5 Star Frog Splash #91 – In Good Times and in Bad

5 Star Frog Splash #91 - In Good Times and in Bad

Diciamocelo, subito dopo la Royal Rumble la strada che conduceva a Wrestlemania si presentava tutt'altro che esaltante. C'era il main event di Fastlane sancito il giorno dopo il PPV, con uno tra Brock Lesnar, Roman Reigns e Dean Ambrose diretto al main event di Wrestlemania contro il WWE World Heavyweight Champion Triple H, unico match più o meno certo in vista del più grande evento dell'anno, e poi come contorno c'erano una serie di rumor tutt'altro che esaltanti ma decisamente insistenti. Due in particolare: Brock Lesnar vs Bray Wyatt e Undertaker contro Braun Strowman. Il primo era dato praticamente per certo, tanto che l'inserimento di The Beast nel main event di Fastlane era visto solo come un modo per fare in modo che la Wyatt Family lo assaltasse a match in corso e gli togliesse la possibilità di andare nel main event di Wrestlemania, sancendo così la rivalità tra le due fazioni. Il secondo rumor, molto più incerto, era stato accolto dallo sconforto totale nel mondo del wrestling e dunque aveva già cominciato a vacillare… tuttavia il pericolo sussisteva. Sembrava fatta, dunque: ancora una volta avremmo assistito a una Wrestlemania decisamente scadente, del tutto o quasi priva di attrattiva e che, com'è ormai un cliché degli ultimi anni, sarebbe servita solo a soddisfare l'ego della famiglia McMahon. Tuttavia, ciò che è accaduto a Fastlane e nella costruzione del PPV, nonché nell'episodio di Raw subito seguente, ha totalmente scombussolato il panorama in casa WWE.


Sì perché Fastlane è stato un PPV nel quale si sono narrate delle storie come non accadeva da molto tempo a questa parte. Il main event, AJ Styles vs Chris Jericho, i due feud della Divas Division, perfino Kevin Owens vs Dolph Ziggler (quasi esclusivamente grazie al talento dei due performer) sono stati tutti match che hanno raccontato una storia. A Fastlane non abbiamo assistito a nessun capolavoro, il match migliore è stato appunto Owens vs Ziggler. Tuttavia la semplice creazione di queste storie ha fatto sì che l'evento risultasse assolutamente piacevole, tanto che tutti i match (tranne l'inutilissimo e inconsistente R-Truth vs Curtis Axel) hanno raggiunto o superato la sufficienza piena. Sono stato sorpreso in particolare dal Divas Title match tra Charlotte e Brie Bella, senza ombra di dubbio miglior contesa disputata da quest'ultima, che è stato bello anche solo perché ci si è arrivati con coerenza. Brie ha lottato per sé e per la sua famiglia, che in un certo senso ha lottato con lei nel match grazie alle rispettive trademark moves di marito e sorella. Storia a parte il main event, in cui ha trionfato quello che per tutto il tempo è sembrato il terzo incomodo, sia come effettive qualità come performer sia per quello che ha raccontato la storia. Ma si sapeva fin dall'inizio che Reigns sarebbe stata la tassa da pagare in questa Road to Wrestlemania. Si sperava però di liberarsi dalle altre… ed effettivamente così è stato.

La WWE, infatti, ha proposto la miglior puntata di Raw da tempo immemore. È stato difficile farlo? No. Ha semplicemente fatto ciò che ha continuato a fare dal post-Royal Rumble: costruire delle storie. E allora Lesnar, che sembrava lanciatissimo contro Wyatt, attacca Dean Ambrose nel parcheggio e lo manda all'ospedale, Dean Ambrose ritorna con l'ambulanza, come suo solito, e la sua sfida a The Beast sancisce il match di Wrestlemania tra loro. Continuando efficacemente la narrazione tra i due che procede bene da quasi un mese, quando Ambrose aveva detto di non aver paura di Brock Lesnar e che quest'ultimo non sarebbe riuscito a tenerlo giù. Si temeva che Ambrose potesse essere sacrificato per l'ennesima volta, inserito nel main event di Fastlane per distrarre l'attenzione dal palo della luce di nome Roman Reigns (e per non fare in modo che quest'ultimo dovesse scontrarsi one-on-one con Lesnar, che abbiamo già constatato più volte quanto possa essere inefficace per il rampollo della famiglia Anoa'i). E invece no, Ambrose a ‘Mania non è riuscito a finire nel main event ma si è preso comunque un posto di lusso contro IL top player della compagnia. Alzi la mano chi l'avrebbe immaginato prima della Rumble. Io no di certo.

