5 Star Frog Splash #56 – Burn Into Daylight

Chissà, forse in WWE si sono improvvisamente resi conto che ormai da mesi stavano proponendo un prodotto che dal punto di vista creativo rasentava lo zero. Forse si sono accorti che i loro PPV da tempo immemore sembrano tutti uguali, con card apparentemente buone ma che poi all'atto pratico risultano quantomeno scadenti. Forse hanno avuto l'illuminazione e hanno capito che non potevano andare avanti navigando completamente a vista, senza uno straccio di storia che legasse insieme almeno alcuni degli elementi principali della compagnia. Fatto sta che, come una specie di fulmine a ciel sereno, è bastata una sola puntata di Raw per creare qualcosa di vagamente interessante e che accendesse un minimo di hype verso il PPV che ci attende domenica. E ciò è avvenuto semplicemente perché il team creativo si è improvvisamente svegliato da un lungo letargo e ha messo insieme una parvenza di storia che non solo lega insieme a stretto giro il “doppio main event” dello show, ma che incredibilmente presenta addirittura un minimo di prospettiva in vista del futuro.


Dopo mesi e mesi che va avanti la bella e interessante storyline che coinvolge Dean Ambrose e Seth Rollins, era logico e naturale che al PPV si arrivasse al match risolutivo tra i due. La strada verso il match, come accade ogni volta che una storia sembra scritta e invece la WWE pare voglia complicarsi le cose allo sfinimento, è stata piuttosto tortuosa, con il coinvolgimento di John Cena e la possibilità concreta che fosse quest'ultimo ad affrontare Rollins nella struttura infernale. Fortunatamente, anche se in un modo che non ha aiutato minimamente la crescita di Ambrose, il Lunatic Fringe è riuscito a battere John Cena e ad assicurarsi il diritto di affrontare Rollins in PPV. John Cena, d'altro canto, si è ritrovato improvvisamente contro Randy Orton in un altro Hell in a Cell match venuto fuori dal nulla e che inizialmente non aveva destato alcun interesse da parte di credo nessuno al mondo. Poi, a Raw è stato annunciato che il match tra Cena e Orton varrà per una futura titleshot al WWE World Heavyweight Title detenuto da Brock Lesnar. Ma come, un match “di ripiego” (visto che Orton, anche se con un giro di parole, aveva esplicitamente richiesto di affrontare lo sconfitto del match tra Cena e Ambrose) mette in palio il posto di #1 contender? Presentata così la cosa indubbiamente non ha senso. Eppure, è bastato annunciare che era stato Seth Rollins a proporre la cosa all'Authority affinché il tutto improvvisamente fosse coerente, interessante e soprattutto legato insieme. Rollins sa che non ha alcuna chance di battere Brock Lesnar da solo in un match one on one: ergo, fa sì che Lesnar sia coinvolto in un match contro Cena o Orton per poter poi incassare il suo Money in the Bank. Non fa una piega.

E sembra assurdo pensare colui che più ha beneficiato della costruzione di qualche giorno fa è senza dubbio Randy Orton. Un Orton che sembrava radicalmente diverso rispetto al personaggio morto, spento, senza alcun mordente o lampo da ormai credo anni. Un Orton che ha affrontato la prospettiva del match con un piglio e una voglia di farsi valere decisamente inediti per il suo character da heel. Il suo confronto sul ring con John Cena e Paul Heyman avrebbe potuto essere un'agonia come spesso sono stati i suoi promo negli ultimi tempi… e invece no, invece è stato interessante. Perché Orton è stato presentato sullo stesso piano di Cena e Lesnar in quella “generazione 2002” che attualmente ha le redini dello show. Perché ha dimostrato di volersi confrontare con Cena a viso aperto, determinato a conquistarsi quella shot. Perché ha steso Paul Heyman con una RKO perfettamente conscio di chi sia Heyman e di cosa rappresenti per Lesnar. Eppure lo ha fatto lo stesso. Ma la cosa più sensazionale di tutte, e forse non credo nemmeno io a quello che sto per scrivere, è che stanno preparando un turn face di Orton… che sarà coerente e anche calzante. Con un feud con Seth Rollins già scritto. Con la possibilità di riprendere quell'RKO a Heyman in qualsiasi momento e indirizzare il Viper contro Brock Lesnar.

D'altro canto, persino John Cena è riuscito a riprendersi un po' d'interesse su di sé. Niente di particolare certo, semplicemente un “ritorno di fiamma” per la possibilità di riprendere il feud con Lesnar che manca ancora di un match risolutivo e per il quale, lo ammetto, nutro sincera curiosità. E anche perché se prima di lunedì non c'era alcuna speranza che quel Cena potesse perdere contro quell'Orton, adesso QUESTO Cena può perdere contro QUEST'Orton. Se vincesse Orton domenica non ci sarebbe niente di assurdo. Certo, Cena continua a rimanere superfavorito e probabilmente vincerà anche… ma almeno ora il match ha riacquistato un minimo di interesse perché non solo c'è di nuovo una punta d'incertezza, ma perché ora Cena sfiderà un personaggio che – in tempi e modi totalmente inaspettati – è diventato in qualche maniera nuovamente interessante.

