisioni di Hogan, che si riferisce a se stesso parlando al plurale, e che puntualmente si comporta in maniera boriosa ed insolente nei confronti del tag team partner di turno (Red, Moore, Neal) sembra migliorare la gimmick del wrestler che si crede superiore in tutto. Morgan, pur utilizzando una gimmick già nota in una storyline già usata, riesce a rendersi un personaggio d'interesse in una storyline comunque appetibile. Peccato, ma davvero tanto, questa nuova fine improvvisa, proprio mentre la storyline stava per decollare (guarda caso, come avvenuto un mese fa con l'X Division Title: feud interessante interrotto proprio quando meno te l'aspetti).
Vote: 7,5
Hoganism
Lui ci protegge dal male
Titolo molto ironico, sia ben inteso. Questa parola, che tra l'altro non so quanto sia corretta, mi è balenata in mente mentre guardavo Sting vs. Jeff Jarrett. Un match durato 20-25 secondi, ma preceduti da almeno 10-12 minuti di rissa tra i due, dal backstage fino al ring, a senso unico. Totalmente a favore di Sting, che dice che Jarrett è uno di quelli, ma non si capisce ancora chi siano quelli. E Jarrett ha venduto un infortunio alla spalla, ed è stato portato via in barella. E Sting, sadico e non pago, ritorna alla carica, facendo cadere Jarrett dalla barella.
Poi, la luce: arriva Hogan. E Sting decide di allontanarsi. Questo permette a Mike Tenay, dal commento radiocomandato manco fosse un telegiornale politicizzato, di dire la sua, ovvero che Sting avrebbe fermato il pestaggio di Sting ai danni di Jarrett.
Cioè fatemi capire: Sting ha preso a calci nel sedere Jeff dal backstage fino al ring, passando per l'area interviste, il catering e il tavolo dei commentatori. Lo ha portato sul ring, lo ha colpito con la Scorpion Deathlock, lo ha schienato, lo ha insultato, lo ha spinto giù dalla barella.. e Hogan lo avrebbe salvato DOPO tutto questo?
Sembra che io mi stia perdendo qualcosa. Eppure non è così. Non serve un genio per capire che stanno costruendo Hogan come un mostro imbattibile dalla parte del bene, manco fossimo tornati nella WWF della seconda metà degli anni '80, o nella WCW dei primi anni 90. Solo che così non va.
Primo punto, il semplice fatto che nel 2010, i Power Rangers non attirano. Non nel mondo del wrestling quantomeno, dove è seguita da un pubblico prevalentemente adulto (credo di non sbagliare quando dico che la TNA è maggiormente seguita da uomini tra i 18 e i 49 anni) che preferisce scegliere i suoi favoriti, sia che si tratti di eroi senza macchia e senza paura, si che si tratti di “Assholes” (Ken Anderson docet). E soprattutto con l'avvento di internet e dell'evoluzione delle coscienze delle persone che, oramai, sono convinte che il wrestling non è del tutto vero, bensì deciso a tavolino.
Il fatto che il wrestling sia deciso a tavolino e che oramai (quasi) tutti ne siano a conoscenza, ci introduce al secondo punto. Come ho già accennato due settimane fa, vi sembra possibile che un ultra sessantenne riesca a fermare ogni avversario con un pugno? Anzi, bloccando il colpo avversario con il braccio sinistro, e contrattaccare con il destro? Su tutti? Ma tutti tutti? Non è credibile.
Mi sta anche bene, per carità , che un ultrasessantenne riesca a metter KO persone ben più giovani di lui senza tanti complimenti. Solo che ogni scena presentata nel mondo del wrestling odierno deve sembrare credibile per risultare interessante al pubblico, occasionale e non. Quindi, o ti chiami Thomas Bruso e sei un 67enne veterano del Vietnam diventato famoso grazie a questo video, oppure rischi di diventare solo un personaggio grottesco. Fai tu.
Da Champ Report
Kazarian – TNA X Division Championship Reign
April 14th, 2010 – May 16th, 2010
Diventato campione per sopperire all'assenza di Douglas Williams durante il PPV Lockdown, Kazarian esegue il suo secondo stint da campione con dignità e professionalità , mostrando il suo classico repertorio nei match e nei segmenti che lo hanno visto coinvolto ad iMPACT!.