E passiamo al segmento di Raw che non solo ha sconvolto gli equilibri della WWE ma che ha anche visto uno dei ritorni più inaspettati di sempre, quello di Shane McMahon. Mentre guardavo questo segmento mi chiedevo se stessi davvero guardando Monday Night Raw o se improvvisamente qualcuno avesse spodestato Vince McMahon dal controllo del creative team della WWE. Shane McMahon torna, fa capire che suo padre Vince ha qualche debito con lui di natura non meglio specificata, si inimica sua sorella Stephanie e fa chiaramente capire di volere il controllo di Raw. Vince risponde proponendogli una sfida: se vincerà un match avrà tutto quello che vuole, altrimenti i suoi debiti spariranno. Peccato che il match non sia proprio un match qualunque… ma un Hell in a Cell match contro Undertaker. Tutto questo in UN segmento. Quindi d'improvviso: 1) Undertaker non dovrà più affrontare Braun Strowman; 2) Viene costruita una storyline per il controllo della compagnia (era ora perché l'Authority ha decisamente rotto tutto il rompibile) in modo efficace, coerente e che soprattutto (si spera che) verrà costruito di settimana in settimana; 3) Si crea curiosità per il ritorno di Shane McMahon e per scoprire se lotterà effettivamente lui a Wrestlemania e non un suo alleato/assistito/ecc… Incredibile. Senza contare che in sottofondo restano Charlotte, Becky Lynch e Sasha Banks intorno al Divas Title, la storyline tra AJ Styles e Chris Jericho che apparentemente continua, Kevin Owens ancora con la cintura Intercontinentale… e Wrestlemania improvvisamente torna a essere un evento atteso come non è stato da anni.

Ovviamente non tutto è rose e fiori, c'è ancora il main event. La cui anteprima ci è stata servita proprio nel finale di Raw, dove il palo della luce Roman Reigns è stato fatto a pezzi dal superheel Triple H, inneggiato dal pubblico, il quale accompagnava a suon di “Yes!” la faccia di Reigns che si schiantava ripetutamente nel tavolo dei commentatori. E Reigns dovrebbe essere quello che la WWE vuole costruire come prossimo volto della compagnia nonché come top face. Certo. Io mi domando cosa serva ancora alla compagnia per rendersi conto che Reigns non può nemmeno lontanamente essere quello che loro vorrebbero. Nessuno vuole Reigns in quella posizione, questo è quanto. Qualcuno potrebbe obiettare che con il “controversial champion” John Cena al top ci abbiano campato per 10 anni, ma il fatto che le capacità di Reigns sul ring e soprattutto al microfono non possano nemmeno essere paragonate a quelle del 15-time World Champ è un dato di fatto. Urge che la WWE prenda delle contromisure nei confronti di Reigns perché così non si può andare avanti… e io mi chiedo se la sconvolgente qualità sfoderata nelle altre zone della card sia la prima. Certo è che non può bastare. Ci sono state diverse Wrestlemania del tutto prive di interesse se non per il main event e già una cosa del genere non è giustificabile. Ma qui stiamo per arrivare all'assurdo di assistere alla costruzione di una Wrestlemania potenzialmente ottima ma con un main event da incubo. E tutto per seguire con testardaggine questa follia di Reigns top player. Il gioco vale veramente la candela?

Scritto da Lorenzo Pierleoni
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