Impact Planet #106

Ladies and Gentlemen, bentrovati tra le pagine del TNA Planet. TNA molto veloce e spensierato, dato il pochissimo tempo che ho a disposizione per scrivere questo pezzo. Sono riuscito in tempo a scappare dalla bufera di neve in quel di Milano, e mi ritrovo in pieno clima natalizio nella mia raggiante Catania. Solo che tra genitori, parenti, amici, amici degli amici, fidanzate/i degli amici, e anche qualche sconosciuto.. il tempo scarseggia. Pensate che Final Resolution l'ho visto solo martedì sera, ed è proprio dell'ultimo PPV dell'anno di cui andremo a parlare. E allora direi di finirla di scrivere dei fatti miei, inizia l'editoriale e io non posso che augurarvi una buona lettura.
Last Resolution
Pensieri sparsi sull'ultimo Pay-per-View
Con Final Resolution, finisce il 2009 targato TNA. Finisce con un PPV più o meno ricco di aspettative: con alcuni feud che si chiudono, feud che inizieranno, e altri che non si capisce dove andranno a finire. Qualcuno andrà a caccia dei titoli, qualcuno dovrà mettersi da parte. Qualcuno chiamerà vendetta, qualcun'altro cercherà di lasciarsi il passato alle spalle e tenterà di guardare avanti.
E il nostro PPV parte con la sfida per i titoli di coppia: il tag team rivelazione dell'anno, i British Invasion, difendono i loro titoli contro i Motor City Machine Guns. Devo sottolineare con piacere che finalmente i Guns vengono usati come wrestlers e non come macchiette fuori ring oppure come macchine da spot per i match della X Division. Come devo sottolineare che i Guns tendono sempre ad aggiungere qualcosa di nuovo nel loro repertorio. Che si tratti di combo moves, o altri particolari, c'è sempre qualcosa da scoprire in loro. E questa sera non sono da meno, e i due si sono sincronizzati perfettamente per due crossbody contro gli avversari fuori ring, con una tale precisione di movimenti che sembrava quasi di stare in un cartone animato. Match piacevole, inoltre, che racconta una storia ben definita, ma che pecca nel finale: troppo, troppo esagerato l'arbitro nel bloccare Shelley mentre Sabin subisce la finisher degli inglesi e si becca il pin. Più che altro perchè si nota che l'arbitro tende a distrarsi in maniera troppo poco realistica, per poi riprendersi al momento del pin. E tra l'altro non erano previsti colpi granchè scorretti, quindi il solito finale per errore arbitrale (che ai booker TNA piace tanto, una passione che nasce sin dai primi shows della federazione) si poteva evitare.
Poi tocca a ODB vs. Tara. Vabbè, il feud non mi piace, Tara non mi piace, non sto di nuovo a ripetervi perchè e per come, non mi sembra il caso. Ma neppure il loro match risulta piacevole da vedere: errori di esecuzione, l'andamento del match che risulta slegato a tratti, e troppo lento negli altri tratti, e infine quel finale senza pathos, uscito dal nulla. Quell'idea di “grande vittoria” non c'è stata, con il personaggio di ODB che rischia di essere lasciato allo sbando. La speranza è che Tara risollevi questa categoria, e può farlo solo con feud interessanti e ottime prestazioni sul ring. Magari un regno lungo (5-6 mesi) costellato da match di buon livello e difese interessanti potrebbe darle quel senso che io, onestamente, ancora fatico a trovare.
Terzo match della serata: il Feast or Fired Match. Qui c'è tanto da dire, in quello che non è un vero match di wrestling, quanto una rissa in cui la spunta il più furbo, o il più agile, o il più fortunato. Ed è una stipulazione che gioca molto sul risultato, del match in sè stesso c'è poco di cui interessarsi. Anche perchè difficilmente si proporanno spot particolarmente belli, o un'azione in-ring degna di nota. Due pugni, due clotheslines, qualche finisher di qua e di là , piccolo segmento comedy, e i 10-15 minuti passano veloci veloci. E dire che quest'anno si poteva fare molto di meglio, dato che c'erano i presupposti di una rivalità World Elite vs. tutti gli altri. L'andazzo del match è stato proprio quello, il tentare di evitare che i Beer Money e Samoa Joe potessero conquistare le valigette. Solo che non c'è stata una adeguata costruzione dietro, e la costruzione della storia sul ring lascia il tempo che trova.
E' il turno dell'Eight Man Tag Team Elimination Match, che ho trovato poco interessante e divertente. Semplicemente non mi sentivo partecipe, nè tifando una parte, nè l'altra. Niente di terribile, per carità , ma sto mal digerendo questa rivalità : con il Team 3D turnato heel da un giorno all'altro, Rhino che dopo i bellissimi promo si ritrova a fare da comprimario per Ray e Devon (e io che speravo fosse lui ad essere a capo di questa nuova stable), Morgan clamorosamente retrocesso al midcard dopo il feud con Angle, Suicide che non sa nemmeno lui cosa si ritrova a fare in questo feud. E il risultato è un match che non appassiona, non interessa, nell'attesa che la rivalità prenda una piega. Qualsiasi piega.
