5 Star Frog Splash #57 – Daylight Into Darkness, Darkness Into Sunrise

“L'ispettore Ginko ci era finalmente riuscito. La sua nemesi, Diabolik, era ormai in trappola e non aveva più nessuno ad aiutarlo, persino la sua amata Eva era chiusa fuori da quella gabbia infernale che segregava insieme Ginko e Diabolik, i loro destini appesi ad un filo. Dopo una dura lotta, finalmente ci sarebbe stata la resa dei conti: Ginko avrebbe arrestato Diabolik. Poi, all'improvviso, la colluttazione. Ginko e Diabolik, finalmente l'uno contro l'altro, non lesinavano colpi e si affrontavano a viso aperto, ognuno determinato a prevalere sull'altro. Ma la volontà di Ginko era insormontabile e con un tremendo destro era riuscito a stendere la sua nemesi. Era fatta: doveva solo ammanettare Diabolik e il suo rivale sarebbe finito per sempre. Ma ad un tratto Ginko si sentì mancare le forze e crollò al suolo, steso da una forza irresistibile: era Darth Vader, apparso all'improvviso all'interno della gabbia, ad averlo colpito. E, ancora una volta, la sconfitta di Ginko era ormai inevitabile.”


Un po' quello che è successo nel finale di Hell in a Cell, insomma, dove giustamente la WWE ha pensato bene di rovinare quella che da mesi era l'unica rivalità decente con il suo solito finale a sorpresa assolutamente inutile e deleterio. Dean Ambrose vs Seth Rollins rappresentava il primo e unico Hell in a Cell match sensato dall'istituzione del PPV omonimo, che ha totalmente spazzato via il significato di questo tipo di match. L'Hell in a Cell dovrebbe semplicemente rappresentare la fine di una rivalità, essere lo scontro più duro e sanguinoso possibile, alla fine del quale il verdetto sarà chiaro e assoluto. E lo scontro tra il Lunatic Fringe e l'ex Architect dello Shield aveva tutte le carte in regola per rispettare questo canone, data l'incredibile storia che lega questi due fin da giugno. Il ritorno di Ambrose dopo il mese di assenza dagli show WWE, poi, era stata la ciliegina sulla torta: quei due dovevano affrontarsi in uno scontro definitivo che avrebbe messo fine alla loro rivalità. E quando Ambrose ha battuto John Cena (in un match che avrebbe potuto aiutarlo tantissimo dal punto di vista dello status e che invece è stato piuttosto nullo) pareva proprio che avremmo avuto il match che tutti volevano vedere. Già, pareva.

Perché il match c'è stato ed è stato anche molto bello. Un match indubbiamente molto particolare, che pur non presentando eccessivi atti di violenza come eravamo abituati a vedere in passato, aveva lasciato trasparire perfettamente l'odio, l'astio, il livore, la furia cieca dei due contendenti, in particolar modo di Ambrose che, infatti, ha fatto a pezzi Rollins esattamente come doveva essere. Peccato che poi quella interferenza finale di Bray Wyatt abbia rovinato tutto. Tutto. Perché partiamo da una cosa, io sono stanco di vedere ogni benedetto Hell in a Cell (o quasi) concludersi con un'interferenza. È un Hell in a Cell, per la miseria, è il posto dove le interferenze proprio non devono esserci! E invece appare Bray Wyatt, non si sa come, non si sa da dove, ed entra in una gabbia chiusa attaccando Ambrose e facendogli perdere il match. Benissimo. A cosa è servito? Perché per quanto mi riguarda non è servito a Rollins, non è servito ad Ambrose e certamente non è riuscito a Wyatt. Rollins non ottiene nulla da una vittoria in un match in cui è stato massacrato dall'inizio alla fine e lanciato da una parte all'altra della gabbia a piacimento. Ambrose non ottiene niente da una contesa perfetta fino all'interferenza di Wyatt poiché non ha raggiunto il suo scopo primario: vendicarsi di Seth Rollins e batterlo indiscutibilmente. Invece non solo Rollins-Ambrose per il momento è sul 3-0, ma la cosa peggiore è che Ambrose dall'inizio del suo stint in singolo non ha visto manco mezza vittoria importante. Fondamentalmente perché il suo percorso in singolo è riassumibile con un nome e con un cognome: Seth Rollins. E non aver avuto veramente la meglio su di lui (benché abbia dominato l'Hell in a Cell match) rende incompleta una storia di quasi sei mesi.