Suo picco massimo di questo breve regno è sicuramente l'incontro che lui ha combattuto contro Douglas Williams, perdendo. Un match brillante, a mio avviso il migliore visto al PPV Sacrifice, dove Kazarian decide di “adattarsi” allo stile di Williams preferendo dare all'incontro una chiave molto più tecnica, con maggior wrestling lottato al tappeto e con meno dinamicità e high Flying. Nonostante la sconfitta, Kazarian non ne esce granchè ridimensionato come personaggio, in quanto sarà ancora nel giro titolato, nel tentativo magari di riconquistare la cintura a breve, ma anche come wrestler, dando dimostrazione ai più scettici di come possa rendersi versatile sul ring (soprattutto se guidato bene, come fatto da Williams).
Vote: 6.5
Thanks, Assholes!
Ken Anderson
Non c'è granchè bisogno che vi stia a spiegare cosa ha fatto Anderson a Sacrifice. E non parliamo del suo match, bensì del suo pre-match con un promo da circa tre minuti che è stato a dir poco esaltante. Prendendo in giro Hardy e i suoi fans, mandando il pubblico in visibilio con la nascita degli Anderson's Assholes, e con l'interazione con Christy Hemme. Alcuni hanno già dichiarato che questo promo sia il migliore fatto da Anderson nella sua carriera.
E così viene quasi automatico pensare ai migliori promo visti sul ring. Moltissima gente ha dimostrato di essere assolutamente impareggiabile con le parole, riuscendo a far mandare in delirio le folle usando bene le parole e le loro pause, accenti e pronunce. Gente come the Rock, o Stone Cold Steve Austin, per fare qualche esempio. Alcuni promo veramente forti e decisi di Triple H, oppure alcuni di HBK (mi viene sempre alla mente il promo durante il feud contro Hogan, quando richiamò più volte Bret Hart sul ring). Oppure il primo John Cena che strabiliava “i critici del wrestling” con i suoi rap.
Ma se pensi ai promo più importanti di sempre, più belli e più carichi di significato visti finora, noti alcuni punti fondamentali. La presenza dell'attore protagonista sul ring, il momento televisivo totalmente incentrato sulle sue parole, il pubblico che segue, approvando o meno, il nostro uomo sul ring. La presenza delle parole cariche di significato, perchè inserite nel contesto che continuamente si sviluppa (ovvero il feud), con il compito di aggiungere aspettativa sulla prossima mossa del personaggio e sulla sfida con l'acerrimo nemico.
Anderson ha dimostrato, un'altra volta per chi non lo avesse notato, che basta dargli un microfono in mano per rendere un momento qualsiasi in qualcosa di importante. Perché enormemente divertente, o pieno di tensione, o carico di significato, o altro ancora. Eppure Anderson ha fatto uno dei suoi migliori promo in carriera in tre minuti, senza toccare grandi argomenti, quando meno tutti ce lo aspettavamo. Ci ha sorpreso, ancora una volta, con alcune parole piene di enfasi che ci han lasciato divertiti, esterrefatti. Ammetto che ho dovuto fermarmi dal scrivere il report del PPV perché mi trovavo estasiato dalle parole e dai movimenti di quell'uomo.
Al suo approdo in TNA, sapevo già cosa pensavo di Anderson: basta dargli un microfono in mano, e lasciargli prendere in giro i babyface della federazione. A suo discapito, c'è la giovane carriera nel ring non esaltante. Solamente contro Angle, a Lockdown, ha messo in piedi un match che verrà ricordato a lungo. Solamente contro Angle ha messo in piedi una rivalità degna di essere chiamata tale. Ma ancora non è arrivato per lui quel qualcosa (un match? Una rivalità ? Un regno titolato?) che gli ha permesso di smettere di essere un buon performer, ed arrivare ad elevarsi allo status di performer eccellente. Colui che grazie ai movimenti, ai promo e anche a un buon booking alle spalle, riesce a rendere il pubblico veramente partecipe ai suoi incontri, facendo così modo che i suoi incontri (magari non eccellenti dal punto di vista lottato) diventino sempre belli ed epici grazie all'atmosfera che si viene a creare.
Ma mi viene da dire che manca poco. Manca giusto un pizzico. Forse sarà quel turn face che sembra avviato (che non accolgo con entusiasmo, anzi, ma vabbè). Forse sarà un regno titolato in modo da mettere sulle sue spalle il peso dello show. Però sono sempre più convinto che manca davvero poco. Perché una persona che riesce, in tre minuti scarsi, ad eseguire un promo davvero eccellente come quello di Sacrifice, è cosa davvero rara. Talmente rara che azzardo un paragone con una certa sicurezza: credo davvero che uno continuamente bravo al microfono come lui non si vedeva dai tempi di The Rock.