Last Man Standing. Ecco, apro una doverosa parentesi per scusarmi con gli abituali lettori del Planet, avendoli confusi sulle regole di questo incontro. Negli ultimi tempi i Last Man Standing di casa TNA prevedevano prima il pin, e solo successivamente il conteggio di 10 (è avvenuto ciò per AJ vs. Angle nel 2008, e AJ vs. Rhino nel 2007). Però questa volta non ci sono stati pin, ma il solo e semplice “ten count”. Mi scuso quindi con i lettori dell'editoriale, ma non mi aspettavo questo cambiamento delle regole.
In ogni caso, Steiner e Lashley han dato vita a un incontro, anche qui, bruttino. Nulla che non si fosse mai visto, e in tutta onestà ho preferito il No DQ Match di novembre. Forse ciò è stato anche dovuto al fatto che Lashley partiva troppo favorito, ancor di più di quanto non lo fosse a Novembre (e la sua sconfitta fu di per sè una grossa sorpresa). Da notare anche la scarsa partecipazione del pubblico (che si è notata in molti incontri), e forse anche il finale sbagliato. Lashley non ha purtroppo preso al volo il tubo di ferro, ma quantomeno è stato lesto a non rendere il momento ancor più goffo decidendo di colpire Scott Steiner con una spear, anzichè tentare di riprendere il tubo e perdere ancora secondi (nel quale Steiner sarebbe dovuto rimanere in piedi intontito, manco fosse un personaggio di Mortal Kombat).
Poi tocca all'Hardcore Match di turno, ancora dedicato all'eterna rivalità tra Abyss, Mick Foley, Dr. Stevie e Raven. Rivalità bella, per carità , che ha sfornato match molto interessanti (ad esempio Foley vs. Abyss, Abyss & Taylor Wilde vs. Raven & Daffney) ma che adesso soffre di un difetto grosso: è una rivalità che si protrae da troppo tempo, soprattutto considerando che è una rivalità a senso unico (Abyss è sempre uscito vittorioso nelle sfide in PPV). Spero davvero che questa rappresenti l'ultima sfida per i due, ma è comunque una sfida dal giudizio sufficiente e poco più. Non ho notato un forte coinvolgimento del pubblico, e niente di spettacolare, tranne la notevole Elbow Drop di Foley su Stevie. A questo punto è davvero meglio che Foley si concentri su Hulk Hogan, mentre Abyss rimanga libero di concentrarsi su avversari nuovi.
Bene, giudizio del PPV: insufficiente. In un voto da 1 a 10, non gli daresti più di cinque.
Andiamo a valutare l'altro PPV, precisamente quello andato in onda nell'ultima delle tre ore.
Perchè anche qui i due main event han fatto la differenza, fin troppo mi viene da dire. Three Degrees of Pain, sfida decisiva tra Desmond Wolfe e Kurt Angle, in una rivalità in crescendo d'intensità grazie anche alla superba prestazione dei due al PPV Turning Point. E il loro match è stato comunque ottimo: incredibile come i due si trovino a meraviglia, e riescano a fare molto meglio del tanto atteso Joe vs. Angle del 2006, e con una maggior facilità apparente. Ottima la prima parte dedicata alle due cadute, senza la gabbia, ma con un mat wrestling e una pulizia delle mosse e delle prese di sottomissione perfetta, da fare scuola. Seconda parte, anch'essa, molto buona: Angle e Wolfe vendono i colpi della gabbia molto bene, come in pochi ci han abituato, anche in virtù dei dolori rimasti dalle precedenti manovre di sottomissione (dolori al braccio per Kurt, dolori alla caviglia per Desmond). Precisiamo che non mi piacciono i finali con “la fuga dalla gabbia”, perchè spesso controversi e quindi di rado danno una dinamica chiara di chi si sia rivelato il migliore, pur decretando un vincitore. Ma è stato bello vedere Angle faticare a scalare la gabbia perchè dolorante al braccio, oppure Wolfe che sviene a centro ring per il dolore. Ancora una volta, applausi per i due che han dato davvero spettacolo.
E cosa dire del nostro Main Event? AJ Styles e Daniels si conoscono a memoria, tralasciando quanto ci ha mostrato la loro rivalità : le tante sfide tra i due, nel giro della X Division e nelle federazioni indipendenti negli anni precedenti, mi han fatto ben sperare. Ed effettivamente il loro incontro è spettacolare. Venti minuti buoni senza mai annoiarsi, con i due che mostrano il meglio del loro repertorio e anche qualcosina in più (su questo punto di vista, i complimenti vanno a AJ). Dalle chiavi articolari fino alle mosse più o meno spettacolari, i due si sono sempre trovati, senza mostrare gravi errori o sbavature, e mostrando una forte sicurezza in ogni momento. E la Super Styles Clash che va a chiudere il match: mossa che non vedevamo da tanto tempo, ma forse un pò troppo telefonata per chi segue AJ in TNA da tanto tempo. E adesso abbiamo un AJ che, giorno dopo giorno, acquista sempre più credibilità come campione, prima della (oramai ovvia) sfida con Angle, e Daniels che ha dimostrato di saper reggere il main event: il booking team dovrà ora lavorare molto su di lui, per far sì che il buon lavoro fatto non vada perso.