5 Star Frog Splash #70 – The Beaten Path

5 Star Frog Splash #70 - The Beaten Path

Ad appena tre giorni dal prossimo PPV Extreme Rules, direi che i tempi sono maturi per rispondere a una domanda pregnante: quanto è cambiato il panorama della WWE da Wrestlemania a oggi? Tanto. E poco, allo stesso tempo. È cambiato tanto innanzitutto perché il WWE World Heavyweight Champion non è più una figura evanescente che può stare a casa perché sì, bensì è tornato ad essere una figura presente in tutti gli show e la cui presenza influisce e anche tanto nelle storyline. E poi questo WWE World Heavyweight Champion risponde al nome di Seth Rollins, il quale oltre ad aver portato una ventata di freschezza e di originalità in zona titolata è anche uno dei migliori interpreti del roster, sempre in costante miglioramento e sempre in grado di esprimersi su livelli di eccellenza, tanto da risultare estremamente convincente come campione nonostante sia diventato tale incassando la sua valigetta del Money in the Bank. È cambiato perché i campioni secondari non sono più wrestler dalle numerose pecche, chi per il proprio character obsoleto da 30 anni (Rusev), chi per mancanza di abilità (Bad News Barrett), ma main eventer fatti e finiti che hanno rivalutato enormemente la caratura di quelle cinture. È cambiato perché un Davide (o un Adriano… ah no) ha iniziato a fare capolino nel roster dei grandi mentre un Golia è tornato prepotentemente e, manco a dirlo, si è scagliato contro tutti i Davide che ha incontrato sul suo cammino.


Eppure, altre cose permangono immutate. Ad esempio il senso di attesa quasi nullo che provo nei confronti del prossimo PPV di casa WWE. O l'impressione che la compagnia di Stamford mi dà a ogni PPV, ovvero quella di trascinarsi stancamente di mese in mese senza salire mai sull'albero maestro e chiedersi “Ma dove diavolo è la terra?”. Al solito, l'unico piano minimamente lungimirante è quello che riguarda il WWE World Title. Tutto il resto naviga nella noia, nel nonsense, nel menefreghismo. Basti vedere come hanno concluso lunedì a Raw la faida dilungatasi a dismisura tra The Miz e Damien Mizd… pardon, Damien Sandow. Poteva essere una rivalità interessante. E lo era, inizialmente. Solo che poi è stata prolungata per mesi, mesi e mesi più del dovuto e inevitabilmente il senso d'attesa per vedere come andava a finire è diminuito. Poi vabbè, la WWE è probabilmente l'unica compagnia del mondo dove un face cerca di liberarsi dal giogo dell'heel… e inevitabilmente finisce sconfitto. Ho citato prima tra i cambiamenti positivi il debutto di Neville; tuttavia, non nascondo che dopo quello che è successo nelle ultime settimane sono già un po' preoccupato per l'ex NXT Champion. Inizialmente il modo in cui era stato proposto l'inglese mi piaceva, mi ricordava il modo in cui tornò in WWE Jeff Hardy anni orsono e andò subito faccia a faccia con il World Champion Edge. Il messaggio era “Ehi, prima di lasciare la WWE non ero che un midcarder qualunque, ma ora voglio dimostrare di poter competere con i migliori”. E la cosa, infatti, funzionò a dovere. Se però Neville perde con Rollins e Dolph Ziggler e vince solo con Curtis Axel (per poi non apparire a Raw questa settimana), converrete che c'è qualcosa che non va.

