5 Star Frog Splash #90 – Grateful

5 Star Frog Splash #90 - Grateful

Gratitudine.


Gratitudine è stata la parola chiave del tuo discorso d'addio. Ho scritto “d'addio”… in realtà era il tuo discorso di ritiro, solo che io credo di non averlo ancora compreso appieno. Forse perché la notizia è arrivata come un fulmine a ciel sereno, con un tweet nel quale annunciavi le tue intenzioni… eppure tutti ci abbiamo sperato fino all'ultimo istante utile che quello fosse solo un work, un modo per reinserirti nelle storyline, lo spunto che serviva per lanciare la tua faida per Wrestlemania. Forse perché è troppo doloroso. È troppo doloroso pensare che l'attesa del tuo ritorno – una volta che tu fossi guarito dagli infortuni che ti tormentavano – sia terminata nel modo più sbagliato, che non potrai più alzare al cielo una cintura di campione del mondo, che non emozionerai più intere platee percorrendo la rampa d'ingresso a suon di “Yes!”, almeno non per andare a lottare su quel ring. O forse è troppo doloroso pensare a quanto debba essere a tua volta doloroso per te, che hai fatto wrestling per 16 anni semplicemente perché era l'unica cosa al mondo che volessi fare. Eppure, il tuo discorso non è stato triste. O meglio lo è stato, perché era inevitabile che lo fosse, ma avrebbe potuto esserlo molto di più. E non lo è stato perché tu, nella tua ultima notte da wrestler, hai voluto spiegare quali sono le cose che ami, quelle che ti hanno regalato emozioni uniche in questa cavalcata lunga 16 anni. Hai voluto spiegare i motivi per cui sei così grato al wrestling.

Hai spiegato alla tua gente di Seattle e alle milioni di persone che ti seguivano da casa che sei grato perché improvvisamente la gente ha iniziato a seguirti in un modo che tu non ritenevi possibile, in un modo che ti ha fatto sentire più di quel che eri in realtà. Hai spiegato che sei grato perché due anni fa la stessa Seattle boicottò una puntata di Raw. E non una puntata qualsiasi, era la puntata in cui il WWE Championship e il World Heavyweight Championship venivano uniti insieme, quando il fulcro di tutto dovevano essere John Cena e Randy Orton eppure il pubblico non smetteva di cantare il tuo nome. E a quella puntata era presente il tuo papà, che fu testimone di quella reazione incredibile in occasione dell'ultima volta che ti vide lottare. Hai spiegato che sei grato perché grazie al wrestling hai conosciuto la donna più meravigliosa del mondo. Hai spiegato che sei grato perché sei riuscito a pronunciare il tuo discorso d'addio (ci risiamo…) di fronte alla tua gente di Seattle, che ti ama e che stavolta è testimone del momento insieme al resto della tua famiglia. Hai spiegato tutto questo al tuo pubblico e ci hai fatti commuovere. Però nemmeno tu sei perfetto e quindi dobbiamo muoverti una critica… perché non ci hai dato modo di fare altrettanto. Non ci hai dato la possibilità di dirti perché noi ti siamo grati. Perché anche noi ti siamo grati, molto grati, e io nel mio piccolo ora proverò a spiegarti perché.

Ti siamo grati per tutte le emozioni che ci hai fatto provare in questi anni. A Raw hai parlato di quanto amassi sentire i primi secondi della tua theme e la conseguente reazione del pubblico che riusciva a darti sempre la carica giusta, in qualunque stato fisico e mentale tu fossi. Per noi era esattamente la stessa cosa. A tua detta non hai mai saputo spiegarti il motivo dell'incredibile sostegno del pubblico nei tuoi confronti, quello straordinario rapporto di empatia che l'ha portato a seguirti e a non abbandonarti mai. Eppure è tutto merito tuo perché quando la tua theme risuonava in un'arena il pubblico sapeva che, qualsiasi cosa tu avessi fatto, avrebbe assistito uno spettacolo unico dettato dalla tua passione. Perché la tua passione per il wrestling non aveva eguali e tu eri in grado di dimostrarla in ogni occasione, dai primi disastrosi tempi a NXT fino alla conquista del WWE World Heavyweight Title a Wrestlemania XXX. Eri stato inserito in un tag team potenzialmente omicida come il Team Hell No che avrebbe potuto facilmente farti colare a picco; sei riuscito a trasformarlo in un comedy act unico e a rimanere uno dei protagonisti di Raw e SmackDown pur nel deserto più totale della Tag Team Division della WWE, non esimendoti comunque dallo sfornare prestazioni a cinque stelle ogni volta che salivi sul ring. E grazie al Team Hell No sei riuscito a guadagnarti anche una “uscita a pugno alzato” insieme ai Brothers of Destruction.

Ti siamo grati perché, dopo che CM Punk aveva scoperchiato il vaso di Pandora qualche anno prima, sei stato tu il vero cardine della “rivoluzione” cui sta andando incontro la WWE. Sei stato tu a dimostrare al mondo che la WWE non poteva continuare a trincerarsi tra le proprie mura, ignorando il resto del mondo intero e l'infinito potenziale dei wrestler che c'erano lì fuori. Sei tu uno di quelli che dobbiamo ringraziare se AJ Styles arriva in WWE a 38 anni e compie un esordio roboante alla Royal Rumble, diventando immediatamente un motivo per seguire Raw e SmackDown. È anche merito tuo se a NXT nel corso degli ultimi anni è arrivata gente come Sami Zayn, Neville, Hideo Itami, Finn Bálor, Kevin Owens, Apollo Crews, Samoa Joe, Austin Aries, Shinsuke Nakamura… e la lista potrebbe continuare ancora. Ti siamo grati perché hai dimostrato che il wrestling è wrestling ovunque lo si pratichi e che anni di esperienza internazionale non possono essere sostituiti da nulla. E se ora la WWE si ritrova con quello che, tra main roster e NXT, è probabilmente il miglior roster a livello qualitativo della sua storia, è anche merito tuo.

Ti siamo grati perché in questo mondo cinico e molto spesso ingiusto, come nel tuo caso, ci hai insegnato che a volte i sogni riescono a diventare realtà. Che un ragazzo di 18 anni che 16 anni fa lottò il suo primo incontro nel parcheggio di una stazione di servizio può riuscire a diventare campione del mondo lottando davanti a 70.000 persone. E non per caso: semplicemente grazie alla tua grande, enorme passione. Che ti ha portato a migliorare, a migliorare e a migliorare ancora finché non sei diventato uno dei talenti più cristallini che abbiano mai calcato un ring di wrestling, nonché uno dei più amati in assoluto. E sono state proprio queste due cose, il tuo talento e l'amore del tuo pubblico, ad averti portato lì, sul tetto del mondo, nonostante non fosse in programma che tu ci arrivassi. Il tuo libro si chiama “My Improbable Journey to the Main Event of Wrestlemania”, ovvero “Il mio improbabile viaggio verso il main event di Wrestlemania”. Già, improbabile. Improbabile per te forse, improbabile per i vertici della WWE ormai datati e fuori dal tempo. Ma non per tutti gli altri, per loro il main event era tuo di diritto. Per te è stato improbabile perché nonostante tutto sei rimasto una persona umile, modesta. Una persona che non ama decantare le proprie lodi, forse perché crede che non ce ne sia bisogno. E il tuo discorso d'ad… di ritiro è stato proprio così, umile e modesto come te. Ma non indolore. Perché rappresenta un sipario che nessuno avrebbe mai voluto vedere chiudersi.

Grazie, Daniel Bryan.

Scritto da Lorenzo Pierleoni
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