C'è poi da parlare del match che probabilmente tutti attendono spasmodicamente, quello che dovrebbe essere il “vero main event” di Hell in a Cell, ovvero Dean Ambrose vs Seth Rollins. Il feud ultimamente ha perso un po' di mordente perché Rollins a mio parere ha perso un po' di personalità nell'interpretare sempre e comunque il fantoccio (pun intended) dell'Authority. Fatto sta che Dean Ambrose nelle settimane prima di quest'ultima è stata l'unica molla, l'unico ingranaggio a funzionare perfettamente e a ridare linfa ad un Raw totalmente e semplicemente inguardabile. Leggo in giro molti che ritengono gli atteggiamenti di Ambrose – prima il carrello degli hot dog, poi gli eccessi con il manichino di lunedì – un po' troppo sopra le righe. Non sono d'accordo. Ok, forse il tutto non ha reso come aveva sperato lo stesso Ambrose, forse ci si aspetta ormai troppo da lui perché non è semplice essere l'unica fonte d'interesse di uno show lungo tre ore. Ma il suo show nello show di lunedì a me è piaciuto anche perché, come notava qualcuno anche sul forum, è un po' come se avesse ripreso il passato dello stesso Ambrose. Le sue cicatrici mentali, le sue cicatrici fisiche… Ambrose sa cosa ha dovuto passare e certamente lo sa anche Seth Rollins. E proprio per questo il Lunatic Fringe ha voluto spaventare il suo avversario, proprio per questo ha voluto ricordargli di cosa è capace. L'intervento di Mick Foley, poi, ha dato un'altra valenza a tutto il segmento (molto belle le parole di Ambrose quando dice a Foley che lui forse è l'unico a capirlo un minimo in tutta la WWE) e ha completato l'opera. Ma il valore del promo sarebbe stato comunque notevole anche se fosse dipeso dal solo Ambrose. E da Rollins, che non viene mai menzionato da questo punto di vista ma che è già ad anni luce dal livello a cui esordì solo un paio d'anni fa. Ambrose vs Rollins è il match che tutti vogliamo vedere e forse l'unico Hell in a Cell degno di questo nome da quando esiste il PPV omonimo. Possiamo solo sperare che tutte queste aspettative non vengano deluse.

Aspettative che per il resto della card non ci sono minimamente. Non sto parlando della semplice resa in ring dei match, ce ne sono alcuni che promettono bene (soprattutto uno annunciato ai tapings di SmackDown… ehm). Sto parlando della pochezza che avvolge completamente il midcarding WWE. Gold & Stardust/Usos e AJ Lee/Paige sono due faide che semplicemente non hanno più nulla da dire. Entrambe vanno avanti da troppo tempo e ciò può accadere solo se giustificato da una storia che continui a portarle avanti per tutta la loro durata. Ciò non accade più, anzi è un mero trascinarsi avanti senza sapere bene cosa fare. Il fatto che della faida tra Sheamus e The Miz per lo United States Title la parte più interessante sia Damien Mizdow la dice tutta, non ho davvero bisogno di aggiungere altro. Ogni faida che coinvolge Rusev continua ad essere un'agonia, soprattutto quando il bulgarusso si trova ad affrontare il buco nero d'interesse che è Big Show. Soprattutto con il turn heel di Mark Henry nell'aria che ha già rotto le scatole ancora prima da avvenire. Rimane l'interessantissima contesa tra le Bella Twins a completare la card del PPV… talmente interessante che viene annunciata sulla WWE App con una stipulazione che raggiunge punte di ridicolo mai toccate prima. Una rondine non fa certo primavera, soprattutto se passa nel lungo inverno che sta attraversando la WWE da svariati mesi. Sta alla compagnia tornare a rendersi interessante su base stabile, non solo a sprazzi che sanno di miracoloso e che certo non bastano a rendere Hell in a Cell un bel PPV.

Lorenzo Pierleoni
Lorenzo Pierleonihttps://www.tuttowrestling.com/
Dicono che sia il vicedirettore di Tuttowrestling.com ma non ci crede tanto nemmeno lui, figuriamoci gli altri. Scrive da otto anni il 5 Star Frog Splash, per un totale di oltre 200 numeri. Cosa gli abbiano fatto di male gli utenti di TW per punirli così è ancora ignoto. A marzo 2020 si ritrova senza niente da fare, inizia un podcast e lo chiama The Whole Damn Show. Così, de botto, senza senso.
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