Ma torniamo a occuparci in particolare di Extreme Rules, il cui pezzo forte, come ho detto, è il match per il WWE World Title tra Randy Orton e Seth Rollins. Una contesa ben costruita, una faida che ha seguito una sua inoppugnabile logica (è sacrosanto il fatto che Orton abbia battuto Rollins a Wrestlemania e poi, quando questo ha ottenuto la cintura, chieda un rematch titolato), una rivalità che si è discostata dal classico “me, you, titlematch” cui la WWE è tanto abituata. Senza contare che il coinvolgimento di Kane nella faida è funzionale sia al match stesso sia all'evoluzione di Kane e di Rollins all'interno dell'Authority. La puntata di Raw di lunedì è stata interessante in quest'ottica perché ad esempio abbiamo potuto gettare un'occhiata a quello che è il “vero” Seth Rollins, quello che ammette che l'Authority ha avuto un ruolo fondamentale nella sua conquista del titolo e che Kane lo ha in realtà sempre aiutato. Anche la scelta della stipulazione non mi dispiace, anche se inevitabilmente il face deve passare per fesso affinché un feud riesca (giustamente dire “Nessun membro dell'Authority può apparire nell'arena durante il match altrimenti io vinco il titolo” era un ragionamento troppo complicato da fare per Orton). Lo Steel Cage, d'altro canto, può garantire un match molto bello grazie alle abilità del WWE World Champion – ma anche dello sfidante, che in questo momento sembra particolarmente eccitato. E senza poter usare l'RKO, Randy Orton verrà protetto fin troppo bene dalla sconfitta.

Cos'altro funziona appropriatamente nel PPV? Mh, niente o quasi niente. Certo, c'è qualche altra cosa interessante da vedere a Extreme Rules, tuttavia sembra quasi che i writer della WWE si siano messi d'impegno nell'agganciare a una buona idea un elemento altrettanto pessimo. Esempio lampante è il match tra Sheamus e Dolph Ziggler. Solo guardando ai nomi dei due avversari uno auspica di vedere un matchone. Tuttavia, la stipulazione fantastica del Kiss Me Arse match rischia di coprire di ridicolo l'intera faida e di scadere nel patetico. C'era proprio bisogno di inserire questa stipulazione? Perché la WWE prova questo gusto perverso nel demolire psico-emotivamente lo Show Off – dato che non c'è possibilità che Sheamus perda nel suo primo match in PPV dal suo ritorno – e nel fargli fare sempre figure pessime? Sul forum, analizzando la nuova gimmick di Sheamus, ci siamo trovati tutti concordi su un punto: è la trasposizione della politica di Vince McMahon all'interno di un ring di wrestling. E quanto visto lunedì in quel segmento con Zack Ryder mi è sembrato sintomo di una chiara equazione: Sheamus:Vince McMahon=Zack Ryder:(tutti coloro che sono over e capaci su un ring di wrestling ma non sono “i prescelti” della dirigenza).

Nient'altro da segnalare in quel di Extreme Rules. Nemmeno Daniel Bryan ci salverà dalla monotonia stavolta visto che molto probabilmente starà fuori per infortunio (e la questione andrebbe approfondita a dovere per tutto il trambusto che ha generato nell'ultima settimana…). Potrebbe essere godibile il Chicago Street Fight match tra Dean Ambrose e Luke Harper, anche solo per la possibile prima vittoria di Ambrose in PPV da quando si è separato dallo Shield (ed è passato quasi un anno). Tutto il resto è decisamente trascurabile, a cominciare dal Last Man Standing match tra Roman Reigns e Big Show e dal match per il Divas Title tra Nikki Bella e Naomi. La verità è che Extreme Rules, come Wrestlemania, Fastlane, la Royal Rumble e tutti i PPV di casa WWE da almeno un annetto a questa parte non sono e non sono stati PPV in cui era lecito attendersi qualcosa di straordinario. Sono eventi così, quasi che fossero una puntata di Raw aggiuntiva tenuta di domenica. Non c'è mai l'impressione che si possa assistere a qualcosa di veramente bello e anche se questo accade – come l'incasso di Rollins negli ultimi cinque minuti di Wrestlemania – il tutto viene messo in ombra dalla pochezza e dalla noia del resto dell'evento. Basta fare il paragone con gli speciali di NXT per rendersi conto della differenza: da Fatal 4-Way a Rival i vari special sono sempre stati contraddistinti da qualcosa di speciale, che i fan attendevano e non vedevano l'ora di vedere. I PPV del main roster no, al più c'è attesa per qualcosa che potrebbe essere piacevole ma senza eccessivi patemi d'animo. La svolta narrativa presa dalla WWE a Wrestlemania è stata molto buona, ma ora la compagnia ha bisogno di qualcos'altro: tornare a fare in modo che i fan si appassionino ai suoi show, in particolar modo ai suoi PPV e che questi (almeno alcuni, almeno i Big Four!) ridiventino eventi unici, che un appassionato non può perdere.

Scritto da Lorenzo Pierleoni
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