E poi c'è lui, Wyatt. Un mese di assenza, separazione da Luke Harper e Erick Rowan… ma per il resto cosa è cambiato? Nulla, tutto identico a prima. Basterebbe guardare la sua interferenza a Hell in a Cell per capire che il copione è esattamente lo stesso. Arriva, interferisce nella faida di qualcuno in modo totalmente senza senso (rovinandola), comincia il feud. E giù di promo deliranti ma assolutamente vuoti di significato, mindgames fini a se stessi, match squash ai danni di jobber che non aggiungono e non tolgono assolutamente nulla… e tutto si sta ripetendo allo stesso modo. La grandissima motivazione del suo attacco a Ambrose è stata “Siamo pazzi entrambi, combattiamo”. Una motivazione decisamente convincente. Sapete qual è il problema di tutto ciò? È che un feud Ambrose vs Wyatt sarebbe potenzialmente un feud decisamente interessante e dal quale, volendo potrebbero uscire bene entrambi. Peccato che ciò non avverrà, dato che il creative team WWE dopo due anni ancora non ha minimamente capito come gestire Wyatt e continua a proporlo in questo modo ignobile e assolutamente insopportabile. Sarebbe un feud in cui questi due potrebbero dare libero sfogo alla loro creatività, affrontarsi a suon di promo pesanti. E poi trovarsi sul ring a Survivor Series e darsele di santa ragione. Purtroppo ci sono un po' troppi condizionali, suscitati da due settimane di feud assolutamente nullo dove i due si ignorano, Ambrose fa a pezzi Cesaro e Wyatt scappa nel backstage quando si spengono le luci. Vabbè.

Volete sapere qual è la cosa che mi fa più infuriare? Che quando vuole la WWE sa ancora costruire una puntata di Raw, un feud, un character in maniera efficace. Sì, lo so che ho detto una cosa di un'ovvietà sconcertante, ma dato che l'ultima puntata di Raw ha fatto meravigliare alcuni forse è meglio ribadire il concetto. Perché è innegabile che l'ultima puntata di Raw sia stata ben costruita, è stata la più godibile da mesi a questa parte. C'era una storia di sottofondo, una storia che improvvisamente ha dato interesse non solo al main event di Survivor Series accolto dall'indifferenza generale la settimana scorsa, non solo a una puntata di Raw dove quasi tutto era legato in un insieme coerente ed efficace, ma anche a dei character semi-abbandonati a loro stessi che improvvisamente hanno ritrovato un motivo per esistere. E l'esempio più lampante è senz'altro Randy Orton, arenato da mesi in un character privo di spunti, che ha funzionato per qualche mese dopo il turn ai danni di Bryan e l'ingresso nell'Authority, ma che poi si è spento tragicamente perché sempre uguale a se stesso. Eppure è bastato premere sull'acceleratore della rivalità tra lui e Rollins per farne un personaggio nuovo, acceso, con una vitalità totalmente diversa anche solo rispetto a un mese fa. E ora è stato messo KO dall'Authority e tolto a tempo indeterminato dagli show… chissà chi sarà l'ultimo componente del Team Cena? Chi lo sa, chi lo sa.

Un Team Cena che al momento sembra poter contare sull'appoggio di Dolph Ziggler, sul quale incredibilmente aleggia l'ombra di un push. Anche lui sembra un altro rispetto ai suoi feud abbastanza scadenti con The Miz e Cesaro (che però in qualche modo hanno legittimato Ziggler come campione, il suo regno finora non è affatto male) e il contrapporlo direttamente all'Authority intera… e farlo uscire a testa non alta, bensì altissima, mi sembra un ottimo attestato di fiducia per l'Intercontinental Champion. È così che dovrebbero essere costruiti i Survivor Series match, non in quel modo “arronzato” ed estremamente superficiale che ha caratterizzato la costruzione degli ultimi anni. Adesso Ziggler può essere lanciato ancora più in alto da questa cosa, persino Rusev può trovare un senso nella sua inutilità e nel suo essere fuori posto con quel personaggio nel 2014. E forse anche un wrestler ipersottovalutato e iperbistrattato come Sheamus potrebbe avere qualche speranza di riemergere dagli abissi in cui è sprofondato, tra l'altro non per colpa sua. Però tutto questo fa riflettere. Perché la WWE mette la quarta quando ha bisogno di fare un buono show, quando annuncia che il WWE Network sarà gratis per tutto novembre e quindi ha disperatamente bisogno di coinvolgere nuovi potenziali compratori con un buon prodotto. E allora si mette sotto e si fa venire delle idee, per di più buone. Quando non ha questa necessità propone un anno terribile (perché ci siamo, da Hell in a Cell 2013 a oggi tanto è passato) e finge che tutto vada bene. È questa la cosa che mi fa più infuriare. E che dimostra ancora una volta come alla WWE di proporre un buon prodotto importa ormai relativamente.

Lorenzo Pierleoni
Lorenzo Pierleonihttps://www.tuttowrestling.com/
Dicono che sia il vicedirettore di Tuttowrestling.com ma non ci crede tanto nemmeno lui, figuriamoci gli altri. Scrive da otto anni il 5 Star Frog Splash, per un totale di oltre 200 numeri. Cosa gli abbiano fatto di male gli utenti di TW per punirli così è ancora ignoto. A marzo 2020 si ritrova senza niente da fare, inizia un podcast e lo chiama The Whole Damn Show. Così, de botto, senza senso.
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